Maestri BurattinaiS


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Flashback Il Meglio del Web: Chi uccise JFK? Gli strani indizi su 'Poppy' Bush

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© politico.it
Giulietto Chiesa divulga i risultati clamorosi di alcune inchieste mai tradotte in Italia, che scoprono il ruolo della famiglia Bush in alcuni passaggi dell'attentato a Kennedy.

Uscirà a ottobre, negli Stati Uniti (come annuncia The Daily Caller, che indica anche la casa editrice, Skyhorse Publishing), un libro con un titolo provvisorio che potremmo tradurre così: "L'uomo che uccise Kennedy: Lyndon Johnson".

Di libri sull'argomento, dentro e fuori gli Stati Uniti, ne sono stati pubblicati centinaia. Non tutti, però, avevano in copertina il nome di un autore come questo. Roger Stone oggi non è più repubblicano come allora, quando, giovanissimo, fu aiutante di campo del presidente Richard Nixon nel corso della campagna elettorale vittoriosa del 1972, al termine della quale entrò nell'Amministrazione presidenziale.

Le sue memorie, firmate insieme a Mike Colapietro, riguardano informazioni che egli raccolse stando all'interno della squadra che portò al potere Nixon, nove anni dopo l'assassinio di Kennedy, che avvenne a Dallas, Texas, il 22 novembre 1963. Ma sono ricordi esplosivi, nei quali anche Nixon è coinvolto come uno dei partecipanti al complotto. Per lo meno alle prime fasi dell'operazione, e poi alla sua copertura. Risulterebbe infatti - stando alle dichiarazioni di Stone - che Jack Ruby (alias Jacob Leon Rubinstein), colui che assassinò Lee Harvey Oswald, poche ore dopo il suo rapidissimo arresto, aveva lavorato alle dipendenze di Nixon (allora deputato al Congresso) fin dal 1947.


La stranezza, una delle tante, è che Nixon assunse Jack Ruby su diretta raccomandazione di Lyndon Johnson.
Dunque, prima circostanza: sia Johnson, sia Nixon, conoscevano colui che, molti anni dopo, avrebbe chiuso la bocca, tra mille e una stranezza, all'unico "colpevole" ufficiale.

Tutto qui? Roger Stone vorrebbe far credere che l'assassinio di Kennedy fu progettato con tanto anticipo? Per giunta da due uomini che, in quel momento, non potevano immaginare che le loro carriere li portassero ad essere entrambi, uno dietro l'altro, presidenti degli Stati Uniti d'America?

A quanto pare le cose che Stone ha scritto vanno oltre queste che, anche se provate, non possono dire nulla sui fatti del 1963. Leggeremo il libro alla ricerca delle fonti. Sarebbe stato - anticipa Stone - Lyndon Johnson in persona, a insistere perché il viaggio di Kennedy a Dallas non venisse rinviato, nonostante le preoccupazioni dell'entourage presidenziale circa un possibile attentato. Sarebbe stato Johnson, nella sua qualità di vice-presidente, per esempio, a prendere la definitiva decisione circa il percorso del corteo presidenziale nel centro di Dallas. E il democratico Lyndon Johnson avrebbe favorito la successiva vittoria del repubblicano Richard Nixon in cambio dell'impegno dello stesso Nixon di non rimettere in discussione, in nessun caso, il risultato della "Commissione Warren", quella che concluse rapidamente e perentoriamene l'indagine affermando che l'assassino era stato "un uomo solo", cioè che non era esistito nessun complotto. Oswald, nel frattempo era già stato liquidato (via Jack Ruby) e non potè mai chiarire ai giudici il significato della frase - l'unica frase che fu raccolta dai cronisti mentre veniva arrestato - "io sono soltanto un capro espiatorio".

