General James L. Jones
Il Generale James L. Jones, di cui parleremo più avanti...
«Io sono Yor, chiamato anche il minatore cieco. Ma sono cieco solo alla luce.
Sottoterra, giù nella miniera, dove regna la più perfetta oscurità, ci vedo benissimo.»
«Di che miniera si tratta?»
«Si chiama la cava di Minroud. È la miniera delle immagini.»
[...]
«Sono i sogni dimenticati degli uomini», spiegò Yor. «Una volta sognato, un sogno non può finire nel nulla. Ma se la persona che lo ha sognato non se lo ricorda, dove va a finire? Qui, da noi, in Fantàsia, e precisamente là sotto, nelle profondità della nostra terra. Laggiù sono depositati in strati sottilissimi, uno sull'altro, tutti i sogni dimenticati. E quanto più si scava in profondità, tanto più sono fitti. Tutta Fantàsia posa su fondamenta di sogni dimenticati."
Michael Ende, La storia infinita

La Exxon estrae e rivende il petrolio.

I "social media", nel loro insieme, estraggono e rivendono ciò che nessun altro ha mai prima minato (in tutti i sensi): il complesso della nostra intimità, delle nostre paure e desideri, e contemporaneamente di ogni nostro gesto e immagine.

Il prodotto estratto deve essere il più autentico possibile, e quindi la genialità del minatore sta nel rendersi invisibile per non disturbarlo durante la lavorazione.

Così noi finiamo per dire,
"l'attrice Tale su Facebook ha messo la foto del proprio piede".
Non diciamo,
"Zuckerberg ha messo sulla propria piattaforma una foto, di sua proprietà, di un piede, allo scopo di attirare altra gente a regalargli altre foto."
L'invisibilità del Padrone fa cadere le nostre difese. Pensiamo, "io sono libero di scrivere sui social tutto ciò che voglio, e lo posso fare gratis!"

E infatti, possiamo dire che Facebook fa i miliardi, non imponendo qualcosa, ma mettendosi in silenzioso ascolto con mille algoritmi per cercare di capire davvero che tipo di piede femminile attira di più i maschietti.
Data Mining
Ma se il Minatore dei Sogni guadagna sull'autenticità del materiale che rivende, l'illusione di libertà viene a cadere nettamente appena si tocca la geopolitica. Perché il potere è cosa ben diversa dalle chiacchiere.

Partiamo da una considerazione semplice: Russia e Stati Uniti si contendono l'egemonia sull'Europa orientale, e tutti e due aprono pagine su Facebook che parlano bene del proprio paese e male dell'altro.

Facebook potrebbe:
1. permettere a entrambi di scrivere ciò che vogliono
2. proibire a entrambi di scrivere ciò che vogliono
3. stroncare una parte sola, ma a quel punto tutta la "neutralità" di Facebook scomparirebbe: vorrebbe dire che prendono i dati di tutti, ma li mettono al servizio di una sola parte.
Recentemente, è venuta fuori una microstoria che rivela una macrostoria: Facebook ha chiuso due pagine filorusse, diverse tra di loro.

I due account sono accusati di "CIB", una sigla che è l'acronimo del surreale delitto di "coordinated inauthentic behavior", cioè sostanzialmente di collaborare tra di loro.

Resto colpito innanzitutto dal concetto di inauthentic: da buon minatore, Facebook vuole sempre il nostro argento autentico, a partire dalla nostra vera faccia.

Però questa piccola notizia porta a scoprire una faccenda molto più vasta.

Facebook ha stipulato un accordo con il Digital Forensic Lab di un'organizzazione denominata Atlantic Council.

Con il solito linguaggio orwelliano, l'Atlantic Council annuncia che collabora con Facebook
"nei suoi sforzi per rafforzare la democrazia - per assicurare che gli strumenti ideati per avvicinarci non vengano invece usati per separarci ancora di più."
In breve, l'Atlantic Council viene pagato diversi milioni di dollari da Facebook per decidere cosa censurare.

