Maestri BurattinaiS


Blackbox

Il guru dei media di Putin muore in albergo di lusso a Washington. "Attacco di cuore" o qualcosa in più?

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© l'antidiplomatico.it
Z. H. "Nessuno sembra pensare che sia strano che un magnate dei media russo sia morto in una stanza d'albergo statunitense da un apparente "attacco di cuore", in una fase in cui le relazioni tra Washington e Mosca si sono deteriorate a livello di guerra fredda 2.0 e siti come RT e Sputnik stanno diventando sempre più importanti tra i lettori occidentali"

L'ex ministro della comunicazione russo e uno dei fondatori nel 2005 del canale Russia Today, Mikhail Lesin, è morto nell'albergo Dupont a Washington venerdì. Le autorità nord-americane e quelle russe hanno confermato la notizia solo sabato.

A distanza di giorni non si sa ancora perché Lesin, responsabile media di Gazprom come ultimo incarico, fosse a Washington. Vladimir Putin "ha espresso le sue condoglianze più sincere".

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Binoculars

Maduro promette di denunciare all'Onu le minacce militari degli Stati Uniti al Venezuela

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© l'antidiplomatico.itIl ministro della Difesa della Repubblica bolivariana aveva denunciato ieri la violazione dello spazio aereo venezuelano da parte di un velivolo militare nord-americano
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro denuncerà all'ONU e altri organismi internazionali le minacce militari degli Stati Uniti contro il suo paese. La dichiarazione di Maduro arriva subito dopo che un aereo dell'intelligence statunitense ha violato per l'ennesima volta lo spazio aereo della nazione sudamericana.

Il presidente venezuelano ha bollato come "insolite e straordinarie" le nuove minacce degli Stati Uniti contro il Venezuela e ha promesso di denunciare alle organizzazioni regionali e internazionali queste azioni illecite. Lo ha affermato in una conversazione telefonica con la rete televisiva Telesur. Nicolas Maduro ha in particolare richiesto un intervento dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), l'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e le Nazioni Unite. "Tutta la nazione dovrebbe essere unita nella denuncia contro le provocazioni militari subite dal nostro paese", ha concluso.

Il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino López aveva denunciato alla nazione ieri che il 6 novembre un velivolo militare nord-americano era stato avvistato nello spazio aereo della Repubblica Bolivariana in violazione del diritto internazionale.

E' la prima volta gli Stati Uniti violano la sovranità del Venezuela? Ci sono state altre violazioni dello spazio aereo venezuelano? TeleSur fa un breve riassunto che ci aiuta a capire le pressioni e gli abusi subiti da Caracas da quando ha scelto di essere un paese libero, indipedente e sovrano.

20 maggio 2008

Un aereo Viking d'incursione S-3 viola lo spazio aereo venezuelano. L'aereo sorvolò l'arcipelago di Los Roques, in Venezuela, secondo il Dipartimento della Difesa USA per "problemi di navigazione intermittenti." L'allora ministro degli Esteri venezuelano Nicolas Maduro, dichiarò che l'incidente era stato parte della campagna di provocazioni degli Stati Uniti per destabilizzare la regione.

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Eye 2

Renzi a Riyadh: agghiacciante silenzio su guerra allo Yemen e Diritti Umani

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© ANSA/BARCHIELLI/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++Il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Riad per una visita istituzionale, 8 novembre 2015.
Il Premier italiano Matteo Renzi, l'autonominatosi 'genio fiorentino', tra ieri e oggi ha reso omaggio in terra saudita ai tiranni dell'ultima monarchia assoluta (a rigor di legge) esistente sulla Terra. Questo perché i sovrani di Qatar, Bahrein e UAE, pur dominando i loro paesi col pugno di ferro e la repressione aperta od occulta di ogni manifestazione di dissenso, almeno 'ex lege' non sono sovrani assoluti (anche se poi ignorano bellamente gli articoli costituzionali che dovrebbero limitarne il potere). Infingimenti inutili in quel di Riyadh, dove la Famiglia Saoud, emersa negli anni '30 dagli accampamenti di tende per pattugliare e sorvegliare i pozzi petroliferi dell'ARAMCO, continua ad amministrare il potere come un affare "strettamente privato".

