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© L.P. Koch

Ogni cambiamento, ogni forma di crescita, inizia dalle nostre menti. Così come ogni forma di miseria e sofferenza.

È piuttosto triste, quindi, che oggigiorno alle persone venga insegnata di rado l'arte cruciale dell'osservazione della propria mente, ovvero, la gestione consapevole e deliberata dei propri pensieri. Anzi, non ci viene nemmeno insegnato che una cosa del genere sia possibile.

I pensieri sono così importanti che l'unico modo per reintegrare i criminali incalliti nella società, e trasformarli essenzialmente in esseri umani un po' più decenti, è una forma di terapia del pensiero intensiva di lunga durata.1 In questi interventi, il "terapeuta" corregge spietatamente il modo di pensare del criminale facendogli notare continuamente il carattere patologico del suo ragionamento. Ma anche questo funziona solo in un numero relativamente limitato di casi perché, come in tutte le terapie, il soggetto deve mostrare almeno un minimo di desiderio di voler cambiare, cosa che in genere non avviene, ad esempio, con gli individui più psicopatici.

A differenza di quei criminali, la maggior parte di noi (spero) non pensa di derubare la nonna della porta accanto e di essere giustificato a farlo perché ha subito un torto e se lo merita (questi essendo tipici pensieri di una "mente criminale"). Ma tutti noi abbiamo molti pensieri meno "criminali" che si aggirano nella nostra mente: teorie nate dalla paura, cattivi pensieri alimentati dal risentimento, giustificazioni basate su un senso di diritto, interi flussi di pensieri che ci fanno sentire bene quanto la droga, ecc.

Correggere questi pensieri costantemente, attraverso un'attenta osservazione della propria mente, è la chiave per raggiungere uno stato mentale più equilibrato, produttivo e, infine, felice.


Sembra infatti che cambiare i nostri modi di pensare possa spesso curare letteralmente le malattie2.

Ma come procedere?

Secondo alcune tradizioni orientali, il primo passo è rendersi conto che noi non siamo i nostri pensieri. È piuttosto vero che i pensieri vanno e vengono, spesso innescati da stimoli esterni, e che dietro a tutto questo c'è un "io più profondo" in grado di osservare questo caos. Questo Io più profondo è anche in grado di intervenire: modificare i pensieri, cambiare la loro direzione, concentrarsi su alcuni pensieri lasciando che altri passino in secondo piano, e così via.

È molto pratico immaginare il proprio mondo interiore come un manicomio dove balzano pensieri di ogni tipo, che diventano il centro dell'attenzione, per poi essere dimenticati per un po', per poi ricomparire all'improvviso dal nulla...

E non finisce qui: in mezzo a tutto questo caos, ci sono forme di pensiero ricorrenti che tendiamo a ripetere continuamente: vediamo qualcosa, che ci fa sentire qualcosa, che ci fa venire in mente un pensiero, che ci fa sentire qualcosa, che ci fa venire in mente un pensiero del passato, che ci fa sentire qualcosa... E così via, di continuo, come un circolo vizioso.

Per recuperare la nostra sanità mentale e tornare a essere integri e funzionali, abbiamo un disperato bisogno di rompere questo circolo vizioso: riorganizzare il nostro paesaggio interno in tempo reale, sempre, prestando attenzione al nesso tra pensiero e sentimento.

Gestire i propri pensieri è un lungo viaggio con numerose svolte: non ci sono regole fisse o indicazioni precise su come farlo, se non che il primo passo deve sempre essere l'osservazione della propria mente.

Detto questo, ecco qualcosa che ho trovato utile.
  1. Trova un pensiero che ti fa sentire a disagio e che vorresti far allontanare. Può essere qualsiasi cosa: forse qualcosa che devi fare e che stai procrastinando, un'esperienza imbarazzante, un evento imminente di cui hai paura, qualcosa o qualcuno che ti ha ferito...
  2. Trova un altro pensiero che ti stimola, che ti fa sentire "felice": spesso questa è una soluzione alternativa su cui vorresti soffermarti immediatamente quando ti trovi di fronte a un pensiero scomodo. Questi pensieri pseudo-felici potrebbero riguardare il senso dell'orgoglio, ad esempio per un complimento ricevuto, oppure una fantasia sulle vostre ambizioni future, sognando un nuovo bene materiale, o magari l'abbuffata di Netflix che stai pianificando per la sera... Tutto ciò che, se permetti alla tua mente di divagarci verso , ti dà quella "carica" superficiale che anestetizza il tuo dolore.
  3. Ora prova a trattenere nella tua mente questi due pensieri contemporaneamente: quello che ti ripugna e quello che ti rende felice. Sentirai una tensione emotiva, un essere diviso tra due mondi, uno scambio continuo di molecole positive e molecole negative.
Se ci resisti a questa tensione per qualche istante, possono accadere cose interessanti: emerge una nuova energia che è piena di gioia, una gioia fondamentalmente diversa da quella derivante dagli stati di dissociazione. È più simile a una gioia profonda dell'anima, combinata con una comprensione profonda e una visione d'insieme.

Si inizia a trascendere il mondo futile delle sensazioni positive e negative e l'infinita ruota del criceto nella propria mente che oscilla tra l'essere schiacciati dalle vibrazioni negative e fuggire verso le vibrazioni positive. È qui che si trovano il reale, il vero, il sacro.

Ed è qui che nasce qualcosa di completamente nuovo.

I due poli di un arco, o i due lati di uno strumento a corde, vengono sottoposti a una forte tensione, eppure rendono possibile un fenomeno completamente diverso: il lancio di una freccia o il suono della musica. Lo stesso vale per i due poli delle sostanze chimiche del benessere e del malessere: sono il presupposto per un tipo di energia completamente nuova.

Tale energia può essere utilizzata per volare verso le stelle, in senso figurato.

Ti dà la forza di farti valere, di fare qualcosa di utile, di avere nuove idee e intuizioni, di godere di ogni cosa nella tua vita - di sentirti profondamente grato anche per le tue prove e tribolazioni. È come se questa energia potesse inondare interamente il tuo essere e, per un momento, ti liberasse da tutti i vizi insignificanti del mondo esterno che ti rendono schiavo, compresi i tuoi stessi vizi.

La lotta nella nostra mente è reale e va combattuta senza sosta.

Senti la tensione, respira e scocca quella freccia.

1 Vedi Stanton Saminow, Inside the Criminal Mind, Crown New York, 2014

2 Vedi Louise Hay, Heal Your Body: The Mental Causes for Physical Illness and the Metaphysical Way to Overcome Them, Hayhouse UK, 2004