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Il Meglio del Web: L'ISIS vuole farsi bombardare anche dalla Francia. Cosa c'è di strano?

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© Latuff
Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
[Roberto Quaglia]

All'ISIS non bastava venire bombardata dalla Russia (bombe vere) e dagli Stati Uniti (bombe misteriose che in un anno non hanno creato danni; testimoni sostengono che assomigliassero invece parecchio a rifornimenti). L'ISIS vuole che anche la Francia ora si faccia avanti per bombardarli e, possibilmente, che invii anche truppe di terra per combatterli meglio. Cosa c'è di strano? Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?

A scanso di equivoci i terroristi a Parigi recavano con se i soliti passaporti[1] che tutti i terroristi sempre portano con sé in questi casi. La parola sempre è sottolineata. I terroristi di Charlie Hebdo dimenticarono il loro passaporto in auto[2]. I terroristi dell'11 settembre avevano con loro i passaporti più miracolosi del mondo poiché in grado sopravvivere alla nota esplosione con palla di fuoco che ci hanno più volte mostrato in TV ed il crollo di un paio di torri alte 500 metri[3]. Forse per paura che i loro passaporti non venissero trovati costoro per inciso lasciarono nelle loro auto anche un manuale ed una videocassetta su come pilotare un Boeing. A proposito, di Charlie Hebdo, chissà se nel prossimo numero del loro giornale prenderanno in giro le vittime francesi della strage dell'ISIS così come dileggiarono le 224 vittime russe della strage dell'ISIS solo un paio di settimane prima? Si accettano scommesse. Vedremo così se anche "il diritto di satira" è soggetto a doppi standard in Occidente.

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L'ambizione dell'ISIS di venire attaccati e massacrati non può più venire messa in dubbio. Non ambiva forse già Osama Bin Laden quattordici anni fa che l'Afganisthan venisse bombardato e l'Iraq invaso quando egli fece ciò che fece? Dopotutto fu proprio questo che egli ottenne.

La solite malelingue sostengono che ISIS è stato creato dagli Stati Uniti, e pazienza se fra le malelingue c'è il generale francese Vincent Desportes[4], cosa volete che ne sappia uno come lui? Ne sappiamo di certo più noi che leggiamo Repubblica e guardiamo il telegiornale. Non dovremmo neppure dare retta ai documenti statunitensi ufficiali declassificati nei quali si propone la possibilità di creare l'ISIS prima che esso in effetti apparisse[5]. Vogliamo forse fare il processo alle intenzioni? E le varie foto che ritraggono il senatore americano McCain assieme al capo dell'ISIS Al-Baghdadi[6] non ci devono neppure esse trarre in inganno: a chi non capita dopotutto di trovarsi per sbaglio assieme a personaggi sgradevoli che passavano di lì per caso? Potrebbe accadere ad ognuno di noi.

Yoda

J'accuse di Putin: ISIS riceve finanziamenti da 40 Paesi, compresi membri del G20

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© Sputnik. Sergey Guneev
Durante il vertice del G20 di Antalya, la Russia ha dato esempi di come persone fisiche di 40 Paesi, compresi membri del G20, riescano a finanziare ISIS. Lo ha dichiarato il presidente Vladimir Putin intervenendo nella fase finale del vertice internazionale.
"Ho presentato esempi, relativi ai nostri dati, sul finanziamento da parte di persone fisiche a beneficio di ISIS. Come da noi stabilito, i fondi provengono da 40 Paesi, in particolare da alcuni membri del G20, — ha sottolineato il presidente russo.
Secondo Putin, il tema della lotta contro il terrorismo è stato uno dei fondamentali al vertice del "G20". Allo stesso tempo è stato affrontato il tema dell'implementazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che è stata approvata su iniziativa della Russia, con lo scopo di impedire il finanziamento del terrorismo, nonché l'eliminazione del contrabbando di oggetti artistici, che i terroristi hanno preso dai musei dei territori occupati.

Megaphone

Servizi segreti Iraq avevano segnalato attacchi ISIS 1 giorno prima attentati di Parigi

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© AP Photo/ Kamil Zihnioglu
I servizi segreti iracheni avevano avvertito i Paesi della coalizione guidata dagli Stati Uniti, impegnata nei raid contro lo "Stato Islamico" (ISIS) di attacchi terroristici imminenti il giorno prima della serie di attentati terroristici di Parigi, riporta "Associated Press".

