Benvenuto su Sott.net
gio, 30 mar 2023
Il Mondo per Coloro che Pensano

Maestri Burattinai
Mappa

Blackbox

I diari di Arafat che scottano: racconta che fu pagato per mentire a favore di Berlusconi

Arafat Berlusconi
© AP
L’ex leader palestinese Yasser Arafat con l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Roma nel 2001
L'Espresso ha scoperto i diari segreti di Yasser Arafat, leader dell'Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e poi presidente dell'Autorità nazionale palestinese. Si tratta di 19 volumi scritti in arabo a partire dal 1985 e conclusi nell'ottobre del 2004, quando Arafat ha lasciato il suo quartier generale a Ramallah, in Cisgiordania, per essere ricoverato in un ospedale di Clamart, alla periferia di Parigi dove morì un mese dopo.

I diari

I diciannove volumi sono una miniera di informazioni che raccontano intese politiche, azioni di guerra e affari che fino adesso erano rimasti oscuri. La lettura del diario rivela ad esempio che Arafat aiutò Berlusconi quando questi era sotto processo per aver finanziato illecitamente il Partito Socialista di Bettino Craxi.

L'incontro e il bonifico

Arafat incontrò segretamente Berlusconi nel 1998, in una capitale europea, e dopo quell'incontro decise di confermare la falsa versione data da Berlusconi ai giudici, cioè che i 10 miliardi di lire al centro del processo erano destinati non al Partito Socialista Italiano bensì all'Olp, come sostegno della causa palestinese. Non era vero, ma Arafat rivela nei diari di aver confermato pubblicamente questa versione ricevendo in cambio un bonifico. Nel diario si trovano annotati i dettagli con i numeri di conto e i trasferimenti del denaro ottenuto da Arafat.

Commenta: Purtroppo, ancora per molto, avremo in mano solo dei riassunti e dei commenti sulle informazioni lasciate da Arafat nei suoi scritti. Evidentemente sono scritti che scottano e politicamente pericolosi: fanno paura?


Holly

Auguri di Fine Anno 2017, un Grazie ed una Richiesta di Contributo

Winter forest comet
Gentili lettori,

Il 2017 è stato un altro anno pieno di sorprese. Il mondo continua a cambiare, e tutti noi con lui. Quest'anno potrebbe essere descritto come l'anno della follia (sia in termini meteorologici che sul piano socio-politico), delle divisioni e delle polarizzazioni.

Proprio come l'anno scorso, la gente continua a fare la propria scelta, per il meglio o per il peggio. Alcuni si allineano con le bugie sempre più spudorate svendute dai media mainstream da governi patologici del nostro mondo, mentre altri hanno preso una posizione contro queste bugie e stanno raggiungendo un punto dove riescono finalmente a vedere che c'è qualcosa di terribilmente sbagliato con la versione della realtà che gli viene presentata.

Questa è forse la divisione più grande, più di quella che esiste tra maggioranze contro minoranze di qualsiasi tipo: la scelta tra allinearsi con le bugie o con la verità, ed essere preparati a svolgere il lavoro necessario per essere capaci di riconoscerne la differenza. Pensiamo che molti dei nostri lettori hanno naturalmente scelto di prendere 'il sentiero in salita', e speriamo che la conoscenza vi protegga sempre.

Vader

La Guerra alle 'Fake News': La Nascita del Ministero Orwelliano della Verità

New York times propaganda
Le linee guida della guerra dell'informazione sono state tracciate. I media mainstream, considerati sempre più inaffidabili dalla popolazione, credono che libera circolazione di idee ed informazioni su Internet sia una minaccia per il comune benessere.

La guerra alle 'fake news' iniziò nel novembre 2016. Il Washington Post pubblicò una lista nera, compilata da una fonte anonima chiamatasi PropOrNot, nella quale 200 siti venivano accusati di sostenere la propaganda russa per minare gli interessi e la democrazia americani.

Tra gli iscritti nella lista nera ci sono ex delegati repubblicani, l'ex candidato alla presidenza Ron Paul, l'ex assistente segretario alla Finanza USA Paul Craig Roberts, The Corbett Report, Natural News e SOTT.

