Non è facile comprendere una Nazione geograficamente ampia e storicamente ricca come la Russia. Paolo Borgognone, giovane studioso di soli trentacinque anni, sembra avercela fatta. Nel suo Capire la Russia. Correnti politiche e dinamiche sociali nella Russia e nell'Ucraina postsovietiche(Zambon Editore), Borgognone ripercorre la storia del pensiero filosofico e politico di questo Paese. Dal titolo si comprende già come i destini della Russia e quelli dell'Ucraina siano legati a doppio filo (e non può essere altrimenti dato che la Rus' - la forma embrionale della Russia - nasce a Kiev).
Il 1989 è l'anno zero della Russia. Perché? Cosa cambia nel Paese?Il 1989 è l'anno di quella che l'insigne filosofo Costanzo Preve (1943-2013) definì, assai appropriatamente, "maestosa controrivoluzione dei ceti medi sovietici" che condusse allo smantellamento dell'Urss e alla frammentazione geopolitica dell'immenso (e millenario) impero bicontinentale (eurasiatico) chiamato Russia.
Tra il 1989 e il 1991 non si verificò soltanto il tracollo ideologico del comunismo storico novecentesco, vilmente e autonomamente levatosi dai piedi in quanto incapace di egemonizzare i ceti medi autoctoni alla propria causa di proletarizzazione forzata dell'intera società, ma ebbe luogo quella che, giustamente peraltro, Vladimir Putin ha definito "
la più grande catastrofe geopolitica della storia del XX secolo". Le riforme semi-liberali di Gorbaciov, un politico di estrazione culturale e sociale piccolo-borghese che tentò, fallendo miseramente, di "modernizzare" l'Urss de facto adeguando la "struttura nazionale" (tradizionalista ed eurasiatica) dello sterminato Continente-Impero alla forma mentis eurocentrica, hanno aperto la strada al "caos costruttivo" caratteristico degli anni Novanta, il cosiddetto "decennio eltsiniano",
un periodo storico tragico, sotto ogni punto di vista, per il 95 per cento dei russi, che furono, dopo il 1991 (a fronte dell'arricchimento oltre ogni limite di un pugno di speculatori filoccidentali, i cosiddetti oligarchi), privati di ogni sostentamento e umiliati nel proprio, comprensibile quanto giustificato, orgoglio patriottico. Soltanto confrontandoci, rinunciando a ogni velleità eurocentrica, con quella che è la summenzionata "struttura nazionale" del popolo russo (un popolo culturalmente tradizionalista, politicamente conservatore ed economicamente socialista), possiamo capire fino in fondo l'attuale "fenomeno Putin".
Con il nuovo millennio, Vladimir Putin sale al potere. La Russia ha bisogno di facce nuove. Eltsin e le sue figuracce in mondovisione hanno fatto il loro tempo. Perché la scelta cade proprio sull'ex membro del Kgb?Perché dai servizi di sicurezza proviene la migliore tradizione politica del Paese. Vladimir Putin fu tenente-colonnello del Kgb (Primo Direttorato, servizio di controspionaggio, Pgu) e servì in tale apparato dal 1975 al 1991. Fu anche un membro del Pcus e solo poche settimane or sono ha ribadito che le sue scelte politiche non furono dettate da mera necessità o da opportunismo, nonostante non potesse definirsi, già all'epoca, un "comunista modello". Vladimir Putin muove le proprie linee politico-programmatiche sulla scorta di quella che fu l'esperienza di azione politica e operativa del Kgb di Jurij Andropov e del Svr (il servizio di informazioni per l'estero dopo il 1991) presieduto da Evgenij Primakov. Credo che per comprendere realmente il ruolo giocato dagli "uomini degli apparati di sicurezza" (siloviki) all'interno dell'attuale governo russo occorra leggere le memorie di Evgenij Primakov, dal titolo Dall'Urss alla Russia. In questo libro, Primakov, che fu ministro degli Esteri (1996-1998) e premier federale (1998-1999), parlò apertamente di "stabilizzazione" politica della Russia a seguito dell'ascesa di Putin al Cremlino dopo gli anni bui di Eltsin e del governo indiretto degli oligarchi filoccidentali. Arrivati a questo punto,
è comunque d'uopo ricordare che quegli stessi leader "democratici" occidentali, Famiglia Clinton in testa, che oggi accusano Putin di essere una sorta di "dittatore", tra il 1991 e il 1999, in nome del primato della transizione al "libero mercato globalizzato" della Russia postsovietica, perdonarono al fiduciario e garante di tale transizione, Boris Eltsin (e al suo entourage di privilegiati, per censo ed estrazione politico-sociale, Chicago Boys provenienti dalle seconde linee del Pcus), la corruzione generalizzata, l'alcolismo istituzionalizzato e il bombardamento del Parlamento (4 ottobre 1993).
Commenta: Mentre i media si concentrano su di Putin, in realtà è il Regno Unito che ha presumibilmente il maggior numero di rapporti con i paradisi fiscali off-shore. Più della metà delle 300.000 aziende quotate sono registrate nei paradisi fiscali amministrate dall'Inghilterra (Hong Kong in cima alla lista). Poi a seguire ci sono la Svizzera, gli Stati Uniti, Panama, Guatemala, Lussemburgo... Dov'è la Russia?