© ansaCome fu costruito il massacro del più antico popolo cristiano. Il califfo turco e il ruolo complice dell’Islampolitik tedesca. Appunti di una storia molto attuale
Una riflessione attuale sul Genocidio armeno ancora drammaticamente manca a molta cultura occidentale. E ogni giorno che passa, almeno ad avviso di chi scrive, se ne avverte sempre più la necessità e l'impellenza. Non che manchino i libri. Al riguardo, infatti, è doveroso almeno ricordare l'importante libro di Marcello Flores. L'editore Guerini, poi, eroico e benemerito, ha voluto pubblicare uno dei testi più esaustivi e autorevoli in materia, ossia la Storia del Genocidio Armeno del grande Vahakn Dadrian. Ancor più importante, vi è la commovente e puntuale opera di informazione e sensibilizzazione portata avanti con fiera determinazione dagli amici armeni italiani. Infine, vi sono alcuni grandi interpreti, capaci di offrire spiegazioni, di disserrare la maglie della storia, di indagare recessi dell'orrore poco frequentati, di fare difficili, eppur inevitabili, confronti e rimandi. Alcuni tra costoro hanno il dono raro della comunicazione e dell'empatia. Tributo qui il mio affetto e la mia gratitudine ad Antonia Arslan.
È stato - e tuttora è difficile - far capire che la Shoah non fu un "fungo", velenosissimo e letale, apparso una mattina nell'ombratile bosco della Storia. Per arrivare alla Shoah è stato necessario un percorso per certi versi perdurato numerosi secoli. Ed è esattamente questo "dettaglio" che spesso viene facilmente occultato o trascurato; ed è questa fondamentale comprensione che sovente sfugge. Parimenti vi è il rischio che, pur più edotti rispetto al recente passato circa il Genocidio armeno, molti pensino essersi trattato, anche in questo caso, del solito micidiale "fungo". Il Genocidio armeno ha anch'esso richiesto una storia lunga, secolare, spesso misconosciuta - o comunque generalmente poco studiata - dal mondo occidentale.
La questione armena, che attraversò abbondantemente il secolo XIX, è legata - e parallela - alla questione d'Oriente, che iniziò a cristallizzarsi attraverso le tendenze opposte di imperialismo, nazionalismo, interventismo delle grandi potenze. Entrambe le questioni, come ricorda Dadrian, hanno prodotto due drammatiche conflagrazioni, dovute allo scontro tra sistemi incompatibili, in cui un elemento fondamentale fu giocato dall'islam. Il Sultano ottomano, infatti, fino al collasso del suo Impero, fu il legittimo Califfo dei musulmani. Tra i musulmani che ritenevano all'epoca non legittimo il Califfato ottomano, vi erano i cosiddetti "movimenti riformatori", ossia, ad esempio, i Wahabiti.
La normativa sui dhimmiSe nel 1848 il Sultano Abdul Mejid riconobbe uno status ufficiale ai sudditi ebrei e cristiani, tuttavia le tensioni religiose ingenerate da questo provvedimento iniziarono a divenire mortifere "in grande stile" in particolare nel 1860, quando, da parte drusa, si iniziarono a massacrare i cristiani maroniti in Siria e Libano. I morti furono circa 40.000 tra i maroniti cattolici, con la distruzione di circa 500 chiese e 40 monasteri: un'esplosione di violenza legata alla crescita di animosità religiosa ed etnica accumulatasi tra drusi, musulmani e cristiani. Motivo dell'esasperazione musulmana incontrollata fu peraltro la precedente promulgazione della Carta delle Riforme del 1856 che prevedeva l'uguaglianza tra i musulmani e i sudditi non musulmani dell'Impero ottomano, all'epoca dominante quasi tutto il mondo arabo. Chiaramente vi furono misure repressive da parte dell'Impero ottomano nei confronti di chi perpetrò il massacro, come pure pressioni da parte delle potenze occidentali. Tuttavia ciò accadde e fu destinato a ripetersi.
Le pressioni europee in favore delle riforme giuridiche, come pure le resistenze turche in particolare - e islamiche in generale - a ogni forma di cambiamento, aiutano a inquadrare la problematica in relazione agli armeni. Va premesso che gli armeni, in seno all'Impero ottomano, costituivano la più nutrita e diffusa minoranza etnico-linguistico-religiosa, seguiti dai cristiani greci e dagli ebrei. Prendendo sul serio le riforme formalmente introdotte dal Sultano circa lo status dei non-musulmani (a differenza degli ebrei che, in genere, furono molto più diffidenti e guardinghi), gli armeni ne chiesero un'attuazione reale ed efficace, considerando che si trattava di una questione di diritto (e di diritti). I turchi, da parte loro, si rimettevano alle esigenze religiose islamiche, che, pur formalmente tollerando in territorio islamico (o islamizzato) il non-musulmano, prevedevano inevitabili e necessarie relazioni di dominazione e di sottomissione tra islamici e non-musulmani.
Nel 1865 il Sultano Abdul Aziz allentò ulteriormente, non senza critiche da parte religiosa, la rigida normativa sui dhimmi (fondamentalmente ebrei e cristiani) prevista dal Patto di 'Umàr. Tuttavia l'infamia e la crudeltà della dhimmitudine poco dopo mieterono ancora decine di migliaia di vittime innocenti attraverso l'ideologia panislamica avallata dal sultano Abdul Hamid II.
Nel 1894-1896 furono infatti perseguitati e massacrati un numero di armeni che oscilla tra le 100.000 e le 300.000 persone, con un totale complessivo di bambini orfani stimato attorno ai 50.000, molti dei quali convertiti a forza all'islam. In quel frangente, inoltre, vennero uccisi circa 25.000 cristiani assiri.I complici del massacroNel 1909, poi, in Cilicia vennero sterminate altre 30.000 persone. Nel corso del disastro finale, ossia il Genocidio armeno messo in atto dai Giovani Turchi e dagli assassini loro sodali nel 1915-'16, questa storia pregressa con le sue drammatiche problematiche religiose si ripropose, declinandosi, con uno iato rispetto al passato, come questione nazionalistica.
Un genocidio non lo si improvvisa, ma necessita "pratica"; inoltre servono complici, anch'essi abituati a essere aguzzini feroci. E i complici vi furono: i tedeschi. I tedeschi - e la cultura tedesca - sono coinvolti ampiamente in tutti e tre i primi genocidi del Novecento: nel primo caso, quello del popolo Herero in Africa (1904), e nel terzo - la Shoah - furono i principali ideatori, organizzatori e responsabili. Nel caso degli armeni, cooperarono con i turchi, rendendolo il più possibile "efficace" e "scientifico".
Commenta: Per maggior informazioni riguardo l'ipotesi che le grandi catastrofi e pandemie come La Morte Nera avvenute nei secoli e nei millenni precedenti a causa di fattori di origine cosmica, invitiamo il lettore di guardare il seguente Documentario: