Maestri BurattinaiS


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Nessun missile precipitato in Iran, Teheran accusa di "guerra psicologica" gli USA

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sputniknews.com
Teheran non ha nessun informazione sui missili russi presumibilmente caduti sul territorio del Paese, dice una fonte nel ministero della Difesa iraniano.

Teheran ha negato i report americani secondo cui quattro missili russi diretti su obiettivi dell'ISIS sono caduti sul suolo iraniano. Il ministero della Difesa di Teheran ha fatto sapere che queste accuse sono solo supposizioni parte di una "guerra psicologica".

Anche il ministero della Difesa russo ha respinto le notizie diffuse dai media USA di un presunto incidente che avrebbe coinvolto i missili russi sparati contro le posizioni dell'ISIS in Siria il 7 ottobre, ribadendo che essi hanno colpito i bersagli precedentemente stabiliti.
"Non importa quanto sia stato poco piacevole e inaspettato per i nostri colleghi al Pentagono l'attacco ad alta precisione contro l'infrastruttura dell'ISIS in Siria: i fatti sono fatti e tutti i missili lanciati dalle nostre navi hanno colpito i loro obiettivi" — ha detto Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo.
Nella giornata di giovedì la CNN aveva riportato che 4 dei 26 missili lanciati dalle navi russe nel mar Caspio erano precipitati in Iran. La notizia è stata attribuita a fonti anonime nel Pentagnono, che però, pur affermando di avere delle prove in mano sul malfunzionamento dei sistemi di puntamento dei missili, non sono stati in grado di provare dove essi siano effettivamente caduti.

Георгиевская ленточка

"In Siria raid russi efficaci, distrutto in pochi giorni il 40% del potenziale di ISIS"

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© AP Photo/ Hadi Al-Abdallah


L'ambasciatore della Siria in Russia Riyad Haddad ha rilasciato un'intervista esclusiva a "RIA Novosti", in cui ha commentato i primi risultati dei raid russi contro ISIS, ha discusso il contesto geopolitico della lotta contro il terrorismo ed ha motivato l'aggressiva campagna mediatica contro la Russia per l'operazione in Siria.

— Recentemente, i media hanno messo in risalto il tema della creazione di un Centro informativo a Baghdad per combattere lo "Stato Islamico". Quale sarà il contributo di Damasco al lavoro di questa struttura?

Dal momento in cui il presidente russo Vladimir Putin ha promosso l'iniziativa per creare una coalizione internazionale per combattere il terrorismo, le parti interessate hanno avviato gli sforzi per dar vita a questo progetto. Come sapete, i Paesi che hanno iniziato a lavorare concretamente su questa iniziativa sono la Siria, l'Iran, l'Iraq e la Russia. Per raggiungere questo obbiettivo, è stato ideato un piano. Uno dei suoi punti prevede la creazione di un centro speciale a Baghdad. I nostri sforzi sono volti a creare diversi centri simili in luoghi diversi, ma il centro principale di coordinamento è a Baghdad. Vi lavorano gli ufficiali militari di Russia, Iran, Iraq, Siria, così come dei nostri Paesi alleati. In questo senso il ruolo dei militari siriani è molto chiaro, dal momento che qualsiasi lotta contro il terrorismo richiede la cooperazione e il coordinamento con l'esercito governativo siriano. Il coordinamento è mantenuto finora ai massimi livelli.

Better Earth

Il Meglio del Web: Caro Putin: Una lettera di supporto al presidente della Russia per contrastare gli USA e ISIS in Medio Oriente

La seguente lettera è indirizzata al presidente russo Vladimir Putin a nome dei cittadini del mondo che sono grati per il ruolo che Putin e la Russia hanno preso a sostegno del presidente siriano Bashar al-Assad e alla lotta contro il terrorismo sponsorizzato dagli USA.

