OF THE
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"Parte dalla prevenzione la battaglia contro questo tumore - afferma il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Nel nostro Paese nel 2015 sono stati stimati circa 11.300 nuovi casi (erano meno di 6.000 nel 2004, 7.000 nel 2010, 11.000 nel 2014). Il melanoma è in costante crescita, infatti le diagnosi sono quasi raddoppiate in dieci anni, particolarmente fra i giovani. Troppe persone si espongono al sole senza precauzioni e i bambini rappresentano l''anello debole' della catena. Un richiamo da tenere in considerazione soprattutto in questi mesi, in cui molti italiani approfittano del fine settimana per stare all'aria aperta".
"È necessario - continua il prof. Pinto - proteggersi con creme solari e indumenti adeguati quando ci si espone al sole, evitando però le ore centrali della giornata (12-16). Inoltre non si devono utilizzare le lampade abbronzanti perché sono cancerogene come il fumo di sigaretta. E ancora, basterebbe un semplice esame della pelle eseguito da uno specialista una volta all'anno per individuare questo tumore nella fase iniziale, quando le percentuali di guarigione superano il 90%".L'informazione rappresenta la prima medicina, per questo l'AIOM realizza con La Repubblica il portale "OncoLine" su Repubblica.it, un progetto reso possibile grazie a un educational grant incondizionato di MSD, con news e approfondimenti che spaziano dalla prevenzione alla ricerca fino alle ultime terapie contro tutti i tipi di cancro.
"Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per controllare il melanoma nella fase metastatica - spiega il prof. Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto 'Pascale' di Napoli e presidente della Fondazione Melanoma - . Questa neoplasia, per la sua particolare sensibilità all'azione del nostro sistema immunitario, ha rappresentato il candidato ideale per applicare il nuovo approccio rappresentato dall'immuno-oncologia. I farmaci immunomodulatori, che agiscono contro bersagli specifici per favorire la risposta immune, hanno infatti dimostrato di migliorare la sopravvivenza dei pazienti e in alcuni casi è possibile parlare di cronicizzazione della malattia. Un risultato impensabile prima dell'arrivo di queste terapie, visto che la sopravvivenza mediana in stadio metastatico era di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a un anno del 75%. In particolare pembrolizumab, un inibitore del 'checkpoint' immunitario PD-1, molecola coinvolta nei meccanismi che permettono al tumore di evadere il controllo del sistema immunitario, ha dimostrato di allungare in maniera significativa la sopravvivenza. Un aspetto particolare riguarda il tempo di latenza. Al contrario di quanto avviene nella chemioterapia, nell'immuno-oncologia l'iniziale progressione di malattia non va interpretata come un fallimento del trattamento. La risposta clinica può infatti essere osservata anche proseguendo la terapia, quindi in fasi tardive".Nell'era dell'immuno-oncologia cambia la classificazione del tumore.
"Nella lotta alle neoplasie si stanno aprendo nuove strade per somministrare la terapia giusta al paziente giusto - continua il prof. Ascierto - . Il 'Pascale' è stato il secondo centro al mondo a studiare l'immunoscore dopo l'INSERM (National Institute of Health and Medical Research) di Parigi. È un esame innovativo che probabilmente permetterà in futuro di selezionare in anticipo i pazienti che risponderanno all'immuno-oncologia. Questa tecnica può essere applicata non solo nel melanoma, ma in tutte le neoplasie in cui è dimostrata l'efficacia di questo nuovo approccio. L'ostacolo da superare per debellare il melanoma è rappresentato da un'incompleta e parziale comprensione del tumore e della sua biologia immunitaria, nei cui confronti tuttavia si sono registrati recentemente importanti progressi. L'altro fronte da approfondire è quello della combinazione delle terapie per rendere questa neoplasia una malattia cronica, con cui il paziente può convivere per tutta la vita, come avvenuto in passato con l'HIV e con altre patologie infettive come la tubercolosi".Una corretta informazione può evitare l'insorgenza del melanoma con i consigli per una appropriata esposizione solare, soprattutto per i più giovani.
"Non esistono solari in grado di garantire una protezione totale - sottolinea il prof. Pinto -, inoltre va considerato che esiste un tempo di esposizione massimo oltre il quale bisogna stare all'ombra".
Le statistiche al giorno d'oggi sono impressionanti: 1 bambino su 68 (o 14,7 su 1000 bambini di 8 anni) è affetto da autismo1. Questi sono dati ufficiali dei CDC di Atlanta (Centers for Disease Control and Prevention), gli intoccabili e governativi centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Quando però quell'uno è tuo figlio poco importano le statistiche, poco importano i numeri e tutto quanto perde di significato, esattamente come la vita di un genitore. La medicina brancola nel buio più totale e siccome non ne conosce l'eziologia, non può conoscere neppure la soluzione, per cui si è inventata termini come "Disturbo dello spettro autistico" (ASD). Parole che svuotano di significato il problema, anzi allontanano sempre più dal nucleo centrale dello stesso. Forse è proprio questo lo scopo: nascondere la propria ignoranza. "Siccome non sappiamo bene cos'è l'autismo, lo chiamiamo Sindrome o Disturbo...".
"La nascita di un bambino sano è un miracolo,
ma mantenere sano un bambino è un'arte"
Tinus Smits
"Per combattere la depressione in maniera efficace - dichiara Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano e presidente della Societa' Italiana di Psichiatria - occorre innanzitutto accorciare i tempi di diagnosi, oggi ancora molto dilatati. Le casistiche piu' recenti attestano un periodo medio di due anni tra l'insorgenza dei primi sintomi e la malattia conclamata con un conseguente significativo ritardo, anche in termini di risposta alla terapia, sull'inizio di trattamenti mirati. Ritardo implicabile alla mancata presa di coscienza della sintomatologia con cui si dichiara la depressione. Infatti oltre a nota apatia e perdita di interesse verso i piaceri della vita - da quella professionale fino a quella sociale o di relazione - non vanno sottovalutati neppure gli aspetti cognitivi. Questi non vanno intesi soltanto come riduzione della concentrazione, attenzione e memoria di lavoro, ma riguardano anche il procrastinare una decisione o l'incapacita' di attuare strategie di 'problem solving' sia in contesti banali che piu' complessi".
"Come i classici antidepressivi presenti in commercio - precisa Giovanni Biggio, professore emerito di neuropsicofarmacologia all'Universita' degli Studi di Cagliari e Past President della Societa' Italiana di neuropsicofarmacologia - anche questa molecola ha la capacita' di aumentare i livelli di serotonina, con effetti benefici sulla sfera affettiva, cui pero' si aggiunge anche una azione agonista e antiagonista su diversi recettori della serotonina stessa con conseguente impatto indiretto e specifico a livello cerebrale sui livelli di altri neurotrasmettitori coinvolti nella depressione. Aspetto, questo differenziante dalle altre molecole disponibili. Da un lato, infatti, la Vortioxetina agisce sul recettore 5HT1A, regolando in modo straordinario l'attivita' del neurone serotoninergico, vale a dire che riduce i tempi di latenza della normalizzazione del neurone della serotonina favorendone il ritorno alla 'omeostasi' (equilibrio funzionale) fisiologica naturale. Dall'altro inibisce il recettore 5HT3 il cui mal funzionamento intacca in maniera particolare le capacita' cognitive del soggetto depresso".
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