Yaser Murtaja press killed gaza 02
© ReutersYaser Murtaja - fotoreporter per la Ain Media Agency, Gaza, Palestina
"Un deliberato crimine commesso dall'esercito di Israele". Così il sindacato palestinese degli operatori dell'informazione definisce l'omicidio, venerdì 6 aprile, del 30enne giornalista Yaser Murtaja, colpito da un proiettile israeliano nello stomaco a Khuza'a, nel sud della Striscia di Gaza, durante il secondo venerdì di proteste popolari al confine imposto da Tel Aviv a Gaza, nell'ambito della "Grande marcia per il ritorno".

Murtaja, 30 anni, fotoreporter dell'agenzia Ain Media Agency, basata a Gaza, è stato colpito allo stomaco nonostante indossasse una giacca antiproiettile blu con la scritta "PRESS" ["STAMPA" - vedi foto], a indicare che era un giornalista.

Al Jazeera riporta la testimonianza di Hosam Salem, un fotografo sulla scena dell'omicidio, che dice di "aver visto Murtaja cadere a terra dopo essere stato colpito dalle forze israeliane. Yaser stava filmando con la sua macchina fotografica accanto a me quando abbiamo sentito il rumore degli spari", ha detto Salem. "È caduto a terra e ha detto: 'Sono stato colpito, sono stato colpito'".

Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha specificato che altri sette giornalisti sono rimasti feriti nella protesta di venerdì, in quelli che hanno definito "crimini deliberati commessi dall'esercito israeliano".

Il sindacato dei giornalisti ha indetto una prima protesta pubblica durante i funerali di Murtaja, tenutisi sabato mattina a Gaza, e un presidio di protesta in contemporanea in piazza Manara, cuore della città occupata della West Bank di Ramallah.

Il sindacato ha anche chiesto alle Nazioni Unite di proteggere i giornalisti e di attuare la risoluzione 2222 delle Nazioni Unite (che tutela gli operatori dei media durante i conflitti) "in azioni concrete".

Michele Giorgio, giornalista de Il Manifesto e corrispondente dalla Palestina. Ascolta o scarica qui

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