Maestri BurattinaiS


Megaphone

Il Meglio del Web: Intervento russo contro il terrorismo in Siria: tutte le dichiarazioni dei media occidentali rivelatesi false

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Un drone in Turchia, missile in Iran, truppe terrestri russe in Siria ed altre bugie smascherate.


Rispetto alla propaganda incontrastata del passato, in grado di farvi accettare, passivamente, indicibili crimini contro l'umanità della Nato (Usa e fedeli schiavi), nello scacchiere internazionale di oggi qualcosa di molto importante è accaduto. Più che i nuovi Jet e i nuovi carri armati che esaltano in molti oggi della Russia di Putin, il Cremlino ha compiuto una rivoluzione storica con la costruzione di una rete di informazione - il canale e il sito web Russia Today, presente ormai anche in spagnolo, francese e tedesco - in grado di costruire una forza pari e contraria alla corporation delle menzogne dei media occidentali. Si tratta chiaramente di una fonte di parte, ma, del resto, esattamente come tutte le fonti che leggete ogni giorno. Non esistono fonti imparziali. Quando batte una notizia l'Ansa credete che lo faccia in modo imparziale? Per non parlare, chiaramente, di chi nel nostro paese difende tanto l'Albo dei giornalisti, da Repubblica a Corriere: pensate ancora che quello che leggete su quei giornali sia fonte imparziale? Fonti imparziali non esistono, spetta ad ognuno il dovere morale e la curiosità di porsi domande, cercando risposte tra tutte le fonti esistenti.

Ecco oggi, rispetto al passato, è proprio questa ricerca che è finalmente possibile. Rispetto al passato totalizzante della propaganda di massa che vi ha fatto credere che in Iraq vi fossero armi di distruzione di massa puntate sull'occidente o che Gheddafi fosse il responsabile di un eccidio del suo popolo, queste menzogne possono essere rivelate al mondo attraverso canali che arrivano a milioni e milioni di persone.

War Whore

Perchè l'America non abbandona la missione in Afghanistan?

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"Avete sentito tutti cosa ha detto il presidente Barack Obama. Stiamo valutando se prolungare di un altro anno la nostra presenza in Afghanistan, come ci è stato chiesto dall'amministrazione americana. Se l'impegno americano in Afghanistan prosegue, penso sia giusto anche da parte nostra ci sia un impegno".
Con queste parole Matteo Renzi, durante il discorso tenuto all'università di Venezia nella giornata di giovedì annuncia il proseguo della missione italiana in Afghanistan. Parole che fanno il paio con quelle di Obama, che 3 giorni fa ha dichiarato che
"l'impegno degli Stati Uniti verso l'Afghanistan e la gente afghana va avanti," aggiungendo che "5.500 truppe resteranno nelle basi Usa del Paese".
Che l'Afghanistan, per l'amministrazione Obama possa risultare un pantano a tutti gli effetti e la fotografia di una politica decisamente inefficace è sotto gli occhi di tutti, soprattutto sotto gli occhi dell'opinione pubblica americana che ultimamente ha evidenziato un non più tanto nascosto malessere verso la missione afghana. Ma, nonostante queste premesse, gli Usa non possono permettersi un ritiro dal paese in questione. Per quale motivo? Perché il mantenimento di un'instabilità politica in Afghanistan, per quanto dispendiosa per le casse statunitensi, è di vitale importanza per le politiche di Washington. Nel 2004, Lynn Pascoe (vice segretario del dipartimento di stato americano per l'Europa e l'Eurasia), ricordava che gli obiettivi della missione in Afghanistan erano la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e lo sviluppo di un libero mercato energetico aperto a investitori stranieri. Che tradotto, sanciva la metamorfosi dall'originaria guerra al terrorismo alle ben nota guerra economica.

Heart - Black

Ordine di scuderia: censura sui crimini sauditi

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A fronte dello tsunami d'insulti, maldicenze ed illazioni all'indirizzo dei cosiddetti "cattivi" (Iran, Siria, Russia ecc.), le lamentele occidentali sul "medio evo" saudita al riguardo delle donne, della libertà di parola e, più in generale, di tutto quel che concerne i "diritti umani" fanno la figura della classica puntura di spillo.

