
"Al peggio non c'è mai fine" - inizia Cremaschi - "ma le ultime scelte del governo Renzi in materia di lavoro sono solo il suggello di un disegno che nasce molti anni prima. Con il pacchetto Treu del 1995 i governi di centro sinistra hanno di fatto aperto la via alla precarietà e alla flessibilità, alias perdita di diritti del mondo del lavoro. Come non ricordare poi la ferita mortale all'art.18 della Legge Fornero? L'attuale governo ha portato a compimento il tutto con la precarizzazione come regola, con l'abolizione dell'art.18, con misure liberticide come la licenza di spionaggio a distanza e il degrado continuo dell'ambiente lavorativo come normalità."
La narrativa ufficiale ci racconta che queste "riforme" sono l'unico modo per combattere la disoccupazione in un sistema globalizzato che richiede la flessibilità come dogma. "Sta proprio qui la truffa: hanno sempre venduto tutto come il modo per sconfiggere la disoccupazione e questa è aumentata sempre ad ogni riforma distruttiva successiva. Come giustificano sempre quelle che chiamano riforme? Con il dover dare un lavoro ai giovani e qual è la disoccupazione giovanile nel nostro paese? I minori salari e minori diritti dei lavoratori erano e restano gli obiettivi di questo disegno, di questa operazione in malafede".
Un percorso di distruzione del lavoro iniziato negli anni '90, vale a dire nel periodo in cui il nostro paese ha iniziato a delegare la sua sovranità al percorso di integrazione monetaria e finanziaria voluta in Europa. E sulle relazioni tra i due processi, Cremaschi non ha dubbi che si sia trattato di un unico disegno. "In questa operazione in malafede, si è compiuto uno scambio di merci. Il Trattato di Maastricht, apologia del liberismo più spinto, ha annullato principi sanciti dalle Costituzioni post fasciste e il lavoro è divenuto una merce di scambio da sacrificare nell'altare della finanza per i due nuovi dogmi: la flessibilità e l'abbattimento delle pensioni. Proprio oggi l'Osce in un nuovo rapporto ci ricorda come le pensioni italiane siano ancora troppo alte. La Bestia non è mai sazia".
Commenta: L'ISIL ha rivendicato la sua responsabilità di questo brutale atto. L'ISIL ha anche coltivato un particolare immagine nei suoi video propagandistici. Tuttavia dei testimoni descrivono l'antitesi di questa immagine. Niente maschere, nessuna barba o fascia in testa con gli slogan stampati, niente bandiere nere (un presupposta firma lasciata nella scena del massacro a Charlie Hebdo e in molteplici altri incidenti terroristici).
Invece, qualcuno che li ha visti da vicino ha descritto degli uomini bianchi, ben rasati, che sembravano e agivano come soldati. Molto strano.