depressione

In Europa si contano fino a 33 milioni di casi in Europa, con prospettive in crescita fino al 2030. Questi numeri sono veramente considerevoli considerato anche il peso economico e sanitario. Infatti, ogni anno vengono spesi circa 800 miliardi di dollari per assistenza terapeutica.
Nonostante questo, solo un paziente su tre si cura iniziando le terapie con un grave ritardo. Oggi, però, è disponibile anche una nuova terapia in grado di aumentare i livelli delle monoamine coinvolte nella depressione intervenendo non solo sul trasportatore della seretonina, ma anche su due specifiche azioni recettoriali.
"Per combattere la depressione in maniera efficace - dichiara Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano e presidente della Societa' Italiana di Psichiatria - occorre innanzitutto accorciare i tempi di diagnosi, oggi ancora molto dilatati. Le casistiche piu' recenti attestano un periodo medio di due anni tra l'insorgenza dei primi sintomi e la malattia conclamata con un conseguente significativo ritardo, anche in termini di risposta alla terapia, sull'inizio di trattamenti mirati. Ritardo implicabile alla mancata presa di coscienza della sintomatologia con cui si dichiara la depressione. Infatti oltre a nota apatia e perdita di interesse verso i piaceri della vita - da quella professionale fino a quella sociale o di relazione - non vanno sottovalutati neppure gli aspetti cognitivi. Questi non vanno intesi soltanto come riduzione della concentrazione, attenzione e memoria di lavoro, ma riguardano anche il procrastinare una decisione o l'incapacita' di attuare strategie di 'problem solving' sia in contesti banali che piu' complessi".
"Come i classici antidepressivi presenti in commercio - precisa Giovanni Biggio, professore emerito di neuropsicofarmacologia all'Universita' degli Studi di Cagliari e Past President della Societa' Italiana di neuropsicofarmacologia - anche questa molecola ha la capacita' di aumentare i livelli di serotonina, con effetti benefici sulla sfera affettiva, cui pero' si aggiunge anche una azione agonista e antiagonista su diversi recettori della serotonina stessa con conseguente impatto indiretto e specifico a livello cerebrale sui livelli di altri neurotrasmettitori coinvolti nella depressione. Aspetto, questo differenziante dalle altre molecole disponibili. Da un lato, infatti, la Vortioxetina agisce sul recettore 5HT1A, regolando in modo straordinario l'attivita' del neurone serotoninergico, vale a dire che riduce i tempi di latenza della normalizzazione del neurone della serotonina favorendone il ritorno alla 'omeostasi' (equilibrio funzionale) fisiologica naturale. Dall'altro inibisce il recettore 5HT3 il cui mal funzionamento intacca in maniera particolare le capacita' cognitive del soggetto depresso".