Mediamente "si sa" in giro che le donne là non possono guidare la macchina; che il tal blogger è stato frustato e che le condanne a morte si accompagnano alla "barbara" usanza delle pene corporali; e che esiste la ben poco "multiculturale" questione dello sfruttamento, ai limiti della schiavitù, della manodopera straniera. Ma è poca roba al confronto con tutto quello che viene messo sul conto dei governi invisi agli occidentali, per i quali non si fanno sconti e, anzi, la fabbrica delle menzogne ne sforna sempre una al giorno.

A quelle labili e saltuarie denunce si va a sommare qualche settoriale protesta per il trattamento dei non musulmani. Settoriale perché alla maggior parte degli occidentali della regione non interessa più nulla, se non come fattore "identitario". Ma il tutto emerge sporadicamente, senza troppa convinzione e, soprattutto, senza tutta quell'insistenza perfida con la quale i "media" martellano all'indirizzo anche di altri "Stati islamici" come l'Iran, dove peraltro le donne non stanno affatto così male, sempre che con "bene" non s'intenda l'impazzimento della cosiddetta "donna moderna" che in tutto e per tutto deve scimmiottare il maschio (un maschio anch'egli impazzito, tra l'altro).

Eye 2

Egemonia USA contro Cina in ascesa

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La complessità e la storia delle attuali tensioni in Asia-Pacifico sono ignorate dai racconti semplicistici sostenuti da un nazionalismo superficiale. Il ritratto della Cina sui media occidentali come "bullo" regionale contro le sue vittime nel Sud-Est asiatico divide l'opinione pubblica su due lati di una linea prevedibile. Da una parte coloro che accolgono l'ascesa della Cina in contrappeso alla lunga egemonia occidentale in Asia Pacifico, dall'altro coloro che temono che la Cina semplicemente sostituisca l'egemonia occidentale "benevola" con il proprio dominio regionale. Da qualche parte nel mezzo c'è la verità, ma per arrivarvi bisogna capire la vera natura del dispiegarsi delle inutili tensioni nel Mar Cinese Meridionale.

Imperialismo permanente

Il Pacifico, e in particolare gran parte di Cina e Sud-Est asiatico, era sotto il controllo delle potenze coloniali europee, con la Gran Bretagna che controllava Malesia, Myanmar (allora si chiamava Birmania) e parti della Cina, e la Francia Cambogia, Vietnam e Laos. Attraverso la "diplomazia delle cannoniere" inglese, l'impero strappò concessioni simili a ciò che oggi sarebbe l'assai impopolare "accordo di libero scambio" della Thailandia (allora chiamata Siam), così come della Cina, tra cui la presa di Hong Kong. Vi è letteralmente una strada a Hong Kong, ancora chiamata "Possession Street", che segna il luogo dove gli inglesi per primi esaminarono la terra appena occupata, all'inizio di un secolo e mezzo di occupazione. Hong Kong fu sequestrata durante le guerre dell'oppio, così chiamate perché furono combattute contro i tentativi della Cina di arrestare il commercio dell'oppio altamente distruttivo che gli inglesi trasportavano sul suo territorio. Le guerre mondiali videro la significativa riduzione del potere e dell'influenza occidentali nell'Asia-Pacifico. Mentre gli Stati Uniti mantennero l'egemonia su Giappone e Filippine, molte altre nazioni espulsero gli occupanti coloniali e divennero indipendenti.

Stormtrooper

Il Meglio del Web: Frattanto, nell'Ucraina occupata dai nazisti

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I drammatici sviluppi in Siria hanno in qualche modo fatto passare in secondo piano quello che succede nell'Ucraina occupata dai nazisti. In verità, laggiù non è successo nulla di veramente "importante", ma questo da solo è un progresso importante ed un caso di "nessuna nuova, buona nuova".

Banderastan

Ricordate quanto siamo andati vicino ad un attacco Ukronazi solo qualche mese o qualche settimana fa? L'attacco non si è mai materializzato. Questa, lo ribadisco, è la notizia più importante e qualcosa che la maggior parte di noi non avrebbe mai osato sperare. Dopo tutto, gli Ukronazi avevano concentrato lunga la linea di contatto una forza molto consistente (qualcuno direbbe "gonfiata"), la retorica proveniente da Kiev era anche peggiore del solito e c'erano tutti i sintomi che la giunta fosse pronta ad attaccare in qualunque momento. Poi sono successe due cose. Primo, è abbastanza evidente che la Merkel e Hollande hanno detto a Poroshenko che se avesse lanciato ancora un altro attacco, molto probabilmente ne sarebbe uscito sconfitto e che loro non avrebbero potuto salvarlo con un "Minsk 3".