Secondo gli uomini delle forze di sicurezza, l'intelligence irachena aveva inviato un rapporto, affermando che il leader di ISIS Abu Bakr al-Baghdadi aveva ordinato di colpire gli Stati della coalizione americana, così come la Russia e l'Iran. Il documento era stato inviato alla vigilia dei tragici fatti di Parigi. Nel rapporto non erano definite le modalità, i tempi e il luogo dell'attacco.

Un rappresentante dei servizi segreti francesi ha rivelato all'agenzia di stampa che l'intelligence del Paese riceve questo tipo di informazioni "ogni giorno".

Come segnalato dall'agenzia, i funzionari dei servizi segreti iracheni avevano messo in guardia da attacchi terroristici contro la Francia che erano stati preparati a Raqqa, di fatto la capitale dell'ISIS in Siria. Secondo i dati dell'intelligence, i membri delle "cellule dormienti" in Francia avevano incontrato i terroristi che si erano addestrati in Siria e li hanno aiutati a compiere gli attacchi. Nell'operazione erano coinvolte 24 persone: 19 esecutori e 5 tra assistenti ed organizzatori.

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SOTT Focus: È stata utilizzata "un'arma esotica ad energia diretta" per abbattere l'aereo russo sul Sinai?

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Gli attenti osservatori della politica globale avranno notato che quando si verificano degli "attacchi terroristici", le autorità occidentali di solito hanno una narrazione preparata già da subito, su quanto accaduto e su quale gruppo terroristico sia stato responsabile, che poi viene rapidamente data in pasto ai media e al pubblico. In occasioni molto rare, tuttavia, tali eventi ricevono come risposta un lungo silenzio da parte dei grandi poteri occidentali, almeno per i primi giorni, periodo cruciale quando la mente del pubblico è 'aperta' alle impressioni...

Una simile risposta l'ha ricevuta il tragico incidente dell'aereo russo precipitato nel Sinai, quando i governi occidentali all'inizio non hanno detto niente oltre al fatto che l'incidente doveva essere indagato. Questo è stato, ovviamente, scioccante per molte persone. Dopo tutto, le autorità devono essere autorevoli, e fornire quelle semplici spiegazioni in bianco e nero che tutti noi desideriamo così ardentemente, ricevute le quali potremo finalmente tornare tutti a dormire.

Mentre il governo russo ha chiesto più volte a tutti di astenersi dal trarre conclusioni affrettate, affinché venga condotta un'indagine seria e immediata sull'accaduto, dopo pochi giorni di relativo silenzio, gli ufficiali del governo degli Stati Uniti e Britannico non ce l'hanno fatta più, e hanno iniziato a cantare al mondo intero la solita canzone sulla minaccia del terrorismo.

Stavolta sono stati i servizi segreti britannici a guidare la recente campagna per convincere il mondo, che una bomba, e di conseguenza 'l'ISIS', ha abbattuto l'aereo russo. La prova di questa contestazione si basa sulle parole dette dai soliti "anonimi ufficiali" dei servizi segreti britannici, affermando che "è stata probabilmente una bomba a bordo a causare l'esplosione dell'Airbus". Però, quando viene a loro chiesto di presentare delle prove reali, questi fanno infine riferimento a "chiacchiere", "intercettate" dopo lo schianto dell'aereo russo, che vedevano militanti dell'ISIS celebrare l'evento. In termini di intelligence per le "chiacchiere intercettate", nei nostri giorni, s'intende qualche moccioso del MI6 che legge il post su FB di un presunto jihadista.

Altre "prove", che non provengono dai social media, per una bomba sull'aereo, sono le dichiarazioni di diverse fonti anonime, alcune delle quali presumibilmente "vicine alle indagini". Una di queste fonti ha detto alla AFP che "tutto era normale durante il volo, assolutamente normale, e all'improvviso non c'era più niente." Ha descritto l'incidente come un crollo "violento, improvviso".