Brain

SOTT Focus: Il Discorso di Greenbaum

The Manchurian Candidate
© Paramount PicturesIl Candidato Manciuriano (2004)
Questa è la lettura fatta da D.C. Hammond originalmente intitolata "Ipnosi nei casi di MPD: Abuso Rituale", ma ora conosciuta come il "Discorso di Greenbaum", rilasciato alla Fourth Annual Eastern Regional Conference sull'Abuso e Personalità Multipla, Giovedì 25 Giugno, 1992, al Radisson Plaza Hotel, al Mark Center di Alessandria, in Virginia.

Sponsorizzato dal Center for Abuse Recovery & Empowerment, Istituto Psichiatrico di Washington D.C. Una audio cassetta e una trascrizione erano disponibili dagli archivi della Audio Trascript di Alessandria, Virginia (800-338-2111). Cassette e trascrizioni di altre sessioni prese dalla conferenza vengono tutt'ora vendute al pubblico, ma - com'è comprensibile — ad eccezione della presente. La trascrizione presente venne estratta da una cassetta della lettura originale registrata privatamente.

La caratteristica più rimarchevole di questo discorso è quanto poco sia conosciuta sin dalla sua iniziale presentazione. Si raccomanda di leggere il testo almeno fino ad arrivare al punto dove viene spiegato perché viene chiamato "il discorso di Greenbaum".

Nell'introduzione viene fornito il seguente curriculum vitae di D. Corydon Hammond:
B.S. M.S. Ph.D (Counseling Psychology) from the University of Utah
Diplomate in Clinical Hypnosis, the American Board of Psychological Hypnosis
Diplomate in Sex Therapy, the American Board of Sexology
Clinical Supervisor and Board Examiner, American Board of Sexology
Diplomate in Marital and Sex Therapy, American Board of Family Psychology
Licensed Psychologist, Licensed Marital Therapist, Licensed Family Therapist, State of Utah
Research Associate Professor of Physical Medicine an Rehabilitation, Utah School of Medicine
Director and Founder of the Sex and Marital Therapy Clinic, University of Utah.
Adjunct Associate Professor of Educational Psychology, University of Utah Abstract
Editor, The American Journal of Clinical Hypnosis
Advising Editor and Founding Member, Editorial Board, The Ericsonian Monograph
Referee, The Journal of Abnormal Psychology
1989 Presidential Award of Merit, American Society of Clinical Hypnosis
1990 Urban Sector Award, American Society of Clinical Hypnosis
Current President, American Society of Clinical Hypnosis

Newspaper

La storia dietro la Notte dei Lunghi Coltelli saudita

ASUSA

Principi, ministri e un miliardario sono "imprigionati" nel Ritz-Carlton di Riyad, e sembra che l'Esercito dell'Arabia Saudita sia in tumulto


Re Salman della Dinastia Saudita ha creato una commissione "anti-corruzione" con ampi poteri, e ne ha nominato presidente suo figlio, il Principe Ereditario Mohammad Bin Salman, alias MBS.

Poco dopo, la Commissione ha incarcerato 11 principi della Dinastia Saudita, quattro ministri in carica e decine di ex principi/segretari di gabinetto - tutti accusati di corruzione. Grossi conti bancari sono stati congelati, jet privati ​​sono stati bloccati a terra. Il luogo di "detenzione" per questi personaggi di alto profilo è il Ritz-Carlton di Riyad.

È scoppiata la guerra all'interno della Dinastia Saudita, come aveva previsto [in inglese] Asia Times lo scorso luglio. Nel frattempo sono circolate per mesi voci di un colpo di Stato contro MBS. Invece, è avvenuto un colpo di Stato preventivo di MBS.

Un'importante fonte mediorientale che lavora nel campo degli affari/investimenti, che lavora da decenni con la poco trasparente Dinastia Saudita, offre una prospettiva davvero necessaria: "È più grave di quanto sembra. L'arresto dei due figli del precedente re Abd Allah, i principi Mut'ib e Turki, è stato un errore fatale. Ora è lo stesso re ad essere in pericolo. Era solo il rispetto per il re che proteggeva MBS. Molti nell'esercito sono ostili a MBS e sono arrabbiati per l'arresto dei loro comandanti".

