Maestri BurattinaiS


Yoda

Il presidente della Siria Assad al TG1: "ISIS creatura degli Usa"

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© l'antidiplomatico.it
Solo il popolo siriano potrà decidere il futuro del paese. "Se i siriani vorranno elezioni presidenziali non ci sarà nessuna linea rossa ad impedirlo. Ma non sarà una mia decisione, dovrà esserci il consenso tra i siriani"

Vi riproponiamo la trascrizione integrale dei tre minuti dell'intervista di Marco Clementi e Paolo Carpi, andata in onda al TG1 delle 20, al presidente siriano Bashar al-Assad

L'intervista

- Signor Presidente grazie per l'incontro. Cominciamo da Parigi, qual è la sua reazione?

Si tratta di un crimine orribile, con esseri innocenti uccisi senza alcun motivo. Noi in Siria sappiamo cosa vuol dire perdere una persona cara in un crimine così orribile. Ne soffriamo da cinque anni.

- Dietro ai fatti di Parigi c'è l'Isis. In Occidente c'è chi dice che Lei abbia sostenuto i terroristi per dividere l'opposizione. Cosa risponde?

L'Isis è iniziato in Iraq. Al-Baghdadi è stato rilasciato dagli americani stessi. Quindi l'ISIS non è nato in Siria, non è cominciato in Siria, ma in Iraq, ed è iniziato ancora prima in Afghanistan secondo quello che dicono loro. E Tony Blair ha detto di recente che a creare l'Isis ha contribuito la guerra in Iraq.

- A proposito della situazione in Siria. Da Vienna e Antalya è arrivata l'indicazione a puntare ad una transizione al potere che porti ad elezioni, ma lei prima o poi dovrebbe lasciare.

No. Nella dichiarazione non c'è nulla riguardo al presidente. La parte principale della riunione di Vienna è che tutto ciò che accadrà del processo politico dipenderà da quello che decideranno i siriani. La cosa più importante è che ci siederemo gli uni accanto agli altri anche con l'opposizione e presenteremo il nostro porgramma e il nostro piano come siriani. Se i siriani vorranno elezioni presidenziali non ci sarà nessuna linea rossa ad impedirlo. Ma non sarà una mia decisione, dovrà esserci il consenso tra i siriani.

- Qual è stata l'importanza di andare a Mosca?

Con i russi ho discusso la situazione militare e ho parlato del processo politico pochi giorni prima di Vienna. E' stato un viaggio importante, perché i russi capiscono bene questa regione. Hanno relazioni storiche e sanno come avere un ruolo chiave in questo paese.

- Presidente mi faccia capire bene qual è il suo programma realistico per uscire dalla crisi.

Se vuole parlare di scadenza temporali, le dico che nulla inizerà prima di aver sconfitto il terrorismo. Non puoi cominciare nulla finché i terroristi occupano molta parte della Siria.

- Presidente Assad come vede il futuro, per lei conta di più il futuro della Siria o rimanere al potere?

E' del tutto evidente, il futuro della Siria è tutto per noi. Certo, dentro la Siria c'è chi è dalla parte del Presidente e chi è contro il Presidente. Per questo finché il mio futuro sarà una cosa buona per la Siria, se i siriani mi vorranno come presidente sarà un buon futuro; se i siriani non mi volessero come presidente e io volessi rimanere agganciato al potere, questo sarebbe sbagliato.

Qui il video

Alarm Clock

SOTT Focus: Gli attacchi di Parigi rivelano la Strategia bizzarra di ISIS e la Strategia della Tensione della NATO in Europa

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Scene tratte dai molteplici attacchi terroristici coordinati accaduti a Parigi Venerdì il 13 novembre 2015
"E' talmente scioccante. Quando è successa la strage di Charlie Hebdo, si trattava di un attacco mirato, specifico. Ma questa volta è terrificante perché sono state prese di mira e uccise persone innocenti, a caso. Conosco tante persone a Parigi - c'è tanto panico e caos in giro, nessuno capisce cosa stia accadendo. Tutti quanti ci troviamo in uno stato di shock totale."
Queste sono le parole di Quentin, 27 anni, che lavora a Parigi presso una compagnia online, il cui vecchio amico è stato ucciso a colpi di arma da fuco al teatro Bataclan.