Blue Planet

Le azioni russe in Siria e la trasformazione radicale dell'ordine Globale: Un Nuovo Mondo sta per Emergere

yankee go home
Pur seguendo attentamente gli scontri geopolitici in corso in Siria tra gli Stati Uniti e la Russia, ho notato ripetutamente un'omissione ricorrente e lampante in ogni rapporto dei media mainstream sulla situazione: un motivo ragionevole per cui entrambi i paesi sono così interessati della Siria. Ci sono, naturalmente, varie narrazioni, del tipo che entrambi i paesi sono lì per 'combattere il terrorismo', o che gli Stati Uniti sostengono la democrazia in Siria cercando di rovesciare il 'brutale dittatore' Assad. Ma a questo punto ho anche il sospetto che la maggior parte delle persone siano diventate molto scettiche nei confronti di tali spiegazioni. Dopo tutto, nel 2003, prima dell'invasione americana in Iraq, 15 milioni di persone in tutta Europa avevano capito la vera ragione che si celava dietro la falsa propaganda statunitense, ovvero, che l'invasione dell'Iraq era necessaria per proteggere l'Occidente dalle armi di distruzione di massa (inesistenti) di Saddam, e sono scesi in strada gridando "nessuna guerra per il petrolio".

Molte persone sapevano la vera ragione che si nascondeva dietro all'invasione dell'Iraq, ma quante persone sanno il vero motivo del conflitto in Siria? E per quanto riguarda la Russia? Putin sta combattendo una guerra puramente ideologica contro i terroristi, aiutando così la Siria di Assad, un vecchio alleato della Russia? Sarebbe questo un motivo sufficiente per la Russia moderna, di lanciare all'estero la sua più grande operazione militare?

In un articolo scritto lo scorso Ottobre, ho menzionato le vere ragioni che stavano dietro la guerra in Siria in quel momento. In breve, si tratta delle risorse naturali della Siria, il petrolio e sopratutto il gas. Strettamente legato allo sviluppo di queste due risorse, e alla futura configurazione dell'economia mondiale, è l'integrazione eurasiatica assieme alla 'nuova via della seta', cioè una vastissima rete via terra tra Asia ed Europa (questo punto verrà approfondito in seguito).

Attention

Esplosione gasdotto in Austria, circa 60 feriti e 1 morto

Austria esplosione gasdotto
© Sputnik. Vitaliy Anko
L'esplosione del gasdotto è avvenuta nello stato federale della Bassa Austria, 60 persone sono rimaste ferite, riporta il portale oe24 citando la polizia.

L'incidente è avvenuto martedì mattina nel comune di Weiden an der March in uno dei più grandi hub di gas dell'Austria. Come specifica la testata Standard la stazione appartiene alla compagnia di idrocarburi OMV.

La compagnia OMV riporta che a causa dell'esplosione c'è stato un morto.


Commenta: Altri giornali titolano:
L'incidente nel hub austriaco da cui transita il gas russo destinato al nostro Paese. Snam: sistema energetico garantito da scorte. Calenda: "Ecco perché serve il Tap". De Scalzi (Eni): "Nessun allarmismo, ma serve diversificazione"
Il che la dice lunga sulla reale strategia di diversificazione a cui stiamo assistendo...


Bad Guys

Quelle verità nascoste sui cecchini di Maidan

Maidan Ucraina cecchini
Chi ha massacrato oltre ottanta fra dimostranti e poliziotti riuniti a Maidan Nezalezhnosti, la Piazza dell'indipendenza di Kiev cuore e simbolo - fino a quel fatidico 20 febbraio 2014 - delle manifestazioni a favore dell'accordo di associazione all'Unione europea? L'opposizione anti russa fattasi governo dopo la cacciata del presidente filo russo Viktor Yanukovych ha sempre puntato il dito contro le forze speciali del deposto presidente accusandole di aver mandato una squadra di cecchini a sparare sui manifestanti per affogare la protesta in un bagno di sangue. Già allora però molti sollevavano dubbi e perplessità.


Il primo a contestare quella versione è stato il ministro degli esteri estone Urmas Paet. Rientrato da un viaggio a Kiev compiuto solo 5 giorni dopo il massacro riferisce in una telefonata alla commissaria agli esteri dell'Unione Europea Catherine Ashton, le rivelazioni ottenute da una dottoressa ucraina che ha esaminato i cadaveri di Piazza Maidan. La telefonata intercetta e diffusa dai media russi è sconcertante.

