Figli della SocietàS


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Botta e risposta tra D'Alema e l'ambasciatore d'Israele, paese nemico o alleato?

israel
© REUTERS/ Ronen Zvulun

L'ambasciatore israeliano replica alle critiche di Massimo D'Alema sulla politica di Netanyahu dalle pagine del Corriere della Sera.


Un autentico "botta e risposta" quello tra Massimo D'Alema e Naor Gilon sulle pagine del Corriere della Sera. L'ambasciatore israeliano non ha apprezzato l'intervista dell'ex premier per il quotidiano di Via Solferino, nella quale definisce Israele "più che un alleato, un problema", e accusa il governo di Gerusalemme di giocare "un ruolo negativo nella regione", di non rispettare "gli impegni sottoscritti" e di violare "le risoluzioni dell'Onu", alimentando "nel mondo arabo l'odio verso l'Occidente".

Naor Gilon, non è sorpreso dalle dichiarazioni di D'Alema su Gerusalemme, dal momento che "le sue vedute unilaterali nei confronti di Israele distorcono la percezione della realtà".
"Da molti anni esiste nel signor D'Alema un'ossessione che vede in Israele l'origine di tutti i problemi del Medio Oriente e del mondo, a tal punto che è disposto a vedere in alcune organizzazioni terroristiche degli alleati per l'Occidente preferibili alla democrazia israeliana", continua l'ambasciatore.
Non si fa attendere nemmeno la replica di D'Alema, che scrive, non senza un velo d'ironia:
"Se ogni qualvolta che viene criticato un governo straniero l'ambasciatore interessato scrivesse un articolo sul Corriere della Sera, ciò finirebbe per occupare per intero il giornale. Pensiamo, ad esempio, al povero ambasciatore russo che dovesse rispondere per iscritto a tutte le critiche al presidente Vladimir Putin". Secondo l'ex presidente del Consiglio dei Ministri, l'ambasciatore d'Israele "interpreta in modo molto attivo e dinamico il suo ruolo, partecipando — e non solo con articoli — alla vita politica del nostro Paese e trasformando l'Ambasciata di Israele in un centro d'iniziative politiche che dispensa giudizi su questo o quell'esponente italiano". Il presidente di Fondazione Italianieuropei fa inoltre notare come l'ambasciatore israeliano sorvoli "sul fatto che Israele ha invaso per tre volte" la Palestina, "provocando la morte di decine di migliaia di vittime civili".

Hearts

La Russia ha lanciato un'operazione umanitaria in Siria

aereo cargo russo
© Sputnik. Iliya Pitalev

L'esercito russo ha deciso di lanciare un'operazione umanitaria in Siria. Come riportato da RIA Novosti, lo ha riferito durante una conferenza stampa il generale Sergey Rudskoy, direttore del dipartimento operativo dello Stato Maggiore.
"Gli aerei militari da trasporto IL-76 dell'Aviazione siriana hanno lanciato nei pressi di Deir ez Zor, con l'ausilio di paracadute, 22 tonnellate di aiuti umanitari russi," — ha detto.
Il generale ha ricordato che al momento si occupa della consegna di aiuti umanitari in Siria una serie di organizzazioni internazionali non governative, ma "la maggior parte degli aiuti è destinata in zone controllate dai jihadisti e la maggior parte di essi finisce proprio nelle mani dei fondamentalisti che li sfruttano per rifornire i vari gruppi armati sparsi nella regione."

La Russia effettua raid aerei contro i gruppi terroristici in Siria, compresi il Daesh (ISIS) e il "Fronte Al-Nusra" dal 30 settembre 2015, sfruttando la base aerea di Khmeimim (attualmente sono schierati 44 aerei e 16 elicotteri). La richiesta di assistenza militare era stata indirizzata a Mosca su iniziativa del presidente siriano Bashar Assad. Fino all'11 gennaio gli aerei russi hanno effettuato 5.551 missioni di volo.

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"Donbass Seasons" un documentario sulla crisi in Ucraina

MANIFESTI IN UCRAINA
Ecco a voi "Donbass Seasons - Le Stagioni del Donbass", un documentario sulla crisi in Ucraina da vedere assolutamente che contiene preziose interviste a Nicolai Lilin e Vauro Senesi oltre che interessanti reportage-video da non perdere. Si tratta di un video diretto da Sara Reginella, e mostra il fluire delle stagioni e delle esistenze in una terra sconvolta dalla guerra.



Roses

Ashley, strangolata in casa: aveva litigato con il fidanzato

ashley
© lastampa
FIRENZE - Una trentacinquenne è stata trovata morta nel suo appartamento a Firenze, in via Santa Monaca, in Oltrarno, nel pomeriggio di oggi: avrebbe segni sul collo, secondo le prime indiscrezioni. La procura di Firenze ha aperto una inchiesta per omicidio dopo il ritrovamento del cadavere della giovane americana trovato nella sua casa dell'Oltrarno Fiorentino. Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo. La giovane donna trovata morta, strangolata come testimonierebbero anche alcuni segni sul collo, si chiama Ashley Olsen, omonima di una nota attrice statunitense, ed è nata a Summer Haven, in Florida, nel 1980.