Attacchi terroristici come questi non accadono mai a "caso", ossia, seguono sempre un obiettivo preciso. Se appaiono casuali, è solo perché questa non è nient'altro che una strategia in un piano ben determinato. I governi e certe organizzazioni usano il terrorismo per raggiungere un obiettivo specifico, per cui vi è sempre un motivo. Per capire qual è il motivo, non resta che sapere chi è veramente responsabile.

Ci è stato detto che l'"ISIS" ha rivendicato la responsabilità degli attacchi di Parigi, un'affermazione in parte sostenuta dalla comoda scoperta di un passaporto siriano sul corpo di uno dei "kamikaze" (perché questi terroristi portano sempre con sé i loro passaporti nelle missioni suicide?). Ma visto che la maggior parte dei terroristi ISIS in Siria sono mercenari stranieri, questi passaporti così convenientemente trovati sui luoghi delle stragi non dimostrano niente, tranne forse che alcuni terroristi ISIS si sono nascosti tra i rifugiati siriani che transitavano attraverso la Grecia, questa estate.

Ci è stato detto che I'ISIS mira a stabilire un califfato su gran parte del Levante. Ma raggiungere tale obiettivo comporta necessariamente la rimozione del governo di Assad, un obiettivo che le potenze occidentali hanno seguito per diversi anni. Negli ultimi 4 anni della "rivoluzione siriana", e fino a circa 6 settimane fa, il gruppo aveva percorso un lungo cammino verso il raggiungimento di tale obiettivo, con l'esercito arabo siriano seriamente indebolito e le aree sotto il controllo del governo di Assad limitate a Damasco e dintorni. Tuttavia solo dopo 6 settimane di attacchi aerei russi, l'ISIS sta perdendo le sue posizioni più velocemente di un asino a 3 gambe in una corsa di cavalli, e i loro finanziatori in Arabia Saudita, Qatar e Washington DC, a quanto pare non riescono a sostenerli con abbastanza soldi e armi per cambiare questa "brutale" situazione.

Eiffel Tower

Il Meglio del Web: Attacchi terroristici a Parigi: Testimone al massacro del bar parla di uomini armati 'bianchi, senza barba, muscolosi' - Arrivano e ripartono su una Mercedes nera

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Uomini armati in uniforme nera e con fucili d'assalto in mano, sono stati visti arrivare lentamente alla guida di una Mercedes nera durante una serie di coordinate atrocità

Due uomini dell'ISIS, pesantemente armati, sono arrivati lentamente con una Mercedes-Benz nera e hanno massacrato decine di commensali innocenti in un bistrot di Parigi prima di fuggire via.

Un testimone oculare ha raccontato come 20 persone sono state giustiziate in un attacco calcolato in un affollato ristorante nel cuore della capitale francese, mentre mangiavano sui tavoli del marciapiede.

Una descrizione scioccante degli assassini e il loro barbaro assalto sono tra le prime testimonianze emerse la scorsa notte.

Mahoud Admo ha riferito:
"Il bandito non mostrava alcuna emozione mentre ha cominciato a sparare proiettili sui commensali. Continuava a ricaricare la pistola e a sparare, senza dire una parola. Le persone al di fuori del bar sono morte all'istante. Erano fiumi di sangue dappertutto e vetri rotti. E' stata una carneficina"
Gli scioccanti dettagli del sanguinoso attacco continuavano ad arrivare mentre la Francia rimaneva in allerta e con le forze speciali che continuavano a dare la caccia ai membri della cellula terroristica.

L'ISIS ha rivendicato la responsabilità dei nauseanti attacchi che hanno ucciso almeno 127 persone e lasciato più di 60 persone seriamente ferite. L'attacco a Le Belle Equipe ha avuto luogo poco dopo che tre esplosioni scuotessero lo Stade de France, dove la nazionale ospitante stava giocando contro la Germania.

Commenta: L'ISIL ha rivendicato la sua responsabilità di questo brutale atto. L'ISIL ha anche coltivato un particolare immagine nei suoi video propagandistici. Tuttavia dei testimoni descrivono l'antitesi di questa immagine. Niente maschere, nessuna barba o fascia in testa con gli slogan stampati, niente bandiere nere (un presupposta firma lasciata nella scena del massacro a Charlie Hebdo e in molteplici altri incidenti terroristici).