Putin si è dimostrato essere uno statista e uomo politico di primo ordine e ha fatto più di chiunque altro sulla scena mondiale, non solo per il proprio paese, ma il mondo in generale, contrastare l'arroganza e avidità dell'impero americano. La quantità di menzogne e subdole aggressioni rivolte contro Putin sono state straordinarie e praticamente senza precedenti. Il coinvolgimento della Russia in Siria ha rinvigorito solo chi attaccava. Ma ora le loro parole suonano ancor più vuote. La Russia sembra aver messo l'Occidente in scacco matto, e tutto ciò che possono fare è guardare e fare chiacchiere mentre i loro piani cadono a pezzi.

Incoraggiamo tutti i nostri lettori a prendere posizione per ciò che è giusto e firmare la lettera. Noi lo abbiamo fatto!

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Caro Presidente Putin,

Come membri della comunità globale basata sulla realtà, vorremmo estendere il nostro apprezzamento e sostegno alla decisione della Federazione russa di fornire assistenza umanitaria e militare in Siria, alle sue forze armate e al suo leader democraticamente eletto, il presidente Bashar al-Assad, nella lotta contro i terroristi internazionali sostenuti dagli Stati Uniti.

Il lancio di attacchi aerei diretti contro i terroristi ISIL in Siria arriva in un momento critico,1 proprio come il ruolo centrale che ha avuto la Russia nel prevenire un intervento militare Occidentale nel 2013. Come voce della ragione e forza per la giustizia, ora vi ringraziano e vi sostengono siriani, russi e tutte le persone di coscienza del mondo.

Dal 2011, i leader Occidentali sono stati determinati nel trasformare la Siria in uno stato fallito. Si sono spinti fino al punto di fornire finanziamenti, addestramento e armi a mercenari stranieri che hanno intrapreso una brutale campagna di terrore contro il popolo siriano e il loro legittimo governo.2 Queste forze terroristiche e fanatici religiosi non rappresentano la volontà del popolo siriano, la maggioranza dei quali supporta il presidente Assad. Come lei ha detto nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che è per il popolo siriano, ed è soltanto il popolo siriano a decidere chi li debba governare.

War Whore

Perché c'è fretta di mandare i nostri Tornado contro l'ISIS

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© azioneprometeo.wordpress.com
l'Occidente adesso teme che l'invincibile Califfato si sciolga come neve al sole. Almeno è ciò che rivela un titolo del britannico Express: "L'ISIS è così indebolito dagli attacchi aerei russi e dalle diserzioni che può essere distrutto nel giro di ore".

Forse esagera, il giornale britannico. Forse non sono ore, ma settimane. Ma questo timore spiega - per esempio - perché il governo italiano si prepara a ordinare ai suoi quattro Tornado, che ha in Irak da anni nel quadro della coalizione americana e Nato, di cominciare a bombardare le posizioni dell'ISIS in Irak. Si ha il vago sospetto che questa fretta sia stata incitata da Washington: la "coalizione" deve partecipare alla distruzione dell'ISIS nell'Irak (sciita, sotto influenza iraniana ) prima che cada per mano russa nella Siria, dove la disfatta probabilmente precipiterebbe lo sgretolamento anche del Califfato iracheno? E' un'ipotesi.

L'altra ipotesi, non necessariamente opposta alla prima, è che nel progetto di Washington, uno dei motivi per cui ha creato l'ISIS con questi caratteri di ferocia stupida contro i cristiani locali (1) e contro i venerabili monumenti archeologici, era di creare nell'opinione pubblica europea la paura e l'odio che gli israeliani provano verso i musulmani; spingere gli europei ad entrare in quella guerra, coinvolgerli, impantanarceli, fare in modo così che siano sempre più dipendenti dall'ombrello armato della Superpotenza.

Megaphone

Gli USA bombardano l'ospedale, ma la colpa è della Russia

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© AP Photo/ Médecins Sans Frontières