Dire che l'Esercito dell'Arabia Saudita è in tumulto è un eufemismo. "Avrebbe dovuto arrestare l'intero esercito prima di potersi sentire al sicuro".

Il principe Mut'ib fino a poco tempo fa era un serio pretendente al trono saudita. Ma il più alto profilo tra i detenuti appartiene al miliardario Principe al-Walid bin Talal, proprietario di Kingdom Holding, principale azionista di Twitter, Citibank, Four Seasons, Lyft e, fino a poco tempo fa, della News Corp di Rupert Murdoch.

L'arresto di al-Walid si lega con un fatto fondamentale; il controllo totale dell'informazione. Non c'è nessuna libertà di informazione in Arabia Saudita. MBS controlla già tutti i media interni (e ne nomina anche i dirigenti). Ma poi ci sono i media sauditi all'estero. MBS mira a "possedere le chiavi di tutti i grandi imperi mediatici e trasferirli in Arabia Saudita".

Come siamo arrivati ​​a questo punto?

Eye 1

In Germania entra in vigore la legge contro l'hate speech e le fake news

fake news
© Imola Oggi

Dal 1° ottobre in Germania è entrata in vigore la legge contro l'incitamento all'odio e le notizie false sui social network, ampiamente criticata da più parti. Facendo infatti riferimento ad un'ampia gamma di reati elencati nel Codice penale tedesco, alcuni molto vaghi, ed attribuendo l'onere dell'interpretazione alle società che gestiscono i social network, con multe molto salate in caso di inadempienza, la legge rischia infatti di forzare società come Facebook alla censura eccessiva, mettendo a rischio la libertà di espressione. E' un anticipo di quello che si sta preparando in Italia?

di Evelyn Douek, 31 ottobre 2017


La Legge tedesca per Migliorare l'Applicazione del Diritto nei Social Networks (conosciuta come Legge di Applicazione del Diritto nella Rete o NetzDG), che è rivolta ai crimini di odio online e alle notizie false, è entrata in vigore il 1 ottobre 2017. Sia il ministero della giustizia che le società dei social media sono alle prese con le disposizioni del provvedimento, prima che la legge assuma piena efficacia il 1° gennaio 2018. Il NetzDG ha una notevole importanza perché si tratta di una mossa audace da parte di uno dei numerosi legislatori che in tutto il mondo stanno cercando di mitigare i problemi creati dalle nuove reti di comunicazione online. La legge minaccia pesanti sanzioni, tra cui 50 milioni di euro di multa ai social network che non riescano a rimuovere i contenuti offensivi entro le 24 ore.

Molto criticata fin dall'inizio, la NetzDG comporta il rischio che, per evitare le multe, le aziende eccedano nella censura dei propri utenti . Questo articolo descrive l'architettura di base della legge ed esamina le preoccupazioni principali su come potrebbe funzionare in pratica.

A chi si applica la legge?

La Sezione 1 della legge definisce in generale le "reti sociali". La legge si applica a qualsiasi fornitore di servizi che gestisca "piattaforme internet che sono progettate per consentire agli utenti di condividere qualsiasi contenuto con altri utenti o di rendere disponibili al pubblico tali contenuti". Tuttavia, esistono deroghe per alcune piattaforme: imprese non profit, editoriali e giornalistiche, e piattaforme progettate per consentire la comunicazione individuale (ad esempio le applicazioni di messaggistica) o la diffusione di contenuti specifici (ad esempio siti di incontri).

La legge esonera anche le reti con meno di due milioni di utenti tedeschi registrati. L'onere dell'applicazione della legge di conseguenza ricadrà principalmente sulle reti sociali più conosciute. Tuttavia, gli elevati costi per assicurare la conformità ai requisiti della legge e l'applicabilità della stessa sulla base del più ampio criterio degli utenti tedeschi registrati, e non degli attivi, potrebbero soffocare la competizione da parte dei social network più piccoli, poiché rendono la crescita un peso da sostenere.