Secondo, gli analisti militari americani ed ucraini hanno probabilmente comunicato a Poroshenko che l'esercito Ukronazi non aveva semplicemente i mezzi per sconfiggere i Novorussi. Tradotto in termini politici, questo significa che un attacco della giunta al Donbass non sarebbe sufficiente per costringere la Russia ad intervenire direttamente ed apertamente e questo renderebbe inutile tutta l'operazione.

Bomb

Siria: attacco all'ambasciata russa a Damasco, sparati colpi di mortaio

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© rferl.org


Due colpi di mortaio sono stati lanciati questa mattina contro l'ambasciata russa a Damasco. Lo ha riferito un testimone all'agenzia di stampa Xinhua. Proprio per oggi, davanti all'ambasciata di Mosca nel quartiere di Mazraa a Damasco, era in programma una manifestazione per ringraziare la Russia per essere intervenuta militarmente a sostegno del regime di Bashar al-Assad.

Al momento dell'attacco un centinaio di persone si erano riunite per manifestare. E' dal 30 settembre che la Russia sta conducendo raid aerei contro i jihadisti dello Stato Islamico (Is) e i miliziani del Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda in Siria, su richiesta del presidente Assad. L'opposizione denuncia però che i raid russi prendano di mira anche i ribelli moderati, oltre che i civili.

L'attacco arriva in concomitanza con l'appello di Abu Mohamad al-Joulani, leader dei jihadisti del Fronte al-Nusra, di attaccare civili e militari russi in risposta ai raid di Mosca in Siria. Il messaggio è rivolto agli estremisti del Caucaso. Secondo Joulani, i raid aerei russi non stanno colpendo i rivali del sedicente Stato islamico (Is), ma altri gruppi ribelli. Inoltre oggi l'inviato delle Nazioni Unite per la pace in Siria Staffan de Mistura è volato a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov con il quale discuterà della guerra in corso dal marzo del 2011 alla luce dell'intervento militare russo a sostegno del regime di Assad.

War Whore

L'Isis ora non serve più, il nuovo fronte è la "proxy war" in Yemen. Con Russia e Iran nel mirino

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Chi c'è dietro la strage di Ankara? Il premier turco, Ahmet Davutoglu, in un primo momento ha indicato come potenziali sospetti Isis e Pkk ma anche le sigle di estrema sinistra Dhkp-c e Mlkp. Insomma, praticamente tutti tranne servizi segreti e altri gruppi filo-statali, ipotesi che gli analisti non scartano a priori e che anche la popolazione turca ritiene probabile, visto che la folla ha immediatamente gridato alla strage di Stato.
Una situazione di caos a soli venti giorni dalle elezioni, dove secondo i sondaggi l'Akp di Erdogan rischia di ritrovarsi senza la maggioranza assoluta di cui aveva goduto per 13 anni: a negargliela, guarda caso, sarebbe l'ingresso dei curdi in Parlamento.

E con un situazione della valuta come questa,

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con la lira turca che sta letteralmente collassando nel cross con il dollaro e delle riserve ancora peggiore,

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Top Secret

Su Charlie Hebdo piomba il segreto. Militare.

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I giudici non potranno indagare: il ministro degli interni francese, Cazeneuve, ha bloccato ogni ulteriore inchiesta sull'eccidio compiuto da Amedy Coulibaly, il 32enne nero che s'era asserragliato nel piccolo supermercato Hyper Casher di Porte de Vincennes, uccidendo cinque clienti e finendo crivellato dai colpi dei corpi speciali. Facendo valere - si noti - il segreto militare.