Sarebbe stata uccisa nelle ultime 48 ore Ashley Olsen, la 35enne statunitense trovata strangolata nel suo appartamento nell'Oltrarno di Firenze. La morte, secondo gli inquirenti, non sarebbe tuttavia recentissima. Il corpo della donna è stata trovata nel pomeriggio di oggi dal fidanzato, che non ne aveva notizie da tre giorni, e dalla proprietaria dell'appartamento. Al momento non ci sono indagati nell'inchiesta per omicidio aperta dalla procura di Firenze.

Gli investigatori stanno cercando di capire chi sia stata l'ultima persona a vedere viva la giovane donna che era abbastanza nota nel quartiere. Elementi utili all'inchiesta potrebbero inoltre giungere dall'analisi delle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. È stato il fidanzato a dare l'allarme spiegando di non sentirla da tre giorni. Avrebbero litigato, appunto tre giorni fa, e lui avrebbe tentato più volte di chiamarla al telefono senza ottenere risposta. Oggi s'è presentato nell'appartamento della fidanzata e l'ha trovata priva di vita. Sul posto la squadra mobile.

Stock Down

Il lavoro in Italia? Sparirà

il lavoro e morto
Siamo passati, in pochissimi anni, dal pacchetto Treu alla Legge Biagi, all'ultima grande devastazione dei diritti sociali chiamata Jobs Act
E' giusto tornare sul tema del lavoro ancora una volta, visti gli ultimi indicatori apparsi nei media nazionali. Il primo indicatore, afferma che solo la metà dei laureati italiani, a tre anni dal titolo di studio ha trovato lavoro. Il secondo, spiega invece che un laureato su due sogna di lasciare il Paese. I motivi riguardanti il secondo indicatore sono quasi sempre gli stessi: assenza di meritocrazia, arricchimento e confronto in un Paese straniero, impossibilità di garantire un futuro roseo in Patria. Si stima che solamente il 33% riesca a riuscire a trovare un lavoro senza dover lasciare affetti e nucleo famigliare.

Se poi confrontiamo i dati post Università relativi all'impiego, tra l'Italia e altri Paesi della Ue o altamente industrializzati c'è un abisso. Se calcoliamo che in Italia il 52,9% risulta occupata entro tre anni, la media Ue è 80,5%. Se consideriamo l'educazione terziaria, quindi dalla laurea breve al dottorato, il nostro Paese si piazza sempre in penultima posizione, dopo la Grecia (52,9% contro il 93,1% della Germania).

A questo punto, continuare ad enucleare cifre, risulterebbe inutile. Le tanto decantate riforme non stanno portando ad alcun risultato tangibile, l'Italia continuerà ad andare avanti "senza italiani", sempre più intenti a fare le valigie e a scappare da un luogo senza futuro. Quel che mi preme, è realizzare in queste righe, nel limite del possibile, un'analisi sociologica del lavoro, ed aprire un dibattito con i lettori.

Da quando, una decina di anni fa circa, sono entrato nel mondo del lavoro, ho sempre sentito parlare di crisi. Non era il 2008, quindi non eravamo ancora coinvolti nella mega bolla immobiliare che avrebbe distrutto le economie di tutti i continenti, salvo rari casi. Mi riferisco quindi a prima di quell'anno fatale, dove gli indicatori economici non davano segnali allarmanti, e le cosiddette ricerche di lavoro, erano presenti, anche numerose. Eppure, nella mia regione, il Veneto, ci si considerava già in stato di crisi. Durante le selezioni, oggi come allora, durante i colloqui, non c'è mai stata una visione concreta né del titolo di studio, né del valore della persona. Per prima cosa si cercava il criterio economico mediante il quale inquadrare la persona per garantire un salario più basso possibile, in secondo luogo, si guardava l'esperienza.

Георгиевская ленточка

Judo, lo zar del tatami Ezio Gamba diventa cittadino russo

ezio gamba e putin
© Sputnik

Ezio Gamba, il mitico allenatore italiano della nazionale russa di judo diventa cittadino russo
. Non capita tutti i giorni di combattere con Vladimir Putin sul tatami, il judoka Gamba lo fa con grande piacere.

Lo "zar del tatami", come l'ha definito Putin, lui stesso judoka appassionato, è legato alla Russia dall'oro vinto alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 e dal 2009 guida la nazionale russa ottendendo risultati fenomenali, i migliori di tutta la storia olimpica.