Eye 2

Soros e il Mito della "Democrazia Europea": Una Rivelazione Shock

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DI ALEX GORKA


Ormai è un segreto di pulcinella che la "rete di Soros" abbia un'ampia sfera d'influenza sul Parlamento europeo e su altre istituzioni dell'Unione europea.

La lista di Soros è stata resa pubblica recentemente. Il documento elenca 226 parlamentari europei provenienti da tutto lo spettro politico, tra cui l'ex Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, l'ex presidente del Belgio Guy Verhofstadt, sette vicepresidenti e un numero di commissari, coordinatori e questuanti vari.

Queste persone portano avanti le idee di Soros, come ad esempio far entrare più migranti, matrimoni dello stesso sesso, integrazione dell'Ucraina nella UE e contrasto alla Russia. I membri del Parlamento Europeo sono 751 e questo significa che gli amici di Soros occupano più di un terzo dei seggi.

George Soros, investitore ungaro-americano e fondatore e proprietario della ONG Open Society Foundations , ha potuto incontrare il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in un "incontro a porte chiuse e senza nessuna agenda ufficiale" , cosa che ha sottolineato come le proposte della UE per ridistribuire le quote di migranti tra i vari paesi siano molto vicine ai programmi studiati da Soros per affrontare la crisi.

Il finanziere miliardario crede che l'Unione europea debba accogliere milioni di immigrati provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa settentrionale, fornendo a ciascuno di essi un aiuto annuale di 15.000 euro e collocare questi migranti in un qualsiasi Stato membro dove i migranti non vogliono andare e dove non sono necessariamente benvenuti.

Hourglass

Autodistruzione di Trump, Hillary, Hollywood, e Tutto il Resto...

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Come vi spiega la Botteri molte sere, un procuratore speciale di nome Robert Mueller sta raccogliendo le "prove" che Putin ha influito sulle presidenziali Usa facendo eleggere Trump, e che Trump è colluso con Putin e gli interessi della Russia, nemica degli Stati Uniti. Ha già incriminato un faccendiere, Manafort, e da questo sta allargando le indagini, che lambiscono sempre più decisivamente il presidente in carica.

Ebbene: esistono e si moltiplicano prove patenti che, invece, è stata Hillary Clinton a favorire gli interessi russi; insomma che è a lei che dovrebbero essere rivolte le accuse e le indagini di un procuratore speciale. Ci sono documenti che vengono fuori, e testimoni che stanno parlando, come la capessa del Comitato Elettorale Democratico Donna Brasile - ma niente scalfisce la narrativa: è Trump il complice di Putin.

Non so se riesco a comunicare al lettore il terrore che prende un vecchio giornalista quando vede una così invincibile spudorata menzogna ufficiale, il contrario esatto della verità. E' lo stesso terrore di chi ha visto il totalitarismo sovietico all'opera.

E' stata Hillary a vendere uranio a Mosca

Ricapitoliamo i fatti. Nel 2009, mentre Hillary era ministra degli Esteri, una società canadese, controllata da un amico e donatore dei Clinton - Uranium One - riesce a prendere il controllo del 20% delle miniere d'uranio statunitensi; una commissione speciale, che ha il compito di verificare la liceità delle vendite di attivi strategici nazionali a stranieri, dà tutte le autorizzazioni richieste. Fanno parte di tale comitato (Committee on Foreign Investment in the United States) il ministro degli esteri o un suo rappresentante, il ministro della giustizia di Obama, un delegato della Casa Bianca, esperti e tecnici; essi hanno dato l'autorizzazione alla vendita dell'uranio ai canadesi, dopo la raccomandazione del capo dell'FBI, che era allora chi? Ma nient'altri che Robert Mueller! Ossia lo stesso procuratore speciale che oggi cerca di incastrare Trump con l'accusa di collusioni con Mosca.

Pistol

Texas, altra strage. In una chiesa. Quando ci si interrogherà sul modello malato che vige negli USA?

strage texas

di Francesco Erspamer*


Altra strage in America, questa volta in una chiesa battista in Texas. Ancora non si sa perché e per qualche giorno i media faranno finta di domandarselo.