Nel frattempo, una fonte con accesso alle scatole nere ha raccontato al canale TV France 2 che un suono simile a quello di una esplosione poteva essere udito sulla registrazione. Questa informazione ha sciolto il ghiaccio permettendo ad altre "fonti vicine alle indagini" di raccontare al giornale francese Le Point che l'aereo russo è stato "sicuramente fatto saltare in aria da un dispositivo esplosivo". Questa dichiarazione era apparentemente basata sull'analisi delle scatole nere da parte degli investigatori russi, francesi, tedeschi e irlandesi al Cairo.

Sherlock

Il Meglio del Web: Gli attacchi di Parigi e le "strane coincidenze"

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© controinformazione.info
Si potevano prevedere gli attacchi di Parigi? Qualcuno li aveva per la verità previsti.
Dichiarazione del Presidente Bashar al-Assad fatta nel Giugno del 2013, in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: "....se gli europei consegneranno le armi ai terroristi, il cortile d'Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l'Europa ne pagherà il prezzo".

Questa dichiarazione, che al giorno d'oggi appare come una premonizione, era stata sbeffeggiata e derisa dai giornali occidentali ed in particolare in Italia dai giornali della borghesia benpensante del "pensiero unico" (il Corriere della Sera e Repubblica).
Vedi: Siria: Assad minaccia l'Europa.

Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all'allora presidente francese Nicolas Sarkozy : "L'Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo".
Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.

Una profezia quella di Gheddafi, anche quella rimasta inascoltata e derisa: L'Occidente ha scelto il terrorismo come strumento per raggiungere i propri fini. Adesso se ne vedono le conseguenze. Per quanto riguarda la strage fatta con gli attacchi terroristici a Parigi, sembra presto per trarre delle conclusioni tuttavia ci sono delle cose "strane" anche in questo avvenimento. Non sembra normale e credibile che otto terroristi, armati fino ai denti, possano circolare dentro Parigi ed attuare una attacco improvviso e coordinato, con perfetta tattica militare, colpendo in sette posti diversi, senza che servizi segreti e forze di sicurezza fossero minimamente informati e consapevoli di casa stava accadendo, di come circolassero le armi e di quanti terroristi dalla Siria, cittadini francesi arabi di seconda generazione, recatisi a combattere in quel paese, stessero rientrando in Patria per compiere attentati. Questo è avvenuto a Parigi che è una delle capitali più protette ed organizzate d'Europa.

Vuoi vedere che le armi utilizzate per gli attacchi siano le stesse che il governo francese aveva fatto arrivare in Siria per armare i gruppi terroristi che dovevano rovesciare il governo siriano di al-Assad ? Potrebbe essere visto che la Francia è in prima linea a sostenere i gruppi terroristi, adesso pudicamente denominati "ribelli moderati".
Vedi: Siria, Hollande: Francia ha dato armi ai ribelli da diversi mesi

Megaphone

13 novembre 2015: l'Unione Europea ci consegna al terrorismo

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© l'antidiplomatico.it
Una eco di spari nella notte e Parigi piomba di nuovo nell'incubo di dieci mesi fa. Gli attentati di Charlie Hebdo avevano messo di fronte la Francia alla minaccia del terrorismo islamico, quando quel giorno un commando armato fece irruzione nella sede della controversa rivista satirica "Charlie Hebdo", per vendicare il profeta Maometto, deriso dalle rappresentazioni irridenti e dissacratorie che venivano pubblicate sulla rivista francese. Sulla natura di quegli attentati molto si è scritto e sono state proposte le più disparate analisi per tentare di ricostruire l'era del terrorismo islamico in Europa, che deve fare i conti con un fenomeno inedito dal punto di vista storico e culturale. La notte scorsa si è giunti forse al momento apicale dell'epoca del terrorismo islamico, che supera per certi versi le dinamiche e le logiche che partorirono la strategia della tensione nel secondo dopoguerra in Italia.

Quelle stragi che videro il loro inizio con gli attentati di Portella della Ginestra del 1947 e la loro conclusione con la strage di Bologna del 1980, avevano uno scopo preciso. L'Italia era il paese con il più forte partito comunista occidentale, rappresentava il ponte culturale e geopolitico dei rapporti tra Ovest ed Est e la sua posizione collocata nel blocco occidentale equilibrava i pesi specifici delle due superpotenze, USA ed URSS. Occorreva mantenere lo status quo e gli attentati di quegli anni impedivano che questo equilibrio venisse scalfito e turbato dalla crescente forza delle frange politiche e sociali che si opponevano alla permanenza dell'Italia nella NATO.

