Vegana per 20 anni, ora pensa che esserlo non salverà il mondo. Anzi. Lei è Lierre Keith, autrice del libro The Vegetarian Myth, dissacrazione della "bontà" del vegetarianesimo. A iniziare da questi 6 miti.

Lierre Keith
© Vanity Fair

«Non è stato un libro facile da scrivere, e per molti non sarà facile da leggere. Sono stata vegana per quasi vent'anni, animata da ragioni nobili e dal desiderio di salvare il pianeta, la sua natura selvaggia, le specie in via d'estinzione, e di non partecipare all'orrore degli allevamenti intensivi. Non volevo che il mangiare significasse uccidere animali. Insomma, sono stata anch'io vittima del mito vegetariano e dei suoi molti malintesi. Intendiamoci, coltivo ancora gli stessi ideali, mi batto per la salvezza del nostro pianeta.

Ora però, forse anche a causa dei danni che la mia alimentazione estrema mi provocava, ho aperto gli occhi. E ho capito come funziona il ciclo vitale, e quanto sia giusto, ma anche crudele. Ho capito che l'agricoltura, lungi dall'essere la soluzione, è l'attività più distruttiva che gli esseri umani abbiano imposto al pianeta e comporta la distruzione di interi ecosistemi. La verità è che la vita non è possibile senza la morte, e che - indipendentemente da ciò che mangiate - qualcuno deve morire per alimentarvi».

Sono le parole, dure e controtendenza, di Lierre Keith. Classe 1964, attivista e femminista americana, pubblica per Sonzogno il pamphlet di polemica Il mito vegetariano. Obiettivo: rendere chiaro come dovremmo nutrirci e come il sistema dominante nella produzione del cibo stia distruggendo il pianeta (www.lierrekeith.com). Punto per punto scardina i miti del vegetarianesimo (trovate le sue argomentazioni nella gallery sopra) per tornare a un mondo che, abbandonato il capitalismo, ritorna a produrre in modo normale, abbandonando l'agricoltura intensiva (e distruttiva).

La strada giusta: bilanciare la dieta senza eliminare del tutto alcun alimento, controllare le origini degli alimenti, documentarsi, non diventare preda di facili ideologie che promettono miracoli. Dopo oltre 10 anni di dieta vegana super restrittiva, Lierre è tornata a mangiare carne. E a studiare. Oggi cura molto la sua dieta, ma cerca di non farsi mancare nulla. Niente attaccamenti mentali quando si parla di cibo: solo tanta documentata ricerca.

Ma soprattutto, nessuna idea di salvare il mondo: «I vegetariani per motivi etici ritengono - e ci credono con tutto il cuore e con tutte le loro buone ragioni - che la domanda sia vita o morte», dice «Ma non è questa l'opzione che la natura offre a ciascuno di noi. Noi tutti siamo - gli alberi di mele e il salmone argentato, i lombrichi e le sterne nere - predatori, e successivamente prede. Vita o morte? Non è questa la domanda che ci salverà. Dovrebbe invece essere questa: cosa cresce dove vivete? Chiedetevelo e vedrete».