Commenta: Leggi anche:

Italian TV documentary confirms: Maidan snipers worked for Ukrainian "opposition" - goal was to create chaos


Attention

Confessione: Il Verdetto della Giuria? E' Stata la CIA ad Assassinare JFK

Immagine
Mentre si avvicina il 50° anniversario dell'assassinio di John F. Kennedy (JFK), il popolo americano e i media americani vivono in due mondi diversi.

I media mainstream stanno ancora alimentando il mito che JFK fu ucciso da un pazzo solitario comunista di nome Lee Harvey Oswald. Ma la maggior parte degli americani non se la bevono. Fin dai primi anni '90, una forte maggioranza degli americani credeva che JFK fosse stato ucciso da una cospirazione, e che la CIA fosse la protagonista.

Il popolo americano ha ragione.

Prove schiaccianti confermano che l'assassinio di JFK, come l'assassinio e il rovesciamento di molti dei migliori leader del mondo, fu un'operazione della CIA. Ma i media americani - inclusi i media pseudo-alternativi finanziati - sono riluttanti a riferire le prove.

Ho incontrato "il disgusto" dei media per la verità sull'assassinio di JFK quando ero uno studente di giornalismo presso l'Università del Wisconsin nel 1980. Poco prima del 17° anniversario dell'assassinio, ho scritto un articolo raccogliendo le prove che dimostravano il coinvolgimento della CIA nell'assassinio di JFK, e l'ho presentato a diverse agenzie di stampa. L'unico che ha risposto è stato The Progressive, un importante giornale americano di sinistra, diretto dal coraggioso Erwin Knoll. Erwin mi ha detto che gli piaceva il mio articolo, e che se avesse trattato un qualsiasi altro argomento lo avrebbe pubblicato. Ma aveva promesso a sé stesso di non pubblicare mai un articolo complottista sull'assassinio di JFK a meno che non rispondesse a più domande di quante ne avesse sollevate. Il mio articolo, ha detto, sollevava troppe domande senza alcuna risposta.

Megaphone

ESCLUSIVO AD. Gershon Peres (fratello dell'ex Presidente israeliano) è stato membro del CMC, il centro occulto della CIA legato all'omicidio Kennedy

142424242

Nel Centro Mondiale Commerciale, dal 1967 al 1970, sedette Gershon Peres.

Questo 22 novembre 2017, nell'anno del centenario della nascita di JFK e nel giorno dell'anniversario della sua morte, l'AntiDiplomatico è in grado di pubblicare uno scoop di portata storica di Michele Metta, già autore di diverse rivelazioni per la nostra testata sul Centro Mondiale Commerciale.
A.B.

di Michele Metta


Avvertenza: questo mio articolo sarà, per me, il più difficile. Sarà anche il più importante. È, prima di tutto, il mio omaggio al centenario della nascita di John Fitzgerald Kennedy, e all'anniversario del suo assassinio. Conterrà, talora, accenti personali. Ciò, in nessun modo significa che mancherà d'obiettività. Tutt'altro. Prego, come mai prima, di leggerlo fino in fondo. Bene, partiamo. Non ho mai dubitato che un giorno avrei narrato anche quanto sto per dire. Cercavo solo il canale giusto, e credo d'averlo trovato: ne L'Antidiplomatico che - sappiatelo - di quel che scrivo non ha mai censurato né un punto né una virgola.

A leggere il titolo, immagino sobbalzare chi ha seguito le precedenti puntate della mia inchiesta sul CMC. Puntate che hanno, ogni volta, discusso circa la presenza, in tale struttura, di nomi di chiarissima connotazione fascista. Chiamare adesso in causa Israele, potrebbe sembrare una contraddizione. Rispondo che - e sottolineo purtroppo - non lo è. E, prima d'arrivare all'enorme rivelazione sul CMC che sto per fare, mi spiego tramite un esempio concreto.