Invece, qualcuno che li ha visti da vicino ha descritto degli uomini bianchi, ben rasati, che sembravano e agivano come soldati. Molto strano.


Quenelle - Golden

Il Meglio del Web: Senatore statunitense invia lettera di appoggio al presidente Bashar al-Assad

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Il presidente Bashar al-Assad questo giovedì ha ricevuto una lettera da Richard Black, un Senatore degli Stati Uniti dello Stato della Virginia, una lettera in cui ha scritto che, "Mi compiaccio per l'intervento della Russia contro le armate che invadono la Siria. Grazie al loro supporto, l'Esercito Siriano a fatto grandi passi contro i terroristi."

"Mi ha reso molto felice la clamorosa vittoria della Siria su ISIS nell'Aerodromo di Kuwairis. I miei complimenti vanno a coloro che hanno eroicamente tratto in salvo 1000 coraggiosi soldati siriani da morte certa. Sono convinto che altre vittorie come questa andranno a compimento," ha aggiunto Black.

Il senatore statunitense Richard Black, repubblicano della Virginia, ha affermato che in Siria c'è una guerra illegale di aggressione da parte di potenze straniere, determinata ad imporre un regime fantoccio, in una lettera inviata al presidente Bashar al-Assad.

Nella missiva, pubblicata questo martedì dai mass media locali, il senatore Black riconosce sentirsi soddisfatto per la cooperazione militare russa brindata alle autorità di Damasco, per lottare contro quelli che ha qualificato come eserciti invasori.

"Con l'appoggio della Russia, l'esercito siriano ha fatto passi importanti contro i terroristi", ha sottolineato il legislatore nordamericano.

Il congressista repubblicano ha detto di essere entusiasta per la grande vittoria ottenuta alcuni giorni fa contro gli jihadisti del gruppo Isis nella base aerea di Kweres, nella provincia di Aleppo.

"Mi congratulo con quelli che eroicamente hanno riscattato centinaia di coraggiosi soldati siriani da una morte sicura. Sono convinto che molte di queste vittorie saranno ancora più importanti nel prossimo futuro", ha aggiunto nella sua lettera.

Black ha spiegato nella sua lettera ad al-Assad che il generale Wesley Clark, ex comandante supremo della NATO, rivelò nel 2001, che le potenze occidentali avevano sviluppato piani per abbattere la Siria.

Ha aggiunto che, tuttavia, dopo quindici anni di istigazione della sovversione militare, la NATO, Arabia Saudita e Qatar, non possono ancora presentare un solo leader rivoluzionario che goda dell'appoggio del popolo siriano.

Le potenze straniere non hanno il diritto di revocare elezioni legittime ed imporre la loro volontà sul paese siriano. Solo i siriani devono determinare il loro destino e senza nessun intervento straniero. Sono deluso che l'ONU ignora questa interferenza illecita nei temi interni della Siria, ha aggiunto il senatore per la Virginia.

Nella sua lettera al presidente siriano, Black ha denunciato che i terroristi continuano a ricevere appoggio militare dalla Turchia, Arabia Saudita e Qatar, che a sua volta sono alleati degli Stati Uniti, e ha segnalato la Turchia come il patrocinatore più leale del gruppo takfirista dell'Isis.

Turchia ed Arabia Saudita cercano di imporre una dittatura religiosa in Siria, e se ci riescono, allora i cristiani e le altre minoranze verranno assassinate o vendute come schiavi, ha assicurato il congressista nordamericano.

Inoltre, ha accusato il governo degli Stati Uniti di armare la stessa organizzazione terroristica (al-Qaeda) responsabile della morte di tremila statunitensi negli attentati dell'11 settembre 2001, fatto che è da considerarsi come un tradimento nei confronti delle vittime.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

Commenta: Un membro del Congresso Usa denuncia la doppia morale degli Stati Uniti nei confronti della Russia


Vader

La Repubblica Francese presa in ostaggio

Hollande e Laurent
Il ministro francese Laurent Fabius e il presidente Francois Hollande
La guerra che si è estesa fino a Parigi è incomprensibile per i francesi, che sanno poco e niente delle attività segrete del loro governo nel mondo arabo, delle sue alleanze contro natura con le dittature del Golfo e della sua partecipazione attiva al terrorismo internazionale. Questa politica non è mai stata discussa in parlamento e raramente i media mainstream hanno osato interessarsene.