Gli attentati di Parigi si collocano in un contesto storico diverso. Gli otto uomini e i loro complici in fuga, secondo la versione delle autorità, hanno agito di concerto nella notte e non sembravano agire mossi da uno scopo preciso, né tantomeno voler colpire un obiettivo determinato. Il bilancio complessivo è di 120 morti, 200 feriti, di cui 80 in gravissime condizioni; un eccidio senza precedenti nella storia del terrorismo islamico in Europa. Testimoni riportano che qualcuno degli attentatori gridava "questo è per la Siria", e ad una prima ipotesi questa dichiarazione sembrerebbe collegata alla presunta morte di Jihadi John, l'uomo incappucciato dell'ISIS, identificato come il giustiziere degli ostaggi detenuti dallo stato islamico.

Gli obiettivi scelti a caso tra la popolazione civile, sembrano non toccare le ragioni che potrebbero spingere il terrorismo islamico a colpire la Francia. Testimoni presenti al teatro Bataclan, raccontano che gli spari partivano indiscriminatamente verso la folla, con il solo scopo di fare quante più vittime possibili: colpire senza avere un obbiettivo preciso. Questi attentati sembrano spingere verso un cambiamento di qualche tipo che l'Europa tutta dovrebbe intraprendere per salvaguardare ciò che resta della sua civiltà. Dopo Charlie Hebdo, venne immediatamente auspicata dal premier Renzi e dal presidente Hollande una ulteriore cessione delle sovranità degli stati nazione, per raggiungere quel livello di unità politica europea, necessario per far fronte in modo compatto e coordinato alla nuova minaccia che incombe sull'Europa. Probabilmente si assisterà nelle prossime ore al coro di voci che invocano "più Europa". Ci si riferisce forse a quell'Europa che subisce le conseguenze delle politiche di Washington nei paesi arabi?

Bomb

Duplice attentato dell'Isis a Beirut, 41 morti e 200 feriti.

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© l'antidiplomatico.it
L'attacco, rivendicato dai terroristi dell'Isis, ha causato 41 morti e oltre 200 feriti, riporta l'AFP.

Secondo le dichiarazioni della polizia locale, l'esplosione è avvenuta di fronte al centro commerciale Bourj al-Barajneh alle 18:00 (Ora di Beirut), nella periferia sud della capitale. Gli attacchi sono stati perpetrati da due uomini muniti di giubbotti esplosivi.

La zona sud di Beirut è considerata una roccaforte del movimento libanese Hezbollah, che combatte in Siria. Questa zona, in passato, è stata colpita da altri attacchi di questa natura, e in diverse occasioni gruppi terroristi hanno minacciato di attuare tali attacchi.

Il duplice attentato è molto probabilmente una vendetta dell'Isis dopo le dolorose sconfitte militari patite ad Aleppo, dove è in corso l'offensiva dell'esercito siriano e di Hezbollah.


Bad Guys

Strage di Parigi, Hollande: "Atto di guerra". Francese uno degli attentatori. Alfano: "Allerta innalzata al secondo livello"

Parigi Attacco 11-13-2015_01
La Francia e tutto il mondo sotto shock per gli attentati della notte a Parigi. Teste di cuoio in azione nella sala da concerti, uno degli obiettivi delle almeno sette azioni terroristiche simultanee: scoperti 128 cadaveri. Tutti i terroristi sarebbero morti ma non si escludono persone in fuga. Il presidente: "Non avremo pietà contro barbari Daesh"

Parigi torna sotto l'attacco del terrorismo. Era successo all'inizio del 2015 con la strage a Charlie Hebdo, è accaduto ieri sera intorno alle 22. Sette attacchi contemporanei, kamikaze allo stadio, sparatorie in luoghi pubblici e presa di ostaggi in un teatro dove era in corso un concerto rock. Sarebbero almeno 128 i morti - per la maggior parte spettatori del concerto - e 250 i feriti, di cui 99 in modo grave. Secondo la procura gli attentatori deceduti sarebbero 8, ma è possibile che altri complici siano in fuga. Stando a quanto riferisce Bfm-Tvn, sul corpo di uno degli attentatori kamikaze è stato trovato un passaporto siriano. Identificato un secondo autore degli attentati a Parigi. Secondo Europe 1 è un citadino francese.

