Non sarà più il Paese ospite nel 2016. Fassino: inaccettabile. Ali al-Nimr, a 17 anni, aveva manifestato contro la monarchia

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L'attivista Ali al-Nimr è stato arrestato nel 2012

L'Arabia Saudita non sarà più il Paese ospite del prossimo Salone del Libro di Torino. A deciderlo, anticipando le conclusioni del consiglio d'amministrazione della Fondazione previsto il 6 ottobre, all'unisono, il sindaco Fassino e il presidente della Regione Piemonte Chiamparino.

A chiedere loro di prendere una rapida posizione in merito, prima un tweet lanciato dal consigliere dell'Associazione Adelaide Aglietta Silvio Viale: #NoArabiaSaudita ospite d'onore #SaloneDelLibro poi una mozione in Comune e infine un appello dei Radicali all'assemblea regionale. Centoquaranta caratteri per contestare quell'Arabia Saudita «che ha deciso la vergognosa condanna a morte di Ali al-Nimr con decapitazione e crocifissione per aver partecipato da minorenne a una manifestazione contro il regime».

Qualche ora dopo, il sindaco Fassino ha risposto all'appello con poche, ferme righe: «Si risparmi la vita di Al Nimr. Nessuna ragione di Stato, politica o religiosa giustifica che si condanni un giovane alla decapitazione e alla crocifissione». Poi la conclusione: «È evidente che una condanna a morte negherebbe in radice quelle ragioni di dialogo che erano alla base dell'invito all'Arabia Saudita quale Paese ospite dell'edizione 2016 del Salone del Libro». Poi è arrivata la dichiarazione del governatore Chiamparino: «Riteniamo che sia necessario riconsiderare tale invito, data l'importanza, soprattutto in questo momento storico, di trasmettere messaggi univoci e coerenti in tema di rispetto dei diritti universali della persona».