Da cinque anni i francesi sentono parlare di guerre lontane senza capire di cosa si tratta. La stampa li ha informati dell'impegno del loro esercito in Libia, ma mai della presenza di truppe francesi in missione nel Levante. I miei articoli al riguardo sono molto letti, ma percepiti come stravaganze orientali. Nonostante la mia storia personale, va di moda definirmi «estremista» o «complottista» e sottolineare che i miei articoli sono riprodotti da siti web di tutte le convinzioni, compresi gli estremisti o i complottisti, quelli veri. Eppure nessuno trova niente da obiettare in ciò che scrivo. Tuttavia nessuno ascolta i miei avvertimenti sulle alleanze che la Francia stringe.

Improvvisamente, la verità ignorata è venuta a galla.

Nella notte di venerdì 13 novembre 2015 la Francia è stata attaccata da alcuni commando che hanno ucciso almeno 130 persone in cinque luoghi diversi in Parigi. È stato dichiarato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per 12 giorni e il parlamento potrebbe rinnovarlo.

Black Cat 2

Francia: l'Isis ha vinto?

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© piccolenote.ilgiornale.it
Nel primo articolo sui tragici eventi parigini avevamo accennato alle similitudini tra l'esfiltrazione dalla Stade de France di Franςois Hollande e quella di George W. Bush nel post 11 settembre, paventando un sequel di quel che accadde allora. ovvero la caduta del Paese nelle mani dei neocon.

E così sembra essere accaduto in Francia. Il discorso alla nazione pronunciato ieri da Hollande riecheggiava quello di George W. Bush: chiamata alla guerra dell'Europa in base all'articolo 42 del Trattato dell'Unione, Patriot Act in salsa francese, stato di emergenza prolungato per altri tre mesi, riforma costituzionale volta a delimitare le libertà democratiche e via dicendo.

Come allora Bush era stato aggiogato dai suoi falchi, così Hollande sembra si sia consegnato nelle mani dei dioscuri neocon transalpini: Manuel Valls (Primo ministro) e Laurent Fabius (ministro degli Esteri).

Proprio quel che l'Isis voleva: trascinare la Francia in una guerra dai contorni indefiniti e generalizzati. Costringerla a baciare il diavolo, come recita il titolo della canzone sulle cui note è avvenuta la strage al Bataclan.

Allora le cose non andarono granché bene: le guerre neocon, con le loro ambiguità e la loro sconsideratezza, hanno provocato i disastri che sono sotto gli occhi di tutti, alimentando ancora di più il terrorismo.

E oggi come allora i proclami di guerra transalpini non sono immuni da ben note ambiguità. Le ha sottolineate Alain Touraine sul Corriere della Sera di oggi: «"È strano come un uomo di esperienza come Fabius abbia indugiato nell'equivoco "né con l'Isis né con Assad". Assad non ci ha attaccati: lo Stato islamico sì"».

Chess

Putin segna 1- Obama 0

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© controinformazione.info
Non è ancora finita. Tuttavia, dopo sei settimane che la Federazione Russa ed il suo presidente Vladimir Putin hanno preso la valorosa e degna decisione di intervenire militarmente in Siria, il risultato si sta già dimostrando una sorprendente vittoria. Con il potere dell'aria i russi stanno annientando le centinaia di obiettivi del terrore appoggiato dall'estero, mentre l'Esercito siriano è riuscito a far retrocedere decisamente il nemico.

Le ultime vittorie ottenute dalle forze dell'Esercito siriano per aver liberato una base aerea strategica nella parte nord di Aleppo e le località dei dintorni dall'assedio dei gruppi del terrore, sta a dimostrare che Putin era nel giusto nella sua decisione di intervenire. Dopo oltre un anno di bombardamenti diretti dalla coalizione degli USA contro il presunto Stato Islamico, la Siria si era trovata più che mai sotto la minaccia jihadista e wahabita. Sei settimane dopo i bombardamenti russi la stessa rete di mercenari permane sul campo. Ma il nemico si trova in stato di disordine e di ritirata. Ricordiamo che quando la Russia aveva ordinato l'intervento in Siria per sconfiggere i terroristi, gli Stati Uniti e Barack Obama avevano immediatamente censurato Putin dichiarando che la loro azione era destinata ad un fiasco.