Sbarcato nella Penisola Araba nella giornata di ieri Renzi ha forse chiesto ai regnanti e ministri sauditi di interrompere la loro campagna di bombardamenti contro lo Yemen, che dal 26 marzo scorso soffre una massiccia aggressione militare da parte di una coalizione di regimi reazionari guidati da Riyadh? Assolutamente no; i componenti delle bombe che cittadini sardi hanno visto "impacchettate" su pallet allineati su una pista aeroportuale dell'isola potranno continuare a venire sganciati contro le cupole di alabastro traforato di Sanaa, città-monumento dell'UNESCO.

Ha forse Renzi chiesto ai Sauditi di interrompere le fustigazioni a sangue a cui viene sottoposto Raif Badawi, il giovane condannato per aver espresso in rete critiche contro il regime di Riyadh? Macché, l'ansia per i 'Diritti Umani', egli sa benissimo, deve essere tirata fuori solo contro bersagli graditi ai suoi padroni di Washington, quindi Russia, Cina, Iran ed eventualmente Cuba. Riyadh va coccolata e anzi lasciata libera di fustigare, mutilare, decapitare quanto vuole, pure (orribile e grottesca ironia) nel momento in cui presiede all'ONU il Comitato Consultivo ONU per i Diritti Umani!

Non menzioniamo nemmeno poi il caso dello Sceicco Nimr al-Nimr (sequestrato dai servizi segreti e quindi condannato a morte) o quello di suo nipote Ali Baqir al-Nimr, anche lui condannato alla pena capitale, nel suo caso con la macabra bizzarria di dover venire 'decapitato e poi crocefisso'; visto che la padronanza di queste questioni richiederebbe una vasta e approfondita conoscenza della sistematica persecuzione che il regime wahabita degli Al-Saoud conduce da decenni contro milioni di cittadini sauditi di fede sciita.

Bullseye

Il terrorismo come alibi del Potere dominante

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© controinformazione.info
Nella turbolenta epoca in cui viviamo, in un mondo dilaniato da conflitti per l'egemonia, accade di frequente che un avvenimento eccezionale catalizzi l'attenzione dell'opinione pubblica e si scateni da questo una campagna mediatica per spiegare e raccontare gli avvenimenti secondo la versione ufficiale dettata in modo uniforme dalle centrali dei media e dalle grandi agenzie di informazione che trasmettono attraverso le reti Tv ed i giornali in tutto il mondo occidentale e non solo di quello.

Non esiste dubbio che il maggior numero di avvenimenti che colpiscono l'opinione pubblica, oltre alle calamità naturali, sono quelli che si riferiscono agli attacchi terroristici, avvenimenti che producono nell'opinione pubblica un clima di tensione, di insicurezza e, spesse volte, di panico. Questo e' stato il caso dell'attentato avvenuto a Parigi contro i vignettisti di Charlie Hedbo e, più' di recente degli attentati a Tunisi, quello attuato al museo e gli attacchi terroristici contro i bagnati presenti nella spiagge tunisine, frequentate da turisti occidentali.

Chi come noi si occupa di controinformazione , in questi casi cerca di analizzare a fondo ed in modo critico gli avvenimenti, diffidando delle informazioni ufficiali e sottolineandone le incongruenze, cercando in parallelo altre fonti alternative ma, oltre a questo, applicando anche una logica politica che cerca di individuare i reali obiettivi dell'atto terroristico e le finalità ultime che questo si propone. Non sempre si indovina ma spesso, a distanza di tempo, quelle che inizialmente sono soltanto delle ipotesi o congetture, ignorate dai media ufficiali, spesso si rivelano reali e concrete alla luce dei successivi avvenimenti dai quali arrivano le conferme di quello che si era soltanto supposto o di cui vi erano evidenze in fonti non accreditate.

