Maestri BurattinaiS


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Il rapporto di Seymour Hersh sulla Siria: intervista al Senatore americano Richard Black

Bashar Al-Assad

In un suo recente articolo pubblicato dal London Review of Books, il premio Pulitzer Seymour Hersh ha ampiamente analizzato la guerra in Siria, dal suo inizio fino ai giorni nostri: oramai cinque anni di guerra per procura, voluta dalle monarchie del Golfo Persico e dagli ambienti Neocon dell'apparato politico militare statunitense.


E' una guerra infame e disumana, spacciata per rivoluzione popolare spontanea contro il tiranno di turno ma preparata con largo anticipo anni fa, come ammesso dal generale Wesley Clark già nel 2007 quando enunciò la tristemente famosa lista delle 7 nazioni da abbattere in 5 anni: Iraq, Libya, Syria, Lebanon, Somalia, Sudan and Iran.

Dal rapporto di Hersh, uno dei più noti giornalisti americani di fatti politici e militari, emerge che c'è stata una sorta di "ribellione dell'esercito" che ha visto contrapposto il Pentagono del generale Martin Dempsey alla CIA e al Dipartimento di Stato. Di fatto il Pentagono si è opposto alla caduta del Presidente Assad fornendo ai siriani informazioni utili contro gli attacchi delle soldataglie terroriste ed ostacolando in vari modi la fornitura a queste ultime di armi ed approvvigionamenti. Questo conflitto tra pezzi dell'apparato di potere americano sembra incredibile ma è accaduto realmente.

Seymour Hersh
Seymour Hersh
Il senatore della Virginia Richard Black, ben noto ai lettori e da noi recentemente ancora intervistato proprio su questo argomento, ha espresso le sue opinioni riguardo quanto riferito da Hersh nel suo rapporto.

Un'analisi dettagliata di tutte le informazioni disponibili a livello di Intelligence e commissionata dal Pentagono, ci conferma il Senatore Black, fece emergere come la caduta del Presidente Assad avrebbe avuto effetti catastrofici sugli equilibri mediorientali ed avrebbe causato un pericolo potenziale per la stessa Europa. Questa analisi evidenziò i legami tra le monarchie del Golfo e la Turchia del Presidente Erdogan, un'alleanza nata per distruggere la Siria in nome di comuni interessi petroliferi, ma non solo.

La "ribellione dei militari", continua il Senatore Black, è comprensibile ricordando come il soldato americano, ma anche il pubblico impiegato, giuri fedeltà non al diretto superiore o a chi è al governo ma alla Costituzione degli Stati Uniti. Chi fa questo giuramento si impegna a difendere la Costituzione contro ogni nemico esterno o interno.

Stormtrooper

Daesh, in Iraq ucciso uno dei vice di al-Baghdadi

al-Baghdadi
© East News/ Balkis Press

L'annuncio delle autorità militari irachene: Ali Mohammed Nasser al Obeidi morto in un raid al confine siriano.


Il ministero della Difesa di Baghdad ha diffuso la notizia dell'uccisione in un raid dell'aviazione irachena di Ali Mohammed Nasser al Obeidi, considerato uno dei vice di al-Baghdadi, a capo del Daesh dalla sua fondazione. L'uccisione di una delle figure di punta del califfato sarebbe avvenuta nella zona della diga di Haditha, nella provincia di al Anbar, dove i miliziani del Daesh stanno concentrando la propria offensiva dopo la perdita di Ramadi. La città di Haditha è l'unica della provincia a non essersi mai sottomessa al Daesh e dalla sua resistenza dipendono i destini di larga parte della popolazione dell'Iraq meridionale, considerata la presenza dell'importante diga, che fornisce acqua ed elettricità il sud del Paese.
Al Obeidi, già al comando di una delle brigate della Guardia Repubblicana di Saddam Hussein, era considerato l'anello di congiunzione tra il nucleo salafita del Daesh nel Paese con gli irriducibili seguaci del deposto e ucciso Saddam Hussein. Arrestato durante l'invasione americana, al Obeidi era riuscito a fuggire dal carcere di Abu Ghraib prima di unirsi al Daesh.