Appena la scorsa settimana, il segretario alla difesa Ashton Carter aveva accusato Putin di "gettare benzina" sulla Siria ed aveva predetto che l'intervento della Russia avrebbe prodotto ancora più terrorismo.

Bene che male può essere stato? Ben lontani da un fiasco o dal gettare benzina, la Russia sta facendo risorgere la Siria sui suoi piedi e sta aiutando l'Esercto siriano a liberare questo paese dal flagello del terrorismo. L'ultima vittoria strategica delle forze dello Stato siriane sull'ISIS e gli altri gruppi terroristi, quelli denominati dall'Occidente "ribelli moderati", dimostra un paio di cose.

In primo luogo Putin ha agito correttamente. Il presidente russo ha dimostrato di aver fatto un passo valoroso perchè la Russia correva il rischio di rimanere impantanata in un labirinto dello stile dell'Afghanistan, come Obama ed altri esperti dei paesi occidentali avevano predetto (e desiderato che accadesse). Questo non è stato il caso ,come si è visto dopo sei settimane.

In secondo luogo, l'avanzata di questi giorni dell'Esercito siriano sul territorio intorno ad Aleppo contro gli Jihadisti sta anche a dimostrare che, contrariamente alle rimostranze iniziali fatte dagli occidentali, gli attacchi aerei russi sono stati rivolti fin dall'inizio contro la rete del terrore.

L'aereoporto di Kweires vicino ad Aleppo è stato sottoposto ad un assedio da parte dell'ISIS e delle sue milizie del terrore che è durato due anni.
Questo fatto è innegabile anche per la macchina dei media occidentali collaudata nel diffondere menzogne. L'intervento russo, legale secondo il diritto internazionale in quanto richiesto dal governo sovrano siriano, si occupa di dare colpi mortali contro i terroristi così come aveva proclamato dall'inizio del suo intervento.

War Whore

Stoltenberg vuole la NATO in guerra. Putin: Ma chi è il mandante?

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Tutto come da programma: il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha addirittura sollecitato Parigi ad invocare l'articolo 5, che obbliga i paesi membri dell'alleanza a scendere in guerra a fianco di uno di loro che sia aggredito. Stoltenberg obbedisce come sempre ad ordini americani. Se del "governo" americano non è certo. E' certo invece che William Kristol, il guru dei neocon, esige dalle colonne del Washington Post l'invio di truppe di terra: mai sprecare un bell'attentato-strage. Jerry Hendrix, del Project for a New American Century, ha dichiarato a Time Magazine: "L'attacco di Parigi può essere l'evento catalizzatore che risveglia la comunità internazionale ad agire". "Evento catalizzatore" è la stessa espressione che il medesimo 'pensatoio' allora diretto da Wolfowitz, Cheney, e simili - usò nel documento che emise nel 2000, un anno prima dell'11 Settembre. In quel documento, intitolato "Rebuilding the American Defense", si propugnava un enorme riarmo degli Usa e lo scatenamento di anni di guerre per mantenere la supremazia della superpotenza. Certo, dicevano i compari, per convincere gli americani a intraprendere tale costosa impresa, occorrerà "qualche evento catastrofico e catalizzatore - tipo una nuova Pearl Harbor". L'attentato di Bin Laden alle Torri Gemelle, con tanto di ritrovamento di passaporti dei dirottatori arabi sul luogo del disastro, fornì l'elemento catalizzatore. Anche adesso c'è il passaporto di uno degli attentatori: un falso, come ormai hanno stabilito la polizia greca e quella serba.

Forza, alla guerra! I neocon ed ambienti collegati, dopo aver creato e sostenuto l'ISIS (ricordate McCain col futuro Califfo in Siria nel 2013?), adesso ne esigono la distruzione. Dicono che la politica di Obama, di contenimento, è sbagliata. Ci vogliono le truppe di terra adesso, e subito. Ce le devono mettere gli europei. Non ce la fanno? Erdogan è pronto ad invadere la Siria del Nord per incenerire l'ISIS - che mantiene e coccola.

