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© Sputnik. Mikhail Voskresensky


Un camion bomba lanciato a velocità contro un centro di addestramento a Zzliten, nell'ovest della Libia, provoca almeno 50 morti. Daesh sui pozzi di petrolio in Cirenaica. L'allarme delle Nazioni Unite.


Sarebbero alcune decine i morti causati dall'esplosione di un camion bomba, deflagrato questa mattina all'ingresso di un'accademia di polizia in Libia. L'attentato, non ancora rivendicato ma su cui si teme ci sia la firma del Daesh, è avvenuto nel centro di addestramento della polizia giudiziaria di Al-Jahfal a Zliten, città della Libia occidentale, dove al momento dell'attentato erano presenti oltre 400 reclute della guardia costiera libica.

Nella giornata di ieri invece segnalata dai media locali un'offensiva da parte del califfato contro i giacimenti petroliferi libici situati in Cirenaica. Secondo quanto riferito da uno dei responsabili per il controllo delle zone portuali della regione, diversi attacchi da parte dei miliziani del Daesh starebbero interessando in queste ore i principali terminal petroliferi di Sidra e Ras Lanouf.

Il presidente della Nation Oil Corporation libica, ha lanciato l'ennesimo appello all'unità del Paese in una nota stampa diffusa in queste ore.
"Abbiamo bisogno di unire le nostro forze contro questo nemico comune — ha detto Sanalla Mustafa — non domani o la prossima settimana, ma ora". Dello stesso avviso il delegato Onu per la Libia, Martin Kobler, che condannando gli attacchi ai pozzi libici, ha confermato la necessità di formalizzare in pieno l'accordo per il governo di unità nazionale. "Ogni giorno che passa senza un accordo sull'attuazione dell'Accordo Politico inter-libico del 17 dicembre — ha detto il diplomatico ONU —è un giorno di vittoria per il Daesh".