Così è accaduto ad esempio nell'Italia degli anni '70 quando i vari attentati che scuotevano la commozione dell'opinione pubblica venivano accreditati alla abituale pista "neo fascista", salvo poi, grazie a rivelazioni fatte dagli stessi esponenti della classe politica, si è scoperta la realtà di una "strategia della tensione" messa in atto da mandanti che erano nelle centrali dei servizi e degli apparati paramilitari occulti (Gladio) che erano a loro volta al servizio del potere atlantista per i suoi scopi, mascherati dalla difesa anti sovietica.

Peculiare fu il caso dell'abbattimento dell'aereo di Ustica ove sono stati necessari oltre 30 anni di indagini, depistaggi e processi per arrivare poi alla verità, inizialmente sempre negata dalle autorità dell'epoca come una ipotesi "complottista".

In epoche più recenti, in un mondo divenuto globale, abbiamo avuto gli avvenimenti dell'11 Settembre con tutto quello che è venuto dopo, tanto da costituire questo avvenimento, per il potere egemonico degli Stati Uniti, la "Pearl Harbor" della nostra epoca, il pretesto che ha consentito a Washington di scatenare le sue guerre in tutto il mondo ed operare la destabilizzazione di intere nazioni dall'Iraq all'Afghanistan, dalla Somalia alla Libia, alla Siria, ecc., un avvenimento che ha consentito l'abrogazione del principio sancito della inviolabilità dei diritti del cittadino ("habeas corpus") nei suoi diritti civili con l'emanazione del "Patriot Act" e subito dopo il "Presidential Military Order", firmato dall'allora presidente George W. Bush che ha permesso l'applicazione di normative da stato di emergenza che hanno dilatato enormemte ogni potere da stato di polizia dell' Amministrazione USA e che perdurano ancora oggi.
Vedi: Legislazione antiterrorismo e limitazioni alla libertà personale

Eagle

Il Meglio del Web: Ecco la condanna a morte che ci attende. Pubblicato il testo del TPP.

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© sandervenema.ch
"Peggiore di qualunque cosa avessimo mai immaginato". "Un atto di guerra al clima". "Un omaggio all'agricoltura intensiva". "Una condanna a morte per la libertà della rete". "Il peggior incubo". "Un disastro." Questo è il tenore dei commenti di chi ha letto e studiato il testo del TPP, il fratello gemello del TTIP, l'accordo di libero scambio commerciale tra Usa e Ue, negoziato in segreto, di cui vi ho parlato mercoledì sera a La Gabbia.

Il TTIP fa parte di una gigantesca strategia globale degli Usa, le cosiddette "Tre T", che comprendono anche il TTP e il TISA. Il TTIP è l'accordo di liberalizzazione commerciale che stanno negoziando (in segreto) Usa e UE. Il Tisa (Trade in Services Agreement) è l'accordo, anche peggiore, sulla liberalizzazione dei servizi e il TPP (Trans Pacific Partnership), è l'omologo del TTIP sul fronte pacifico, che includerà 12 paesi, tra cui Singapore, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti, l'Australia, il Messico, il Giappone e il Canada. Caso vuole che in nessuno dei tre accordi siano presenti i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Caso vuole? No, in effetti non è un caso, ma esattamente lo scopo per cui le Tre T sono state create: aggirare il peso che i paesi emergenti hanno assunto nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), isolare la Cina (con la strategia militare e commerciale definita "Pivot to Asia") e assicurare il dominio delle grandi corporation USA nell'economia mondiale.