In realtà non gliene importa niente a nessuno, delle ragioni e delle stragi, tanto meno ai giornalisti, se non quando si tratta di uno scoop (ma ormai servono almeno cinquanta morti, preferibilmente bambini). Il paese si sta assuefando alla violenza.

Ma non illudetevi che sia una patologia americana: è una caratteristica umana, basta leggere un libro di storia; altrimenti ogni guerra sarebbe sfociata in gigantesche rivolte. Invece dopo un po' qualche migliaio di vittime al mese, anche decine di migliaia, diventano tollerabili, figuriamoci poche centinaia.

Per cui non aspettatevi che sia l'orrore a scuotere la gente: più orrore c'è più la gente fa finta di non vedere, e si consola pensando che almeno non è toccato a lei. L'unico modo per uscirne a la coscienza, e l'unico modo per prendere coscienza è la lotta politica.

In America servirebbe un partito che parlasse al popolo, che mostrasse come tutti questi massacri, tutti, siano conseguenza di un sistema che ha distrutto la solidarietà e i valori sociali per permettere ai furbi, ai fortunati e ai vincenti di diventare oscenamente ricchi; un sistema che impedisce ai meno avventurosi di trovare sicurezza in una comunità e in abitudini consolidate, costringendoli a spostarsi, a rinnovarsi, a rottamare le loro tradizioni in nome dell'esasperata competizione per la novità, non importa se inutile come l'iPhone X. Ma non c'è nessun partito che, negli Stati Uniti, si proponga di smantellare il liberismo o di controllare il consumismo. Non ci sarebbe neppure se di stragi così ce ne fosse una all'ora. L'Europa è ancora in tempo; ma solo se metterà fine, a qualunque costo e in fretta, al processo di demenziale americanizzazione a cui si è rassegnata.


*Professore all'Harvard University. Post facebook di domenica 5 novembre 2017

Take 2

Il Meglio del Web: Documenti svelano come Hollywood promuova la guerra per conto del Pentagono, CIA e NSA

hollywood

di Tom Secker e Matthew Alford

medium.com


Pubblicato da INSURGE INTELLIGENCE, un progetto di giornalismo investigativo per le persone e il pianeta. Date supporto a INSURGE per continuare a scavare dove altri temono di inoltrarsi.

Le agenzie militari d'intelligence americane sono state influenti su 1.800 tra film e programmi televisivi.

Tom Secker e Matthew Alford riferiscono le loro scoperte sorprendenti setacciando migliaia di nuovi documenti militari e dell'intelligence americani, ottenuti nell'ambito del Freedom of Information Act.

I documenti rivelano per la prima volta il controllo su vasta scala del governo statunitense nell'ambiente di Hollywood, compresa la capacità di manipolare i copioni o addirittura impedire la produzione di film troppo critici nei confronti del Pentagono - per non parlare dell'influenza degli ultimi anni su alcuni dei più famosi franchise cinematografici.

Ciò solleva nuove domande, non solo sul funzionamento della censura nel settore dell'intrattenimento moderno, ma anche sul ruolo poco noto di Hollywood come macchina propagandistica per l'apparato della sicurezza nazionale statunitense.

Quando abbiamo dato un'occhiata per la prima volta alla relazione tra politica, film e televisione alla fine del XXI secolo, abbiamo accettato il parere condiviso che un piccolo ufficio al Pentagono aveva, su richiesta, assistito alla produzione di circa 200 film in tutta la storia dei media moderni, con input minimo sui copioni.

Magic Hat

Le tre scimmiette del Russiagate

russiagate

di Giulietto Chiesa


Guardare le facce dei capi di Twitter, Facebook e Google mentre rispondono alle domande della commissione d'indagine sul Russiagate è stato come assistere a una rivelazione. Chi sa cosa penso di quell'associazione a delinquere rappresentata dal "Deep State" americano, sarà sorpreso dal mio stupore. Ma dico francamente che non ero pronto a uno spettacolo così esilarante e, al contempo, così inquietante. Tutti e tre hanno riferito i dati da loro raccolti circa le "infiltrazioni" della propaganda russa nel cuore dell'America.