Eye 2

Selfie con il morto. Il souvenir di un colono israeliano che non ha indignato i media mainstream

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© l'antidiplomatico.itPer il martellamento mediatico, la scorsa estate, il mondo si era fermato e scioccato per una foto con un leone ucciso in una battuta di caccia. E oggi?
È vergognosa, scandalosa, immorale. Ha fatto il giro del web, è diventata "virale", ma non è comparsa sui media mainstream. Ritrae un colono, tristemente noto agli abitanti di Al Khalil, che fa un selfie con il cadavere di un giovane Palestinese, ucciso poco prima dall'esercito israeliano. E sorride. Eppure il mondo s'era indignato la scorsa estate, di fronte ad un selfie scattato da un dentista americano con il leone Cecil, simbolo dello Zimbawe, da lui ucciso durante una battuta di caccia.

La vita di un animale vale forse più di quella di un essere umano?

Settantotto i morti Palestinesi dal 1° ottobre ad oggi. Non fanno notizia. Sono Palestinesi. Nella maggior parte dei casi, i "presunti" attentatori sono stati freddati senza pietà. Molte le foto ed i video che mostrano Palestinesi disarmati, assassinati dall'esercito israeliano o dalla polizia di frontiera a sangue freddo. Solo in un secondo momento, accanto al cadavere viene posto un coltello.

La cui presenza non costituisce, però, motivazione né giustificazione per crivellare di colpi una persona. In caso di attentato, o presunto tale, e se il presunto attentatore possiede un'arma, quest'ultima consente alle forze di polizia di "neutralizzarlo", termine tanto caro all'esercito israeliano. Laddove per neutralizzare non s'intende uccidere, ma disarmare, se necessario sparando ad organi non vitali. La presenza dell'arma è però l'unico appiglio che gli israeliani hanno ancora per parlare di "terroristi" palestinesi. In assenza di arma, trattasi di esecuzioni extragiudiziali, anch'esse tanto care al democratico stato d'Israele, nei confronti di innocui cittadini. Trattasi di sterminio, olocausto, pulizia etnica.

Disarmato, nelle prime foto apparse e dalle testimonianze raccolte, era anche Farouq Abdel Alqader Omar Sidr, 19 anni, ucciso a Khalil lo scorso 29 ottobre. Lui, il martire riverso a terra, nella foto ricordo del colono. Come se fosse un souvenir, un trofeo, proprio come il leone. Invece era un giovane uomo la cui vita è stata spezzata per sempre. E con essa i suoi sogni, le sue aspirazioni, il suo futuro, di cui non sapremo mai nulla perché ai nostri media non interessano i sogni dei Palestinesi. Non si intervista la sua famiglia per sapere chi fosse Omar, come trascorresse la sua vita in una Khalil sotto assedio, in una Palestina sotto occupazione. Era Palestinese. E tanto basta.

Blackbox

Il guru dei media di Putin muore in albergo di lusso a Washington. "Attacco di cuore" o qualcosa in più?

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Z. H. "Nessuno sembra pensare che sia strano che un magnate dei media russo sia morto in una stanza d'albergo statunitense da un apparente "attacco di cuore", in una fase in cui le relazioni tra Washington e Mosca si sono deteriorate a livello di guerra fredda 2.0 e siti come RT e Sputnik stanno diventando sempre più importanti tra i lettori occidentali"

L'ex ministro della comunicazione russo e uno dei fondatori nel 2005 del canale Russia Today, Mikhail Lesin, è morto nell'albergo Dupont a Washington venerdì. Le autorità nord-americane e quelle russe hanno confermato la notizia solo sabato.

A distanza di giorni non si sa ancora perché Lesin, responsabile media di Gazprom come ultimo incarico, fosse a Washington. Vladimir Putin "ha espresso le sue condoglianze più sincere".

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