British Medical Journal:
il rischio di aggressioni e suicidi conseguenti all'uso di farmaci antidepressivi sui minori sarebbe molto più alto di quanto fino ad oggi ritenuto.Negli USA, si stima che l'1.2% della popolazione under 18 assuma antidepressivi, come gli inibitori selettivi dei ricaptatori della serotonina (SSRI) e gli inibitori dei ricaptatori di serotonina e noradrenalina (SNRIs), che sono tra le molecole più diffuse per il trattamento della depressione, e vengono regolarmente prescritte anche in Italia,
nonostante già in passato siano stati riportati casi di morte, suicidio e violenza fra coloro che assumono questi psicofarmaci. La Food and Drug Administration, l'ente sanitario di controllo USA, aveva già segnalato casi di suicidio legati all'uso di antidepressivi in giovani e adulti, ma il rischio è stato sempre sottostimato, in quanto gli studi precedenti erano mal costruiti e "mascheravano" i pericoli potenziali, omettendo anche diversi effetti avversi, come ad esempio la connessione tra suicidi e aggressioni e l'uso di questi farmaci: di fatto, fino ad oggi non si sapeva esattamente quanto fossero seri i pericoli relativi all'uso di antidepressivi in adulti e bambini.
Il team di ricercatori danesi dell'autorevole Nordic Cochrane Centre, a Copenhagen, ha ora deciso di analizzare studi clinici critici, report e trials per ottenere maggiori informazioni circa le evidenze di casi di morte e di violenza associati agli antidepressivi nella bibliografia scientifica. Il team si è procurato i report degli studi clinici per fluoxetina, paroxetina, sertalina e venlafaxina - molecole alla base dei più diffusi psicofarmaci - dalle Agenzie regolatorie britanniche ed europee, e ha sottoposto a revisione sistematica 68 report di studi clinici di 70 trials che coinvolgevano 18.526 pazienti, analizzando un totale di 64.381 pagine di clinical study reports, al fine comprendere meglio gli effetti dell'uso di queste molecole.
In base agli inequivoci risultati (
1),
nei bambini, il rischio di suicidio e aggressione risulta raddoppiato rispetto a quanto sostenuto fino ad oggi, e comparando i risultati degli studi clinici e i dati riportati dai pazienti stessi, si è dimostrato che morte e suicidi di persone che utilizzavano gli antidepressivi sono stati classificati in passato in modo errato: Eli Lilly ha registrato la gran parte dei casi di morte avvenuti, ma ha omesso di segnalare il 90% dei tentativi di suicidio, mentre un'altra casa farmaceutica non ha riportato quattro casi di morte direttamente legati all'uso di antidepressivi, e in generale oltre nel 50% dei casi, i tentati suicidi sono stati "degradati" a "fragilità emotiva" e "peggioramento della depressione", quando non era così.
Gli autori descrivono i risultati precedenti come "ancora più irrealistici di quanto potevamo inizialmente supporre", e suggeriscono - in esito ai risultati di quest'analisi - di "privilegiare per il trattamento della depressione, specie dei bambini, la psicoterapia e l'esercizio fisico ogni qual volta ciò sia possibile".