Sheeple

Yemen, Ue condanna l'attacco su MSF ma tace sui crimini sauditi

yemen bandiera
© AP Photo/ Hani Mohammed

Un missile saudita ha colpito un ospedale nel distretto settentrionale di Razeh, nella provincia di Saada, in Yemen, provocando 4 morti e una decina di feriti.


Continua la guerra dell'Arabia Saudita contro gli sciiti dello Yemen.

Medici senza frontiere è ancora sotto attacco.

Un missile saudita ha colpito un ospedale nel distretto settentrionale di Razeh, nella provincia di Saada, in Yemen, provocando 4 morti e una decina di feriti. E' il terzo ospedale dell'organizzazione umanitaria a essere bombardato dall'aviazione saudita in Yemen, dopo i centri di cura di Taiz, in dicembre, e di Haydan, in ottobre.

Il più importante attacco ai danni di Medici senza frontiere, che condivide regolarmente le coordinate gps delle proprie strutture con tutte le parti combattenti, avvenne a ottobre 2015 in Afghanistan quando forze armate della Nato bombardarono l'ospedale dell'ong, provocando oltre venti morti tra cui tre bambini.

L'Unione Europea condanna l'attacco ma tace sui crimini dell'Arabia Saudita.
"Tali attacchi — si legge in una dichiarazione congiunta dell'Alto commissario per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, Federica Mogherini, e del commissario europeo per la gestione degli aiuti umanitari, Christos Stylianides — che prendono di mira le operazioni umanitarie e i civili, sono chiaramente proibiti dal diritto internazionale umanitario". Per questo, proseguono i rappresentanti Ue, "le parti in conflitto devono astenersi dal prendere deliberatamente di mira le infrastrutture civili. Il disprezzo per il diritto umanitario ostacola gli sforzi volti a portare una soluzione politica alla crisi". Di fronte a una situazione umanitaria "senza precedenti", la Commissione europea "continuerà a fornire sostegno umanitario nel 2016 a tutte le popolazioni colpite dal conflitto in Yemen", conclude la nota.

Dominoes

"In 1 mese e mezzo grazie ai raid della Russia liberati 153 centri abitati in Siria"

esercito siriano
© Sputnik. Mikhail Voskresenskiy

In Siria più di 150 tra città e villaggi sono stati liberati da dicembre ai primi di gennaio grazie ai raid dell'Aviazione russa, ha riferito oggi il direttore del Dipartimento operativo dello Stato Maggiore, il generale Sergey Rudskoy.
"I risultati migliori sono stati ottenuti nelle province di Aleppo, Latakia, Hama, Homs e Raqqa," — ha detto il generale.
Nei primi 10 giorni del nuovo anno, gli aerei russi hanno compiuto raid contro 1.097 infrastrutture dei terroristi, compresi centri per la produzione e raffinazione di petrolio, depositi di attrezzature militari e campi d'addestramento.
"A seguito degli attacchi aerei dell'Aviazione russa i gruppi terroristici hanno subito pesanti perdite di uomini e attrezzature militari", — ha rilevato Rudskoy.
Secondo lui, questo permette alle truppe dell'esercito siriano e dell'opposizione moderata di continuare l'offensiva nonostante le condizioni meteo difficili associate alle forti piogge e alle basse temperature.
"Tuttavia, nonostante tutti gli sforzi della comunità internazionale per contenere i terroristi, dalla Turchia, nella parte nord-orientale della provincia di Latakia, continuano ad arrivare combattenti per aggregarsi al Daesh," — ha detto Rudskoy.