Accusando la Russia di bombardare i civili in Siria, i Paesi occidentali tendono a distogliere l'attenzione dai propri errori, in particolare dalla strage a Kunduz, in Afghanistan, ha detto in un'intervista con "RIA Novosti" l'ambasciatore siriano a Mosca Riyad Haddad.
"Come sapete, qualche giorno fa, l'Aviazione americana ha distrutto un ospedale in Afghanistan, dove si trovavano non solo le persone bisognose di cure, ma anche i collaboratori dell'organizzazione "Medici Senza Frontiere". Credo che fomentando le accuse contro la Federazione Russa, l'Occidente stia cercando di distogliere l'attenzione dai propri errori. Tali dichiarazioni fanno parte di una campagna di propaganda aggressiva contro la Federazione Russa", — ha detto Haddad.
L'ambasciatore ha ricordato che da 1 anno la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha lanciato l'operazione contro ISIS, ma finora non ha riportato alcun risultato positivo.
"Per questo motivo non sarebbe sorprendente se nel corso del tempo questa campagna di propaganda contro la Russia diventi sempre più violenta", — ha dichiarato il diplomatico all'agenzia.

Brick Wall

Assassinato l'ideale di federalismo europeo

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© AFP 2015/ PHILIPPE HUGUEN


A intermittenza tornano di moda nel vocabolario politico europeo i concetti di sovranità popolare e di federalismo, piegati entrambi alla convenienza di chi li invoca, diventando la banderuola di europeisti, euroburocrati o euroscettici.

Emblematiche le recenti esternazioni al portale Linkiesta dell'ex premier Mario Monti, secondo cui gli Stati sono la rovina dell'Europa: Le politiche nazionali dovrebbero rimanere a casa loro, non invadere, in modo evidentemente incompatibile e disorganico, lo spazio che è stato previsto per la politica europea. Il fatto è che l'Europa viene divorata dalle politiche nazionali, è un fenomeno di "eurofagia". Sicuramente c'è una crisi politica dell'Europa, ma non si risolve cercando di fare assomigliare di più la politica a livello comunitario alle dinamiche politiche che vediamo nei singoli paesi. Questo non vuol dire risolvere la crisi politica europea, ma anzi trasferire anche sul piano comunitario la crisi che oggi attanaglia quasi tutte le democrazie nazionali.

Ed ecco a voi la quintessenza del fallimento dell'Europa e della sua originaria vocazione federalista. Appare ormai chiara la deriva autoritaria che a cui è avvezza una parte della classe politica di Bruxelles, quella vicina ai circoli finanziari, ai club sovranazionali, ai Bilderberg euro-atlantici, di cui Monti è personaggio di spicco da molti anni. Con idee come le sue, la Troika e la Commissione hanno assassinato in un colpo solo i principi di sovranità popolare e di federalismo solidale che stavano alla base della fondazione di uno spazio comune continentale.

USA

Senatori USA potrebbero bocciare accordo TTP raggiunto da Obama

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© flickr.com/ rj_schmidt


Il capogruppo al Senato della maggioranza repubblicana Mitch McConnell ha dichiarato alla stampa che molti punti dell'accordo sul Partenariato Trans-Pacifico suscitano preoccupazioni tra i senatori.


Il leader della maggioranza in Senato Mitch McConnell ha detto che molti punti del Partenariato Trans-Pacifico (TTP) destano preoccupazioni tra tutti i senatori, segnala l'agenzia "Reuters".
"Dopo aver letto il testo del Partenariato Trans-Pacifico tutti noi, senza alcuna eccezione, abbiamo espresso molte preoccupazioni per molti punti," — ha detto ai giornalisti il senatore McConnell, commentando l'accordo TTP.

Eagle

Alto ufficiale Usa: l'impero americano è al tramonto

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© beforeitsnews.com
In un discorso tenuto in una delle città più repubblicane degli Stati Uniti, alle porte di Houston in Texas, il colonnello dell'esercito americano in pensione Lawrence Wilkerson ha scioccato il pubblico e la più generale opinione pubblica Usa, soprattutto quella di tendenze repubblicane.

L'impero americano sul viale del tramonto


Non unico né primo tra le fila dei membri storici del Gop (il "Great Old Party", come viene comunemente chiamato il partito repubblicano) - si ricordino per esempio Paul Craig Roberts e Pat Buchanan - Wilkerson argomenta che l'impero americano ha imboccato da tempo il viale del tramonto e un mondo multipolare non è solo un'aspirazione ma sta diventando rapidamente una realtà, come la recentissima accelerazione della storia (il discorso in questione risale a qualche giorno prima, il 25 settembre) sembra dimostrare con una certa chiarezza.