Questi trattati sono negoziati in segreto (perché se no non glieli lasceremmo fare): per la UE ci pensa quella simpaticona indefessa adoratrice dei più stringenti principi democratici che si chiama Cecilia Malmström (la signora io-non-rispondo-ai-cittadini). Solo le lobby hanno libero accesso al testo del negoziato. Se gli europarlamentari vogliono visionarlo, devono chiamare l'ambasciata americana, farsi dare un appuntamento che è disponibile solo due volte a settimana, in una fascia oraria di sole due ore, solo due alla volta, all'ingresso devono consegnare ogni dispositivo elettronico, firmare un impegno di riservatezza e finalmente possono avere davanti agli occhi intere sezioni di codici e codicilli legali, per due ore, senza poter prendere appunti e guardati a vista da due guardie americane. Se questo lo chiamate democrazia, fatevi visitare da uno bravo!

Lato Usa invece usano la Fast Track Negotiating Authority for Trade Agreement, che è uno strumento che consente al Presidente degli Stati Uniti d'America di negoziare trattati commerciali per i fatti suoi, e poi presentare un pacchetto fatto e finito al Congresso, che può solo approvarlo o respingerlo in toto, a maggioranza semplice, (un po' come la nostra fiducia): i deputati USA non possono in alcun modo proporre emendamenti o fare ostruzionismo. E' nato per consentire l'approvazione di trattati commerciali che altrimenti non avrebbero mai visto la luce, e per consentire ai deputati di votare a favore senza perdere la poltrona (negli Usa c'è il recall), dato che chi li ha eletti ne sarebbe probabilmente scontento. Figuratevi quanta democrazia ci sia anche da quelle parti: hanno creato uno strumento per fare in modo di poter votare quello che democraticamente non potrebbero! Chapeau! (e questa è la più grande democrazia del pianeta, figuriamoci le altre!).

Yoda

Perché Putin è l'uomo più potente del mondo per il terzo anno consecutivo

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Finirà che prima o poi dovranno chiamarlo "Premio Putin". Sì, perché il presidente russo, per la terza volta consecutiva, si conferma l'uomo più potente del mondo. Ieri la rivista Forbes ha reso nota l'annuale classifica che misura l'importanza e l'influenza dei leader mondiali attraverso quattro criteri: la portata, l'uso del potere politico, l'influenza e le risorse finanziarie. Dietro il leader del Cremlino si sono posizionati la cancelliera tedesca Angela Merkel, vero motore politico dell'Europa unita, il presidente Usa Barack Obama, sempre più in caduta libera, Papa Francesco, ormai fisso nella top five, e il presidente cinese Xi Jinping.

«Il presidente della Russia - ha scritto Forbes - continua a dimostrare di essere uno dei pochi uomini al mondo abbastanza potente da fare ciò che vuole e a farla franca. Le sanzioni internazionali poste in essere dopo l'annessione della Crimea e lo scoppio della guerra in Ucraina hanno deprezzato il Rublo e guidato la Russia verso una profonda recessione, ma non hanno fatto male a Putin nemmeno un po'». La politica Usa delle sanzioni, dunque, ha totalmente fallito ed ora anche i media occidentali iniziano ad accorgersi di questo.

Un recente sondaggio diffuso dall'istituto demoscopico russo VTsIOM nelle scorse settimane, del quale L'Antidiplomatico aveva già parlato, ha dimostrato che il consenso del presidente russo in patria ha raggiunto livelli senza precedenti, segnando il record dell'89,9%. Ma cosa si nasconde dietro il successo del presidente russo. Su questo si è scritto molto nelle scorse settimane. Diversi analisti hanno provato a dare la propria opinione in maniera distaccata rispetto al fascino calamitante di Putin, arrivando a diverse conclusioni.

Quenelle

Il Meglio del Web: Un membro del Congresso Usa denuncia la doppia morale degli Stati Uniti nei confronti della Russia

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© l'antidiplomatico.it"I russi dovevano essere nostri amici, li abbiamo trattati con ostilità"
La demonizzazione, il doppio standard applicato dagli Stati Uniti alla Russia e il rifiuto di cooperare con il presidente russo in Medio Oriente e in altre aree di conflitto hanno notevolmente peggiorato la situazione, sostiene Dana Rohrabacher, un membro repubblicano del Congresso.