Target

I russi sono i cattivi

cittadina russa
© REUTERS/ Ilya Naymushin

I russi sono i cattivi. I giornalisti, ma anche il cinema hanno abituato il mondo occidentale a questa storia. La Russia ha sempre voluto conquistare il mondo intero e oggi potrebbe sganciare una bomba nucleare da un momento all'altro. Paura vero?


Anno dopo anno viene riproposto il solito film, ma dopo l'intervento russo in Siria qualcosa è cambiato, la solita narrazione occidentale dei fatti si inceppa ed è giunto il momento di porsi qualche domanda.

La Russia rappresenterebbe continue minacce per l'Occidente e sarebbe la causa di tutti i mali. Perché? Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Fulvio Scaglione, vice direttore di "Famiglia Cristiana".

— Perché solitamente i media occidentali presentano la Russia come l'impero del male?
Fulvio Scaglione
© Foto: Fornita da Fulvio ScaglioneFulvio Scaglione, vice direttore di “Famiglia Cristiana”


— C'è un sentimento antirusso di antica data che risale a secoli fa. Questo fenomeno è stato ben analizzato in un libro di recente pubblicazione del giornalista Guy Mettan che si intitola "Una guerra di mille anni": parla della russofobia da Carlo Magno alla crisi ucraina. In questo libro si fa notare come gli argomenti dei giornali inglesi durante la guerra di Crimea di metà Ottocento sono stati quasi alla lettera ripetuti dai giornali inglesi adesso a proposito della crisi ucraina.

Per quanto riguarda oggigiorno, credo ci sia il rimbalzo di una convinzione che era soprattutto americana, successivamente allargata anche in Europa; ovvero sia che con la fine dell'Unione Sovietica, la Russia fosse finita come interlocutore globale. C'è un libro uscito alla fine degli anni '90 che si intitola "La grande scacchiera" di Zbigniew Brzezinski , segretario di stato del presidente Jimmy Carter e personaggio molto influente. Nel libro lui spiega che nel mondo è rimasta solo la potenza americana, che la Cina avrebbe impiegato troppi anni per assurgere a un livello importante, che l'Europa contava poco e la Russia era oramai disfatta. Secondo lui bisognava insistere su questo processo di disfacimento per impedire che ci fosse una qualunque forma di "resurrezione" dell'influenza globale russa.

Ebbene, il fallimento di questo piano, secondo me, ha deluso e preoccupato molti. Lo si vede bene adesso con Putin che è stato l'interprete di un neonazionalismo russo, il quale da un lato ha i suoi difetti come l'autoritarismo, dall'altro ha riscattato la dignità nazionale di un popolo, che sentiva di averla persa.

MIB

Il Meglio del Web: NATO: Chi è l'aggressore?

nato
© ilfarosulmondo.it


Perché la NATO è stata fondata e perché si è espansa così rapidamente dopo il crollo e lo smembramento dell'Unione Sovietica nel 1991? Sono queste le due domande a cui risponde su Strategic Culture con una lunga analisi Micheal Jabar Carley.



RUSSOFOBIA


Le percezioni negative occidentali della Russia risalgono al 19 ° secolo, inizia l'analista. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917 la russofobia è stata aggravata dalla paura rossa. Per tre anni l'«Entente» delle potenze hanno cercato di strangolare la nascente repubblica sovietica. Quando l'intervento straniero non è riuscito, l'Intesa ha costruito un cordone sanitario attraverso le terre di confine russe dal Baltico al Mar Nero. L'idea era di mantenere la rivoluzione bolscevica al di fuori dell'Europa centrale.

Era «uno scontro di due mondi», secondo uno storico. Chi ha detto che la guerra fredda è iniziata solo dopo il 1945? Anche l'ascesa di Hitler al potere nel 1933 non è riuscita a provocare una rivalutazione occidentale dei rapporti con l'URSS: Gli forzi diplomatici sovietici per costruire un'alleanza anti-nazista naufragò per simpatie occidentali neanche troppo velate per il fascismo. La crisi del capitalismo nel 1930 ha reso il fascismo attraente, ma così ha fatto la Sovietophobia dell'Occidente.