Ora, l'Atlantic Council nasce come parte dell'Atlantic Treaty Association, che è una specie di ramo culturale/politico della NATO. E infatti, la promozione della NATO, che è un'organizzazione militare di parte per definizione, è al cuore del progetto dell'Atlantic Council. Come lo è la promozione della "US leadership and engagement in the world".

E' interessante dare un'occhiata anche alle storie personali di alcuni dei dirigenti dell'organizzazione che Facebook paga per controllare chi ci scrive.

Il generale James L. Jones, che si è guadagnato a pieni meriti la foto di apertura di questo post, era il Comandante Alleato Supremo in Europa. Appena andato in pensione, è diventato presidente dell'Atlantic Council.

Un ramo dell'Atlantic Council è lo Scowcroft Center for Strategy and Security, impegnato nella "causa della sicurezza e del sostegno alla leadership statunitense in collaborazione con alleati e partner".

Il centro si chiama così in onore di un eminente membro ed ex-direttore dell'Atlantic Council, il generale Brent Scowcroft, che tra mille importanti incarichi militari, durati decenni, fu anche a capo della commissione di consulenza sull'intelligenza estera degli USA.

L'ex-militare e consulente militare di presidenti ha messo a frutto le proprie competenze, creando The Scowcroft Group, che - forte dei rapporti che vanta con "le persone chiave che prendono decisioni nella politica e nell'industria" in tutto il mondo, offre consulenze su come investire in armi, petrolio e altro."

Potremmo andare avanti per un bel po', ma so che queste liste diventano facilmente noiose: ci limitiamo perciò a qualche nota sparsa su chi paga l'Atlantic Council (c'è anche qualche italiano, ad esempio la Fincantieri, la Leonardo, l'ENI e Beretta USA).

Il primo contribuente in assoluto è Facebook, assieme all'Ufficio Affari Esteri del governo inglese.

Poi troviamo gli Emirati Arabi; la Çalik Holding il cui direttore è casualmente anche il genero del presidente turco Erdogan; le grandi ditte petrolifere del mondo da Chevron a Esso e molte altre.

E la lista continua con enti che vanno dal consolato inglese a Istanbul alla CNN a Google.

Ci sono i grandi produttori militari come la Lockheed Martin, la Boeing e la Raytheon; Twitter; il dipartimento della difesa degli Stati Uniti, la Microsoft, le forze aeree degli Stati Uniti, la stessa NATO...

E perché questa potenza si accanisce su due piccoli account filorussi?

Un senior fellow dell'Atlantic Council è un certo Dimitry Alperovitch, che assieme a un ex-dirigente dell'FBI ha fondato un'altra organizzazione, Crowdstrike:
"Crowdstrike è finanziata da Google, l'industria delle armi, la NATO, l'esercito statunitense, l'Arabia Saudita, gli Emirati e da un altro oligarca ucraino che ha donato $10 milioni alla Clinton Foundation, di nome Victor Pinchuk. Pichuk ospitò l'incontro del 2013 a Yalta, in Crimea, cui parteciparono Bill Clinton, Hillary Clinton e Tony Blair per decidere come dividere il patrimonio dell'Ucraina in seguito all'imminente colpo di stato."
Ora, Crowdstrike si dedica da anni a denunciare presunte interferenze russe nelle elezioni di mezzo mondo; e i due account filorussi a denunciare l'operato di Crowdstrike e a sostenere che le accuse contro la Russia sarebbero false.

Siccome spesso sfugge il punto, chiarisco: qui non mi interessa molto il conflitto tra Russia e Stati Uniti. La cosa importante è capire come funziona dietro le quinte un sistema unico che monopolizza i dati del mondo e li utilizza per interessi militari, geopolitici e finanziari.

Ma ci sarà sempre qualcuno che risponderà, "Facebook è neutrale, dipende solo dall'uso che ne fai... e poi fa tanto comodo!"

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