Certamente ricordate. Era il 9 gennaio 2015; il 7, due terroristi, urlando Allahu Akbar!, avevano trucidato praticamente l'intera redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Avevano da freddi professionisti: poi però nella Citroen che avevano abbandonato nel XIX arrondissement scappando su un'altra vettura, uno dei due aveva dimenticato la carta d'identità; era il documento di Said Kouachi, il che aveva permesso di identificare senza alcun dubbio gli autori della strage con i fratelli Kouachi, Said e Chérif, già noti alla polizia come estremisti islamici. Mentre i due erano in fuga, Coulibaly si asserragliò deliberatamente nel supermercato kosher; perbacco, un attentato antisemita in piena Parigi! Tutte le tv del mondo si concentrarono davanti alle vetrine, e ripresero la tragica e spettacolare scena dell'uccisione di Coulibaly, cosa che per qualche ora fece dimenticare la fuga dei due fratelli Kouachi. Nessuno ha visto la loro morte, che ufficialmente è avvenuta dopo una sparatoria con gli agenti a Dammartin en Goele, a una settantina di chilometri dalla capitale, il 9, alla stessa ora del tardo pomeriggio in cui è stato ucciso, davanti alle tv, Coulibaly a Parigi. E' stato lo stesso Hollande ad ordinare che le due irruzioni avvenissero in contemporanea; dell'uccisione dei fratelli Koauchi è stato diffuso un video che mostra un bagliore nel buio: a gennaio, le cinque si sera è già notte.

Vader

Flashback Il Meglio del Web: Una finestra nella mente di un Dittatore Scientifico

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La raffinatezza della tirannia e del controllo all'interno di una scienza è il sogno a cui aspira il dittatore scientifico del XXI secolo. Lo studio della natura umana, della psicologia e della biologia lo aiuta nella sua ricerca. Quello che leggerete qui è una piccola finestra nella mente di un dittatore scientifico. In combinazione con il potere centralizzato e con il sempre più rapido progresso della tecnologia, la capacità di gruppi sempre più piccoli di esercitare potere su un numero effettivo più grande di persone è un pericolo reale. CS Lewis scrisse nel 1944:"Il quadro reale è quello di un'era predominante...che si oppone a tutte le ere precedenti con maggior successo...La conquista della natura da parte dell'uomo, se vengono realizzati i sogni di qualche pianificatore scientifico, significa il dominio di poche centinaia di uomini su miliardi e miliardi di persone."

Ponerologia Politica

"...la distruzione biologica, morale, psicologica ed economica di questa maggioranza di persone normali è una necessità "biologica" dei patocrati..."

Vader

Brzezinski a Putin: basta colpire la NOSTRA Al-Qaeda o sarà la III guerra mondiale!

Kevin Barrett - 01
Il prof. Kevin Barret
L'affermazione di Zbigniew Brzezinski (ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti) secondo cui Washington dovrebbe rivalersi contro Mosca per gli attacchi aerei russi contro i beni degli Stati Uniti in Siria è una "sbalorditiva ammissione" del ruolo svolto dall'America nel provocare la crisi siriana come correttamente sottolineato da Kevin Barrett, un noto professore americano del Wisconsin esperto di cultura medio-orientale.

Il Dr. Kevin Barrett, ha rilasciato queste dichiarazioni in un colloquio telefonico con Press TV commentando l'ultimo articolo di Brzezinski sulla Russia pubblicato dal Financial Times.

Brzezinski ha consigliato il presidente Barack Obama di disarmare i russi se continuano ad attaccare i militanti addestrati dalla CIA in Siria.

Brzezinski ha scritto inoltre: "I mezzi navali e aerei russi in Siria sono vulnerabili, isolati geograficamente dalla loro terra, potrebbero essere 'disarmati' se persistono a provocare gli Stati Uniti."

Commenta: C'è poco da aggiungere. Brzezinski è anche la voce stessa di tutti i media che gli fanno eco, con parole che sembrano uscite dalla bocca di un portavoce di un Impero d'altri tempi. Purtroppo sta accadendo qui e adesso. A quanto pare, in un mondo sempre in guerra e con nessuna voglia di progredire verso la pace, ragionamenti da mente criminale passano come se fosse ordinaria amministrazione, e frasi del tipo "Il nemico del mio nemico è mio amico" vengono praticamente assorbite dal pubblico senza batter ciglio, o senza voci decise di disapprovazione. Saranno i filmetti di Hollywood che ci preparano diligentemente alle peggiori aberrazioni morali, o il meme inculcato a forza che premier come Putin, Assad o il defunto Gheddafi, siano o fossero il male senza il quale il Mondo potrebbe finalmente sopravvivere e rinascere con rose e fiori.