Light Sabers

Il Meglio del Web: Diritto Internazionale in Siria: chi lo osserva e chi lo viola

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Putin e Obama, avventura in Siria: tra i due litiganti... il diritto gode solo a metà


Abbiamo iniziato la settimana con i raid francesi in Siria, la stiamo chiudendo con quelli russi. Senza andare troppo per il sottile: chi lo sta facendo legittimamente (dal punto di vista giuridico) e chi no?

In questa situazione entrano in gioco alcuni dei principi basilari del diritto internazionale, ma principi semplicissimi, che in confronto le tabelline che impariamo alle scuole elementari potrebbero sembrare questioni astrofisiche:

1. Il divieto di uso della forza;

2. Il divieto di ingerenza negli affari interni di un altro Stato.


La battaglia di Solferino del 1859 aveva portato alla creazione della Croce Rossa Internazionale e aveva indotto gli Stati a ripensare le metodologie della guerra, di modo che nei conflitti a venire si rispettasse in un certo qual modo la dignità umana, evitando di infliggere sofferenze inutili ai combattenti. Così piano piano si arrivò alle normative, tuttora in vigore, sul diritto di guerra (Convenzioni dell'Aja del 1899 e del 1907) e su come si conducono le ostilità.Tuttavia gli eventi della I guerra mondiale dimostrarono che esse non erano sufficienti e, con la nascita della Società delle Nazioni, si istituì un primo divieto di ricorso alla forza armata. Esso, ovviamente, non era un divieto assoluto, ma prevedeva che - nel momento in cui uno "sgarbo" tra Stati rischiava di portare al conflitto - questi non ricorressero subito all' arme ma cercassero una soluzione alternativa per almeno tre mesi (si parlava di procedura di cooling off, cioè "raffreddamento" delle tensioni). Il passo successivo fu fatto nel 1928, con un patto bilaterale tra Francia e USA, il Patto Briand - Kellogg, in cui il divieto divenne un po' più forte. Ciò tuttavia non impedì la guerra italiana in Etiopia o l'invasione giapponese della Manciuria, né tantomeno lo scoppio della II guerra mondiale.

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Convergenza strategica Indo-Russo-Cinese in Myanmar - PARTE I

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Lo Stato del Myanmar nel Sud-Est asiatico è assediato da striscianti minacce che rischiano di riportalo ai giorni oscuri di una vera e propria guerra civile. Le vicine potenze Cina e India, non hanno nessun interesse a che questo scenario si verifichi, dato che comprometterebbe il ruolo strategico che si aspettano da un Myanmar stabile. In ciò che costituisce il loro ultimo tentativo di stabilizzare il Paese, per una tragica ironia, hanno ottenuto inavvertitamente l'effetto opposto, e se Pechino e Nuova Delhi non coordineranno abbastanza rapidamente le loro azioni, potrebbero involontariamente favorire le forze che intendono smembrarlo. La Russia ha ottimi rapporti fiduciari con i due colossi asiatici, ha l'enorme potenziale di fare da ponte tra le loro divisioni strategiche e collaborare per evitare una disintegrazione alla jugoslava dell'Unione del Myanmar. Attraverso un bilanciamento diplomatico tra India e Cina e aiutando i due Paesi a raggiungere un accordo ragionevole sul ruolo del Paese nella regione, la Russia diventerebbe la forza critica necessaria all'allineamento nel mondo multipolare del Myanmar, e contribuirebbe a prevenire una futura catastrofe geopolitica.

Iniziamo la prima parte toccando le quattro principali minacce alla stabilità interna del Myanmar, prima di elencare i rispettivi interessi che India, Cina e Russa hanno nel suo mantenimento. La seconda parte esaminerà le loro iniziative unilaterali per cercare di ottenerla (con risultati contrastanti), e propone un ambito di intervento multilaterale più efficace nell'ottenimento del loro obiettivo. Infine, una breve sezione conclusiva per ricapitolare l'articolo.

Commenta: Articolo di Andrew Korybko apparso su Thesaker.is il 24/08/2015

Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it