Anche dopo l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel giugno 1941, prosegue sempre l'analista nella sua analisi, il governo britannico non ha rinunciato alla sua ostilità anti-sovietica. Per cento anni, ha detto un funzionario del Foreign Office nel 1944, la Sovietophobia era la normalità del governo britannico. Questa era una posizione sorprendente, visto che fino a giugno 1944 l'Armata Rossa ha fatto la maggior parte dei combattimenti contro la Wehrmacht.

I colleghi di governo erano a volte scandalizzati dalle esclamazioni antisovietiche di Churchill. Nel mese di maggio del 1945, due settimane dopo il VE-Day, i capi britannici del Comitato di pianificazione congiunto hanno prodotto l'operazione top secret «Impensabile», uno scandaloso piano suicida per una nuova guerra anglo-americana, sostenuta dalle truppe tedesche in nuove uniformi, contro l'URSS.

Commenta: l'Ascesa della Russia e la 'Fine del Mondo'
SOTT Talk Radio #91: Gli Eserciti Segreti della NATO in Europa - Intervista con Daniele Ganser


Black Cat

Parigi: lo strano terrorista dell'ISIS. Ma necessario.

Parigi attentato isis
"Si stava solo avvicinando ai poliziotti. Non era affatto armato. Gli hanno gridato: "Vai indietro! Indietro!" lui è indietreggiato alzando le mani... e di botto è tornato verso di loro, e gli hanno sparato addosso tre volte... la signora che era a fianco s'è nascosta dietro un'auto, io mi son nascosta a casa... non era armato per niente".
Sono le parole di una testimone oculare che ha visto i poliziotti uccidere un giovane "terrorista dell'ISIS" davanti al commissariato del 18mo arrondissement. La si può ascoltare nel video, preso da BFM Tv sulla scena del delitto.

La polizia e la procura hanno comunicato: "Alle 11.30 l'individuo, che portava un'arma bianca da macelleria (è stata trovata accanto al cadavere, ndr.) ha gridato "Allah Akhbar" esibendo l'arma, ed è stato abbattuto". Il comunicato della procura completa poi il quadro: l'ucciso aveva una cintura esplosiva "fittizia" (sic) "era in possesso di una carta su cui figura la bandiera dell'organizzazione dello Stato Islamico e una dichiarazione di fedeltà ad Abu Bakr El Baghdadi, redatto il lingua araba. Vi si giustifica il suo atto come vendetta contro 'gli attacchi in Siria".

Sono prove schiaccianti, bisogna convenirne: l'ISIS colpisce a Parigi ripetutamente. Non passa giorno che lo Stato Islamico non l'aggredisca. Non si ascolti l'altro testimone oculare nel video che nega, con decisone e insistenza, i particolari diramati da polizia, procura e media:
"Ero al bar a bere qualcosa con amici, ed ho sentito u uomo, un poliziotto, dire a un altro uomo: "Vai via! Via!". Lui non ha ascoltato, non ha obbedito, e di colpo ho sentito tre spari; mi son voltato e ho visto un uomo a terra. Francamente una persona molto normale, non so se voleva parlare con loro e non l'hanno voluto sentire... Bizzarro, quando è caduto non c'era niente, non un coltello; (insiste) non aveva il coltello, ne sono sicuro. Hanno detto che era entrato nel commissariato; macché, mica era entrato in commissariato; poi "aveva un'arma", ma va là, non aveva armi; terzo, che ha gridato "Allahu Akhbar", non ha gridato Allah Akhbar; quarto, che aveva addosso una cintura esplosiva - io non ho visto nessuna cintura esplosiva - Strano no? Noi che eravamo lì non abbiamo visto niente di questo".
Chi era l'ucciso? Le sue impronte digitali corrispondono ad una persona arrestata per furto a Saint Maxime, sud della Francia, nel 2013. S'era identificato come nato a Casablanca, Marocco, nel '95, senza fissa dimora; di nome Ali Sallah, identità non confermabile perché l'uomo non aveva documenti.