Rohrabacher ha protestato per la mancanza di cooperazione di Washington con il Cremlino, in particolare sulla questione della Siria e del Medio Oriente.

In una riunione sulla politica estera tenuta mercoledì 4 novembre al Congresso degli Stati Uniti, ha detto che
"la doppia morale con cui giudichiamo la Russia, su cui basiamo la nostra politica, ci ha causato gravi danni."
"Se avessimo sempre lavorato con i russi in buona fede, credo che la situazione in Medio Oriente sarebbe stata completamente diversa, e migliore, più stabile."

Commenta: Questo è il secondo politico statunitense che ha "osato" a criticare la politica estera statunitense in Siria e Russia. E possibile che stiamo osservando dei cambiamenti sul palcoscenico politico globale, dove anche quelli che lavorano per il governo Americano si decidono di opporre resistenza denunciando la propaganda, le menzogne e la brutalità dell'Impero Americano?




War Whore

Il Meglio del Web: Incomincia l'invasione americana della Siria

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Come avevamo già messo in guardia nel giugno 2015, gli Stati Uniti hanno annunciato ufficialmente che inizieranno le operazioni terrestri in Siria utilizzando le Forze Speciali. Il Washington Post nel suo articolo "Obama tenta di intensificare le operazioni in Siria con le truppe per le operazioni speciali" riporta che:
Il presidente Obama sta inviando un piccolo contingente di Forze Speciali nel nord della Siria, attuando così il primo effettivo dispiegamento di truppe degli Stati Uniti in quel caotico paese. La missione mostra un cambiamento profondo nella strategia di Obama, la cui determinazione nello sconfiggere lo Stato Islamico in Iraq è sempre stata controbilanciata dalla costante preoccupazione di non consentire un coinvolgimento troppo marcato delle truppe statunitensi nell'irrisolvibile conflitto siriano. Gli ultimi sviluppi coinvolgeranno meno di 50 istruttori delle Forze Speciali che opereranno con i gruppi della resistenza che combattono lo Stato Islamico nel nord della Siria, ma, secondo i funzionari dell'amministrazione Obama, non saranno coinvolti in combattimenti diretti.


L'ingresso delle Forze Speciali in Siria è solo l'inizio


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Se da una parte gli Stati Uniti asseriscono che questa mossa serve a "sconfiggere lo Stato Islamico (ISIS)", dall'altra questa è invece una chiara manovra per instaurare in Siria le tanto agognate zone "tampone" o "di sicurezza", dove al governo siriano sarebbe impedita ogni operazione. Sicuramente, per dare copertura a queste Forze Speciali verrebbe usata anche la forza aerea degli Stati Uniti, creando, nelle aree in cui essi sarebbero operativi, una zona di non sorvolo a tutti gli effetti.

La mappa che accompagna l'articolo del Washington Post mostra chiaramente come il territorio dell'ISIS comprenda a malapena l'ultimo corridoio utile per far arrivare i rifornimenti a questo gruppo terroristico (e anche ad altri, compresi al-Qaeda e al-Nusra) dal territorio della Turchia, paese membro della NATO. E' molto probabile che le Forze Speciali americane comincino le operazioni in queste aree e nelle zone che verranno liberate in seguito, man mano che l'operazione americana si espande.

Il probabile risultato, se queste operazioni avranno successo, sarà la divisione e la distruzione della Siria come stato-nazione. Questa è qualcosa di più di una semplice ipotesi, è una conclusione ricavata da documenti politici, datati e firmati, del Brookings Institution, che aveva chiesto l'istituzione di queste zone fin dall'inizio del 2012, anche se con altri pretesti artificiosi.