LEGGI: GRAZIE A DOCUMENTI CIA, NUOVA LUCE SUL GOLPE BORGHESE E SUL FILO TRA ASSASSINIO KENNEDY E STRATEGIA DELLA TENSIONE

È un esempio tratto da un altro argomento che conosco assai bene: la Storia del Cile, un Paese che - questa volta, non è una frase fatta - tutti, almeno una volta, dovrebbero visitare. Quando lì, attraverso colpo di Stato appoggiato in pieno dagli USA, giunse al potere Pinochet, fu sequestrata, durante una delle terribili azioni repressive della DINA, l'Organo di tortura di regime, una ragazza. Aveva soli 23 anni, si chiamava Diana Frida Arón Svigilsky, ed era di famiglia ebraica. Una ragazza davvero molto bella. A descriverla, alla bocca sale il linguaggio della poesia: il volto cosparso dalla primavera d'un convegno di lentiggini; la chioma percorsa d'ossidiana; la statura svettante come lo slanciarsi d'un inno; l'andatura con qualcosa dell'aereo procedere dei sogni. E, come suo padre Elias, di mestiere giornalista. Una giornalista dalla parte d'Allende, il legittimo Presidente del Cile da Pinochet diroccato. Perché Diana, per la sensibilità tutta speciale che, tra i suoi amici, le aveva regalato la scherzosa definizione d'Aliviol, la più nota marca cilena d'antidolorifici, il proprio dovere, malgrado la propria profonda agiatezza economica, l'aveva avuto chiaro fin da subito: schierarsi con quel socialista la cui priorità di governo era che i poveri potessero smettere d'esser poveri.

Ecco come mai la DINA, il 18 novembre 1974, tesale un'imboscata in cui, pur di catturarla, le avevano persino sparato, l'aveva condotta con la forza a Villa Grimaldi, il principale tra i centri di detenzione della dittatura. Centro dove Diana, come poi raccontato da testimoni, aveva subìto le torture di Miguel Krassnoff Martechenko, famigerato aguzzino. Torture impartite incurante del fatto che Diana, appunto per le ferite da proiettile al momento del sequestro, si stesse già copiosamente dissanguando. Torture impartite irridendone lurido - attenzione - la religione di Diana; gridandole un agghiacciante infame: "Non solo giudia, zoccola di tua madre! No! Anche comunista!". Torture impartite non ostante Diana fosse al terzo mese e mezzo di gravidanza. Torture impartite fino a sfasciarle il cuore.

Blackbox

Chi uccise JFK? Gli strani indizi su 'Poppy' Bush

Immagine
© politico.it
Giulietto Chiesa divulga i risultati clamorosi di alcune inchieste mai tradotte in Italia, che scoprono il ruolo della famiglia Bush in alcuni passaggi dell'attentato a Kennedy.

Uscirà a ottobre, negli Stati Uniti (come annuncia The Daily Caller, che indica anche la casa editrice, Skyhorse Publishing), un libro con un titolo provvisorio che potremmo tradurre così: "L'uomo che uccise Kennedy: Lyndon Johnson".

Di libri sull'argomento, dentro e fuori gli Stati Uniti, ne sono stati pubblicati centinaia. Non tutti, però, avevano in copertina il nome di un autore come questo. Roger Stone oggi non è più repubblicano come allora, quando, giovanissimo, fu aiutante di campo del presidente Richard Nixon nel corso della campagna elettorale vittoriosa del 1972, al termine della quale entrò nell'Amministrazione presidenziale.

Le sue memorie, firmate insieme a Mike Colapietro, riguardano informazioni che egli raccolse stando all'interno della squadra che portò al potere Nixon, nove anni dopo l'assassinio di Kennedy, che avvenne a Dallas, Texas, il 22 novembre 1963. Ma sono ricordi esplosivi, nei quali anche Nixon è coinvolto come uno dei partecipanti al complotto. Per lo meno alle prime fasi dell'operazione, e poi alla sua copertura. Risulterebbe infatti - stando alle dichiarazioni di Stone - che Jack Ruby (alias Jacob Leon Rubinstein), colui che assassinò Lee Harvey Oswald, poche ore dopo il suo rapidissimo arresto, aveva lavorato alle dipendenze di Nixon (allora deputato al Congresso) fin dal 1947.