Rocket

La Russia schiera missili antiaerei in Siria, e gli aerei della NATO scompaiono

missile
Daniel Fielding Russia Insider, 6/1/2016

I media inglesi confermano che la campagna aerea inglese in Siria è completamente ferma. I media statunitensi confermano che la campagna aerea degli USA sul nord della Siria si è fermata dopo che i russi hanno installato missili antiaerei.

Qualche settimana fa ho scritto un pezzo dicendo che tutto il fuoco e i tuoni in Gran Bretagna per la decisione del governo Cameron di bombardare la Siria era inutile, perché il contributo militare inglese nella guerra in Siria sarebbe stato militarmente irrilevante. Gli eventi mi hanno pienamente dato ragione. Il coinvolgimento totale militare inglese in Siria ammonta a tre missioni di attacco, effettuati a cinque giorni dall'approvazione parlamentare. Sembra che non più di 19 bombe siano state gettate, meno di un Tu-22M russo in un solo attacco. Probabilmente sottovalutando anche la differenza tra le bombe che può trasportare il Tu-22M, di gran lunga più pesanti delle bombe che un bombardiere inglese Tornado può trasportare.

Tutte le bombe sono state sganciate su un obiettivo solo, il giacimento Umar, già bombardato un mese prima dagli Stati Uniti. Un articolo del Daily Telegraph espone l'entità del fiasco, e conferma che non ci sono stati bombardamenti inglesi in Siria dal 6 dicembre 2015. Il fatto che i tre attacchi inglesi furono sul giacimento Umar, per inciso significa che non possono essere stati gli aerei inglesi a bombardare la base siriana di Dair al-Zur. Il governo inglese non ha spiegato l'assenza di un qualsiasi serio bombardamento dello Stato islamico in Siria dall'inizio teorico della campagna di bombardamenti inglese. La verità è che, date le dimensioni militari inglesi, e quelle francesi e tedesche, che scompaiono di fronte a Stati Uniti e Russia, l'eventuale contributo inglese è stato e sempre sarà simbolico. Tuttavia la dimensione francamente patetica dei bombardamenti inglesi suggerisce che ci sia qualcos'altro.

L'articolo del Daily Telegraph conferma non solo che i bombardamenti inglesi in Siria si sono virtualmente fermati. L'articolo conferma anche che tra il 1° e il 22 dicembre 2015, la coalizione statunitense aveva effettuato solo 148 raid aerei in Siria. Li si confronti alle 164 sortite svolte dai russi in tre giorni a dicembre (dal 25 al 28 dicembre 2015) e alle oltre 5200 sortite condotte dai russi dall'inizio della loro campagna di bombardamenti in Siria, il 30 settembre 2015. Il Daily Telegraph sostiene che tale assenza di sortite da parte di USA e alleati in Siria sia causata dalla presunta preoccupazione di evitare vittime civili, e dall'assenza di obiettivi. Nonostante le smentite prevedibili, la spiegazione più probabile è l'enorme aggiornamento delle difese aeree russe e siriane, avutosi dall'abbattimento turco del Su-24 a novembre.

Bomb

L'Arabia Saudita bombarda ambasciata iraniana in Yemen. La denuncia di Teheran

ambasciata dell'Iran


Teheran: "L'Arabia Saudita ha la responsabilità di aver danneggiato l'ambasciata e ferito il suo personale"


L'Iran ha accusato l'Arabia Saudita di aver attaccato l'ambasciata iraniana nella capitale yemenita di Sana'a. Alcune guardie sarebbero stati feriti nell'attacco. Lo riportano i media iraniani. "L'Arabia Saudita ha la responsabilità di aver danneggiato l'ambasciata e ferito il suo personale", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Hossein Ansari Jaber, citato da stato del canale TV IRIB. Diverse guardie sarebbero state ferite.