Com'è cambiato, Erdogan. Ha dichiarato: la Turchia è vittima del terrorismo, lo conosce per esperienza (l'attentato-strage di Ankara contro i suoi oppositori ne è un bell'esempio); "deve finire il gioco il mio terrorista è buono, il vostro è cattivo - Il terrorismo non ha religione, né nazione, nessuna razza, nessuna patria".

Alarm Clock

Alcune considerazioni dopo le stragi di Parigi

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© ildiscrimine.it
Quello che sta accadendo in Europa è un film già visto in Italia con la "strategia della tensione".
Siccome nella stessa Europa esistono forze contrastanti - e cioè non è vero che tutta la classe dirigente vuole lo scontro con la Russia e l'Iran - ecco che i nostri "alleati" ci riservano questo trattamento, per "consigliarci" la scelta giusta. E nel frattempo ne approfittano, con la scusa dello "stato d'emergenza", per far digerire di tutto e di più. Tanto, c'è "il terrorismo"!

Bisognerebbe anche avere un po' di senso critico, o della misura, e cioè compiere lo sforzo sovrumano di ricordarsi che la Russia ha subito, solo pochi giorni fa, un attentato aereo, mentre a Beirut sud (roccaforte di Hezbollah) questo "terrorismo" ha compiuto una strage che non è meno spregevole di quelle che accadono nelle città europee... Quindi, prima di farsi travolgere dalle emozioni, si ragioni e si mettano insieme i pezzi... Non per darsi delle spiegazioni di comodo (perché tutte queste stragi potrebbero anche avere mandanti diversi), ma per non "piangere" a comando esattamente come vorrebbero i media.

Tra le varie considerazioni da fare c'è anche questa. Com'è che, invariabilmente, appena si verifica "l'attentato islamico", certi "patrioti" si scaldano ad un punto tale da infarcire i loro "profili" con foto di crociati e simili? Non vedono l'ora di menar le mani? di dare battaglia?
Bene, hanno scelto l'obiettivo sbagliato! O almeno quello secondario, perché tutto questo "fondamentalismo islamico" altro non è che una delle creature del nemico principale, contro il quale i predetti "crociati" potrebbero dimostrare con maggior costrutto le loro virtù guerriere!
Fino a prova contraria, in Europa, ci sono centinaia di basi ed installazioni militari Usa/Nato, a fronte di qualche "cellula jihadista"... Chi occupa allora l'Europa???

Commenta: Per saperne di più sulla strategia della tensione applicata in Europa da varie organizzazioni terroristiche assoggettate alla NATO subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e durante la Guerra Fredda, consigliamo il lettore di guardare questo documentario BBC:




Cult

La "nazificazione" del palestinese è l'obiettivo delle ultime dichiarazioni di Netanyahu

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© ildiscrimine.it
Casca a fagiolo. Avevamo appena pubblicato Perché gli occidentali odiano i palestinesi che le agenzie occidentali diffondono una notizia "terribile".

Tenetevi forte perché è davvero da far gelare il sangue. A Gaza esiste un negozio che vende gli "Hitler jeans"! L'indignazione dell'occidentale medio scatta in automatico (e si leggano i commenti).

Questa "notizia" fa seguito a quelle strane esternazioni di Netanyahu di pochi giorni fa, che in pratica ha "assolto" Hitler dalla storica accusa di aver ordito la "soluzione finale", della cui responsabilità andrebbe incolpato invece il Gran mufti di Gerusalemme Amin al-Husayni.

Mica roba da poco, se si considera che la premeditazione nazista costituisce un caposaldo della storiografia ufficiale sull'Olocausto. E lasciamo perdere se anche questa è l'ennesima frottola, tanto che un biografo del mufti, Stefano Fabei, ha consigliato Netanyahu di ripassarsi un po' di storia vera, non quella scritta su Topolino. Quel che conta è il crollo, in un attimo, della pluridecennale narrativa relativa alla preordinata intenzione di Hitler e dei suoi sodali di voler sterminare gli ebrei.