Non ne avevano altri e hanno offerto quello che avevano: circa 8000 messaggi su Facebook sui due miliardi al giorno, pari allo 0,0004%; una manciata di siti YouTube; 1 milione e 900 mila dollari proposti da Sputnik per acquistare spazi pubblicitari su Twitter (proposte, per altro, respinte, e metà delle quali formulate dopo che l'elezione presidenziale era già terminata).

Ridicolo bilancio in sé. Doppiamente ridicolo se si tiene conto che, con ogni probabilità, il numero delle "infiltrazioni" in direzione opposta è di diversi ordini di grandezza superiore a quello indicato. Diciamo 1 contro un milione? probabilmente molto di più. Bastava questo per sciogliere la Commissione, tra le risate, e chiudere il Russiagate.

Invece i commissari, incuranti del ridicolo, sono arrivati a formulare la domanda: "Ritiene lei che la Russia abbia interferito sulla campagna presidenziale americana?" E le tre scimmiette, fedeli alla consegna, incuranti anch'esse del ridicolo cui si sono esposte di fronte alla storia (non alla cronaca americana che continua a fingere che il Russiagate sia qualcosa di più tangibile di un fantasma), hanno risposto affermativamente.

Ridiamo, dunque anche noi, non senza dimenticare che un paese, un tempo imperiale, che offre al mondo un tale spettacolo, può diventare velocemente un pericolo per l'intera comunità umana. Niente di peggio che vedere da vicino un bambino, per giunta stupido, con una pistola (nucleare) in mano. Un impero che può leggere la tua corrispondenza e ascoltare ogni tuo segreto sospiro, che dichiara di essere una Repubblica delle Banane: non vi mette in uno stato di angoscia?

Gold Coins

Il Meglio del Web: Come Porteranno Via la Vostra Ricchezza

ricchi vs poveri

Premessa:
I consumatori americani sostengono da soli il 18 per cento del prodotto lordo mondiale (per questo sono così obesi). Per tutti questi anni di recessione hanno mantenuto i consumi alti (e sostenuto eroicamente l'economia mondiale), nonostante i redditi e salari calanti, al solito modo: indebitandosi. Mutui per la casa, rate per il SUV; studenti che s'indebitano per pagarsi l'università, contando che poi guadagneranno abbastanza per estinguerlo negli anni; e quando non si arriva a fine mese, debiti sulla carta di credito: un debito che ha raggiunto i mille e passa miliardi di dollari. Con quelli delle auto (1200 miliardi) e quelli studenteschi (1400), sono cifre spaventose, che gravano su ogni busta paga - per chi ce l'ha. Chi ha una busta paga, se la vede decurtare dai prelievi dei creditori. Alla fin fine, non rimane più niente. Gli americani non possono indebitarsi di più.

"Una singola spesa imprevista, come un pneumatico che esplode o una visita dal medico, manderebbe all'aria la maggior parte delle persone", scrive Mazzalai.

Voi capite il dramma angoscioso della finanza: una riduzione anche modesta delle spese del consumatore americano andrebbe a ripercuotersi in una caduta del Pil mondiale.

E non solo quello. Già cominciano a risalire i pignoramenti di immobili, le insolvenze sui debiti del college, i fallimenti sulle carte di credito. Si sta tornando al 2008 e alla crisi dei subprime, quando le banche che avevano indebitato gente che non poteva permettersi di pagare un mutuo, avevano girato il credito (e il suo rischio) ad ignari fondi di investimento, che pensavano così di lucrare gli interessi. Ciò che non avvenne, perché milioni di debitori non furono in grado di pagare i ratei del mutuo.

La cosa peggiore però per la finanza globale è un'altra. Ricordiamo la verità fondamentale: il 98 per cento del 'denaro' è creato dalle banche. Le quali creano denaro dal nulla indebitando il prossimo. Se il prossimo non s'indebita più, scompare denaro. Se il prossimo diventa insolvente, è ancora denaro che scompare.