USA

White House Down + Olympus has fallen

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Per capire la ferocia dello scontro in atto tra i burattini della fazione neocon (Ashton Carter, Victoria Nuland, Susan Rice, Samantha Power) e quelli della fazione realista (Kerry, Obama e, forse, in futuro, Hillary Clinton) bisogna tornare indietro a tre esternazioni risalenti al 2008, in piena campagna elettorale per quelle presidenziali americane che hanno portato alla vittoria il primo candidato meticcio della storia americana, Barack H. Obama.

La crisi siriana, quella ucraina, ISIS e la crisi del Mar della Cina meridionale vanno tutte lette alla luce di queste dichiarazioni, che mostrano come i realisti sapessero molto bene che i neocon-sionisti avrebbero cercato di destabilizzare gli USA per radicalizzarli verso derive fasciste, ossia in direzione di una terza guerra mondiale in difesa dell'unipolarismo.

La prima è di Joe Biden, attuale vice-presidente:
"non passeranno sei mesi prima che il mondo metta alla prova Barack Obama come fece con John Kennedy (riferimento alla crisi dei missili di Cuba, NdR)... Ricordate quel che vi ho detto ora, se anche non ricorderete nessun'altra delle cose che ho detto. Badate, stiamo per avere una crisi internazionale, una crisi provocata (generated), per mettere alla prova la stoffa di quest'uomo...vi assicuro che succederà...e non sarà chiaro fin da subito che abbiamo ragione" (20 ottobre, 2008).
La seconda è di Colin Powell, segretario di stato nella prima amministrazione Bush (20 ottobre, 2008):
"I problemi resteranno sul tavolo e ci sarà una crisi, una crisi che arriverà il 21, 22 gennaio, la cui natura non ci è ancora chiara. Quindi penso che quello che il Presidente dovrà fare è iniziare a utilizzare il potere presidenziale e la forza della sua personalità per convincere il popolo americano e convincere il mondo che l'America è solida, che l'America andrà avanti, che risolveremo i nostri problemi economici e che rispetteremo i nostri obblighi con le altre nazioni".

Vader

Telegraph: i federalisti europei finanziati dalla spionaggio USA

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In questo vecchio articolo del 2000 del Telegraph, a firma di un giovane Ambrose Evans Pritchard, veniva portato in superficie quanto è sempre più evidente nella crisi europea: l'Unione Europea è fin dall'origine, nell'immediato dopoguerra, un progetto pensato, finanziato e diretto dagli USA per creare un'Europa politicamente ed economicamente vassalla. All'epoca questo progetto serviva a cementare l'Europa occidentale nella sfera d'influenza americana minacciata dal comunismo sovietico; oggi è usato come grimaldello per esportare le politiche economiche e sociali USA in Europa in modo da accelerarne la "statiunitizzazione" in attesa della ratifica del TTIP.

di Ambrose Evans Pritchard, 19 settembre 2000

Documenti governativi americani declassificati mostrano che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti negli anni Cinquanta e Sessanta hanno condotto una campagna per creare lo slancio verso l'Europa unita. Hanno finanziato e diretto il movimento federalista europeo. I documenti confermano i sospetti espressi all'epoca, secondo i quali l'America stava lavorando aggressivamente dietro le quinte per spingere la Gran Bretagna in uno Stato Europeo. Un memorandum, datato 26 luglio 1950, fornisce le istruzioni per una campagna finalizzata a promuovere un Parlamento Europeo a pieno titolo. È firmato dal generale William J. Donovan, capo del servizio segreto americano in epoca bellica Office of Strategic Studies (OSS) [Ufficio di Studi Strategici, NdT], precursore della CIA.

I documenti sono stati trovati da Joshua Paul, un ricercatore presso la Georgetown University di Washington. Essi comprendono i dossier rilasciati dai National Archives degli USA [Archivi Nazionali, NdT]. Il principale strumento di Washington per definire l'agenda europea è stato l'American Committee for a United Europe (ACUE) [Comitato americano per un'Europa unita, NdT], creato nel 1948. Il presidente era Donovan, che allora era apparentemente un avvocato privato.