"Questa azione deliberata dell'Arabia Saudita è una violazione di tutte le convenzioni internazionali che proteggono le missioni diplomatiche", riporta anche AFP. Ansari ha aggiunto che "la Repubblica islamica [dell'Iran] si riserva il diritto di perseguire i propri interessi in questa materia."
#Iran FM Spoxs strongly condemns recent Saudi air attack agnst Iran's embassy in #Sanaa says some guards are wounded pic.twitter.com/vHncQjSY8C
— Mehdi Sayyari (@mehdisayyari) 7 Gennaio 2016
La coalizione a guida saudita che bombarda lo Yemen da mesi ha fatto sapere che indagherà su quest'accusa, secondo il portavoce Ahmed Asseri. Lo riporta Reuters. Asseri ha riconosciuto che i jet della coalizione hanno effettuato attacchi aerei pesanti a Sana'a mercoledì sera e ha sostenuto che i ribelli Houthi utilizzino strutture civili, tra cui le ambasciate abbandonate. Asseri ha poi precisato che la coalizione aveva chiesto che tutti i paesi fornissero le coordinate dei loro missioni diplomatiche, aggiungendo che le accuse fatte sulla base delle informazioni fornite dagli Houthi "non hanno alcuna credibilità". Difficile da credere che la coalizione saudita non conoscesse "le coordinate" dell'ambasciata iraniana nel centro della capitale yemenita.

La coalizione a guida saudita si è macchiata di gravi crimini di guerra e contro l'umanità in Yemen. E 'stato accusato, tra l'altro, anche di aver colpito un ospedale di Medici Senza Frontiere a Sanaa nel mese di dicembre. Il bilancio delle vittime dei combattimenti in Yemen, ha raggiunto raggiunto la cifra di 2.795 persone secondo fonti delle Nazioni Unite.

Newspaper

Libia, kamikaze contro accademia polizia: è strage

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© Sputnik. Mikhail Voskresensky


Un camion bomba lanciato a velocità contro un centro di addestramento a Zzliten, nell'ovest della Libia, provoca almeno 50 morti. Daesh sui pozzi di petrolio in Cirenaica. L'allarme delle Nazioni Unite.


Sarebbero alcune decine i morti causati dall'esplosione di un camion bomba, deflagrato questa mattina all'ingresso di un'accademia di polizia in Libia. L'attentato, non ancora rivendicato ma su cui si teme ci sia la firma del Daesh, è avvenuto nel centro di addestramento della polizia giudiziaria di Al-Jahfal a Zliten, città della Libia occidentale, dove al momento dell'attentato erano presenti oltre 400 reclute della guardia costiera libica.

Nella giornata di ieri invece segnalata dai media locali un'offensiva da parte del califfato contro i giacimenti petroliferi libici situati in Cirenaica. Secondo quanto riferito da uno dei responsabili per il controllo delle zone portuali della regione, diversi attacchi da parte dei miliziani del Daesh starebbero interessando in queste ore i principali terminal petroliferi di Sidra e Ras Lanouf.

Il presidente della Nation Oil Corporation libica, ha lanciato l'ennesimo appello all'unità del Paese in una nota stampa diffusa in queste ore.
"Abbiamo bisogno di unire le nostro forze contro questo nemico comune — ha detto Sanalla Mustafa — non domani o la prossima settimana, ma ora". Dello stesso avviso il delegato Onu per la Libia, Martin Kobler, che condannando gli attacchi ai pozzi libici, ha confermato la necessità di formalizzare in pieno l'accordo per il governo di unità nazionale. "Ogni giorno che passa senza un accordo sull'attuazione dell'Accordo Politico inter-libico del 17 dicembre — ha detto il diplomatico ONU —è un giorno di vittoria per il Daesh".