La cittadinanza russa conferitagli da Putin è un riconoscimento che va però al di là dello sport, ritiene Gamba, e "riguarda l'umanità del rapporto che si è instaurato fra me e Putin, fra Putin e i ragazzi della nazionale". Ezio Gamba è un vero simbolo dell'amicizia tra Russia e Italia, che va oltre la politica e le barriere. Ora, come ha notato lo stesso Putin, i russi ameranno ancora di più l'Italia.

"Io vedo in Russia un altruismo e una grande disponibilità nei confronti degli altri che difficilmente si trova ormai in Europa", Ezio Gamba descrive così la Russia in un'intervista esclusiva rilasciata a Sputnik Italia.

— Che cosa significa per lei aver ricevuto la cittadinanza russa?

Bomb

Iraq, kamikaze in azione a Baquba, 2 morti

attentato Iraq
© AP Photo/ Ali Abdul Hassan

Ancora un attentato in Iraq, dove ieri almeno 51 persone sono state uccise da una serie di attentati rivendicati dal Daesh.


Ancora sangue in Iraq, dove questa mattina un'autobomba è esplosa a Baquba, città ad est dell'Iraq a 70 chilometri dalla capitale Baghdad. A rimanere vittime dell'attentato guardie di un ufficiale di polizia della città, rimasto anch'egli ferito. L'ufficio del capo della polizia locale, Qasim al-Anbuki, che sta guidando le indagini, ha fatto sapere che i sospetti si stanno concentrando sui movimenti sospetti di un auto vista transitare sull'autostrada che collega Baghdad con la provincia ad est di Diyala, dove si trova la città di Baquba.

Intanto sale a 48 il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime degli attentati di ieri ad un centro commerciale della capitale irachena, dove le vittime accertate sono 18, e al casinò di Muqdadiya, dove dopo un attacco armato i terroristi del Daesh hanno fatto esplodere un ordigno nel parcheggio della struttura, provocando complessivamente almeno 30 morti.

Nella rivendicazione da parte del califfato, apparsa poche ore dopo gli attacchi sui social networks, il Daesh fa sapere di avere attaccato il centro commerciale di Baghdad per colpire i "pagani negazionisti" sciiti.

Bulb

La Russia ha deciso che non venderà più energia elettrica all'Ucraina

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© Fotolia/ peerawat444
Mosca non conduce trattative con Kiev sulla fornitura di energia elettrica dalla Russia all'Ucraina a causa dell'annullamento di quest'ultima dell'accordo sull'approvvigionamento elettrico alla Crimea, ha dichiarato il rappresentante del Ministero dell'energia russo al Kommersant.

La Russia non prorogherà l'accordo sulla fornitura di energia elettrica all'Ucraina dopo il rifiuto dell'acquisto dell'elelettricità ucraina per la Crimea, ha scritto martedi il giornale Kommersant citando il rappresentante del Ministero dell'energia russo.
Il contratto annuale per la fornitura dell'energia elettrica russa all'Ucraina è entrato in vigore il 30 diembre 2014 ed è scaduto il primo gennaio 2016. Il rappresentante del Ministero dell'energia, citato dal Kommersant, ha spigato di non voler prorogarlo poichè l'Ucraina ha annullato l'accordo di fornitura di energia elettrica alla Crimea.
Dopo la scadenza del vecchio contratto tra la Russia e l'Ucraina, Kiev ne ha proposto uno nuovo, nel quale però era scritto che la Crimea è territorio ucraino, cosa che Mosca ha ritenuto sconveniente. Inoltre, contro l'affermazione di Kiev si è espresso, in un sondaggio, il 93% degli abitanti della Crimea.

Bomb

Attentato in Turchia, nove le vittime con cittadinanza tedesca

strage turchia
© AP Photo/ Emrah Gurel

Il kamikaze sarebbe di origine saudite e affiliato a Daesh. Monito della Nato contro il terrorismo.


Secondo l'agenzia turca Dogan, che cita fonti di sicurezza, l'autore dell'attentato a Istanbul sarebbe un saudita, Nabil Fadli. Inizialmente il presidente Recep Tayyip Erdogan ed il vicepremier Numan Kurtulmus avevano ipotizzato che l'attentatore fosse un cittadino siriano. Il kamikaze, che questa mattina si è fatto esplodere a Istanbul in piazza Sultanahmet, sarebbe entrato in Turchia dalla Siria ed era legato a Daesh.
Nell'attentato sono morte almeno 10 persone, 9 delle quali di nazionalità tedesca, mentre altre 15 sono rimaste ferite.
Il ministro degli Esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier, condannando "il barbaro e vigliacco attacco", invita i connazionali ancora in Turchia a evitare i luoghi affollati e le manifestazioni. Assolutamente sconsigliati i viaggi nelle regioni vicine a Siria e Iraq. Steinmeier di questa mattina.

Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha assicurato al telefono alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, che i progressi delle indagini sull'attentato di stamattina a Istanbul saranno condivisi le autorità di Berlino. Non si fa attendere un comunicato della Nato, con cui Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, condanna "fermamente il brutale attacco terroristico odierno nel cuore del quartiere turistico di Istanbul".
"Non ci può essere alcuna giustificazione per questi attacchi. Tutti gli alleati della Nato hanno una posizione unitaria nella lotta contro ogni forma di terrorismo", ha aggiunto Stoltenberg.


Question

Il Meglio del Web: Guerriglia a Colonia: una bufala, o una (nuova) strategia della tensione?

caos colonia
© agi.it
Giovanna e Luisa (i nomi sono di fantasia) erano a Colonia nei giorni di Capodanno, insieme ad un'amica di Berlino, e smentiscono il clima di guerriglia urbana disegnato da alcuni organi di informazione europei.
"Eravamo in piazza a Colonia nella notte di Capodanno, ma non abbiamo subito nessuna violenza, nessuna molestia e nessun borseggio. Né abbiamo assistito a tali scene. Abbiamo appreso tali notizie dopo il nostro rientro in Italia, leggendo alcuni giornali on line, incredule! Avevamo soltanto assistito ad un fitto lancio di petardi, razzi e fuochi d'artificio".
Si e' trattato dunque di una bufala o di notizie ingigantite? "Non abbiamo le prove per dire che si tratti di una totale bufala giornalistica, ma di sicuro crediamo che la vicenda sia stata amplificata per fini politici, per mettere in crisi la politica di accoglienza dei rifugiati in Europa ed in particolare nella Germania di Angela Merkel. Siamo convinte che l'estrema destra e una parte della stampa abbiano strumentalizzato vicende molto oscure per un'ennesima campagna contro gli immigrati e i profughi, in particolare musulmani". Inizia così il racconto di due ragazze italiane, in viaggio a Colonia nei giorni del Capodanno, insieme ad un'amica tedesca di Berlino.

Anzitutto tengono a precisare che la zona della stazione della città sul fiume Reno non è una pericolosa "terra di nessuno", ma è piena di eleganti hotel, situati nelle strade limitrofe (Johannisstrasse, Domstr, Trankgasse, Brandenburger Straße) e nelle piazze vicine (Breslauer Platz, Bahnhofsvorplatz). Nella zona ci sono anche pub, ristoranti, luoghi di ritrovo. "Nella notte di Capodanno abbiamo visto tanta gente elegante che usciva dalla stazione (uomini in smoking e signore in abito lungo) per recarsi al Teatro dell'Opera. Molti giovani si recavano nel vicino fiume Reno per assistere ai fuochi d'artificio; altri sciamavano nei locali della zona".

Primo interrogativo delle ragazze italiane:
"C'era anche la polizia. Con tutti quegli agenti presenti e con tutte quelle persone presenti, nessuno sarebbe intervenuto in difesa delle donne? Non ci crediamo. Ci siamo rese conto dell'efficienza e della gentilezza della polizia tedesca. Ci rifiutiamo di credere che non siano intervenuti". Seconda riflessione: "Abbiamo incontrato anche rifugiati siriani che volevano festeggiare il Capodanno, spensierati, dopo le loro traversate della speranza e dopo le immagini di guerra nel loro Paese. Ebbene nei loro occhi non c'era né odio né ostilità verso i bianchi. Noi eravamo sole con la nostra amica tedesca e abbiamo incrociato un gruppo di ragazzi siriani molto cortesi e gioviali, che ci hanno pure dato indicazioni sulla zona".
Allora era tutto rose e fiori? Non e' successo niente quella notte a Colonia?
"No, qualcosa è successo, ma non di così grave come lo descrivono alcuni giornali. L'unica cosa che ci infastidiva era l'enorme quantità di petardi e fuochi d'artificio sparati dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata. Questo si. Erano fastidiosi. I petardi e i fuochi d'artificio a Capodanno sono divertenti se usati con cautela e senza esagerazioni. Lì invece sembrava un campo di battaglia, tra trick track, bombe carta, razzi nautici e fumogeni. Chi era sobrio li usava con coscienza. Ma c'erano sia tedeschi sia stranieri visibilmente ubriachi che non prestavano attenzione alla direzione dei petardi, dei razzi e dei fuochi artificiali e, dunque, hanno colpito qualche passante. Ma soltanto questo é avvenuto di fronte ai nostri occhi. Non abbiamo avuto notizia né di stupri, né di borseggi né di molestie, neppure all'indomani. Alcune persone (sia ubriache sia sobrie) provavano ad abbordare le ragazze (come d'altronde ogni anno all'Oktober Fest di Monaco di Baviera e in molte città del mondo nella notte di Capodanno), ma non abbiamo assistito a violenze sessuali o altro".