La stranezza, una delle tante, è che Nixon assunse Jack Ruby su diretta raccomandazione di Lyndon Johnson.
Dunque, prima circostanza: sia Johnson, sia Nixon, conoscevano colui che, molti anni dopo, avrebbe chiuso la bocca, tra mille e una stranezza, all'unico "colpevole" ufficiale.

Tutto qui? Roger Stone vorrebbe far credere che l'assassinio di Kennedy fu progettato con tanto anticipo? Per giunta da due uomini che, in quel momento, non potevano immaginare che le loro carriere li portassero ad essere entrambi, uno dietro l'altro, presidenti degli Stati Uniti d'America?

A quanto pare le cose che Stone ha scritto vanno oltre queste che, anche se provate, non possono dire nulla sui fatti del 1963. Leggeremo il libro alla ricerca delle fonti. Sarebbe stato - anticipa Stone - Lyndon Johnson in persona, a insistere perché il viaggio di Kennedy a Dallas non venisse rinviato, nonostante le preoccupazioni dell'entourage presidenziale circa un possibile attentato. Sarebbe stato Johnson, nella sua qualità di vice-presidente, per esempio, a prendere la definitiva decisione circa il percorso del corteo presidenziale nel centro di Dallas. E il democratico Lyndon Johnson avrebbe favorito la successiva vittoria del repubblicano Richard Nixon in cambio dell'impegno dello stesso Nixon di non rimettere in discussione, in nessun caso, il risultato della "Commissione Warren", quella che concluse rapidamente e perentoriamene l'indagine affermando che l'assassino era stato "un uomo solo", cioè che non era esistito nessun complotto. Oswald, nel frattempo era già stato liquidato (via Jack Ruby) e non potè mai chiarire ai giudici il significato della frase - l'unica frase che fu raccolta dai cronisti mentre veniva arrestato - "io sono soltanto un capro espiatorio".

Brain

Il Discorso di Greenbaum

The Manchurian Candidate
© Paramount Pictures
Il Candidato Manciuriano (2004)
Questa è la lettura fatta da D.C. Hammond originalmente intitolata "Ipnosi nei casi di MPD: Abuso Rituale", ma ora conosciuta come il "Discorso di Greenbaum", rilasciato alla Fourth Annual Eastern Regional Conference sull'Abuso e Personalità Multipla, Giovedì 25 Giugno, 1992, al Radisson Plaza Hotel, al Mark Center di Alessandria, in Virginia.

Sponsorizzato dal Center for Abuse Recovery & Empowerment, Istituto Psichiatrico di Washington D.C. Una audio cassetta e una trascrizione erano disponibili dagli archivi della Audio Trascript di Alessandria, Virginia (800-338-2111). Cassette e trascrizioni di altre sessioni prese dalla conferenza vengono tutt'ora vendute al pubblico, ma - com'è comprensibile — ad eccezione della presente. La trascrizione presente venne estratta da una cassetta della lettura originale registrata privatamente.

La caratteristica più rimarchevole di questo discorso è quanto poco sia conosciuta sin dalla sua iniziale presentazione. Si raccomanda di leggere il testo almeno fino ad arrivare al punto dove viene spiegato perché viene chiamato "il discorso di Greenbaum".

Nell'introduzione viene fornito il seguente curriculum vitae di D. Corydon Hammond:
B.S. M.S. Ph.D (Counseling Psychology) from the University of Utah
Diplomate in Clinical Hypnosis, the American Board of Psychological Hypnosis
Diplomate in Sex Therapy, the American Board of Sexology
Clinical Supervisor and Board Examiner, American Board of Sexology
Diplomate in Marital and Sex Therapy, American Board of Family Psychology
Licensed Psychologist, Licensed Marital Therapist, Licensed Family Therapist, State of Utah
Research Associate Professor of Physical Medicine an Rehabilitation, Utah School of Medicine
Director and Founder of the Sex and Marital Therapy Clinic, University of Utah.
Adjunct Associate Professor of Educational Psychology, University of Utah Abstract
Editor, The American Journal of Clinical Hypnosis
Advising Editor and Founding Member, Editorial Board, The Ericsonian Monograph
Referee, The Journal of Abnormal Psychology
1989 Presidential Award of Merit, American Society of Clinical Hypnosis
1990 Urban Sector Award, American Society of Clinical Hypnosis
Current President, American Society of Clinical Hypnosis