Figli della SocietàS


Bomb

Afghanistan, razzo nei pressi dell'Ambasciata italiana a Kabul, 2 feriti. Talebani rivendicano

razzo contro l'ambasciata italiana a kabul
© REUTERS/ Mohammad Ismail
Secondo la tv afghana ToloNews, un razzo sarebbe caduto sull'Ambasciata Italiana a Kabul. Ma le informazioni sono ancora confuse. Le forze di sicurezza e i Vigili del fuoco sono sul posto. Testimoni oculari descrivono una grande colonna di fumo che si leva dal luogo dell'impatto. Ci sarebbe almeno un ferito, probabilmente una Guardia. Altre fonti parlano di due feriti. Nell'area, dove si trova anche la sede della Nato, sarebbe scoppiato un incendio.

I talebani hanno rivendicato l'attacco, secondo la stampa locale. L'agenzia Reuters fa sapere che non è chiaro se l'Ambasciata italiana, che si trova vicina ad altre missioni diplomatiche, sia stata centrata dal razzo. L'episodio giunge alla vigilia di un incontro che si terrà domani a Kabul fra rappresentanti di Afghanistan, Pakistan, Stati Uniti e Cina, che mira a gettare le basi per possibili colloqui di pace con i talebani.
#KabulRocketAttack on Italian Embassy. Officials confirm one embassy security guard injured.
— TOLOnews (@TOLOnews) 17 Gennaio 2016
UPDATE: Rocket landed inside the Italian embassy compound, First reports of at least 2 injured. #Kabul #Afghanistan
— News_Executive (@News_Executive) 17 Gennaio 2016

Secondo il giornalista afghano Bilal Sarwary sarebbe stato colpito un edificio dove magistrati afghani fanno training con gli italiani.
#AFG Sources tells me, rocket hit part of building used by Italian judges who are training Afghan judges. 2 Afghan guards injured.
— Bilal Sarwary (@bsarwary) 17 Gennaio 2016

Il profilo di @Chief_MarshallR riporta un testo che mostrerebbe una rivendicazione dei talebani che dice di aver trovato su Telegram e su Twitter
#Afghanistan #Kabul #Taliban published this message about the rocket attack against #ItalianEmbassy. pic.twitter.com/SrdG0MKBSk — Marshall FR (@Chief_MarshallR) 17 Gennaio 2016

Question

Chi salverà l'Italia?

renzi il mago

Cosa succederebbe se l'economia italiana continuasse a ristagnare (o a contrarsi) anche nel 2015-16?


L'Italia è molto vicina a quella situazione che gli economisti chiamano 'trappola del debito', quando cioè l'indice di indebitamento comincia a crescere in modo esponenziale. Per sfuggire a questa trappola ci sono due possibilità: svalutare la moneta o fare default. Non disponendo di una valuta nazionale, l'Italia non può controllare la prima opzione: quindi, se non ci saranno cambiamenti realmente significativi in tempi brevi, il default sovrano diverrà lo scenario più probabile". Sul piano tecnico è obiettivamente difficile stabilire, per qualsiasi paese, una soglia massima oltre la quale il default diventa "matematicamente inevitabile". Basti pensare al Giappone che, nonostante un rapporto debito/Pil al 230%, è ancora considerato un creditore solvibile. Nel caso dell'Italia, la mancanza di una moneta nazionale complica però le cose. Evans ritiene comunque che "il debito pubblico italiano raggiungerà un livello pericoloso il prossimo anno". Pericoloso al punto che "potrebbe essere superato il punto di non ritorno".

In un quadro del genere, molti commentatori economici sono (finalmente!) giunti alla conclusione che la crisi in corso è strutturale, e che si può ritornare a crescere solo facendo le "riforme" — un termine che negli ultimi tre anni è divenuto, specie con Renzi, un vero e proprio mantra della politica italiana. Il dibattito in corso, tuttavia, potrebbe suonare imbarazzante per chi vive in un paese europeo meglio funzionante del nostro. La natura e la portata delle riforme proposte (Senato, pubblica amministrazione, giustizia, scuola, legge elettorale ecc.) dimostrano infatti che l'Italia manca delle fondamenta, di tutto ciò di cui un normale paese occidentale dovrebbe essere dotato da almeno sessant'anni. Più che di ricostruzione, si dovrebbe parlare di edificazione tout court. Ma il problema è che tutto questo discutere di riforme è una pura e semplice illusione.


Riforme e tempistica


Renzi
© AP Photo/ Alessandra TarantinoNonostante tutto Renzi ostenta ottimismo
Sebbene sia da lungo tempo noto che qualcosa deve (doveva) essere cambiato nell'architettura dell'economia italiana (e, in particolare, della finanza pubblica), nei sei anni successivi al crollo di Lehman Brothers è stata portata a termine una sola riforma strutturale, quella — assai controversa — delle pensioni attuata dal governo Monti.

Apple Red

Renzi guarda Iran e Siria prendere il posto dell'Italia nell'export alimentare verso Mosca

prodotti alimentari
© ilghirlandaio.com

Mentre l'italietta renziana si assicura di peggiorare sempre più i propri rapporti commerciali con la Russia (vedasi dichiarazioni deliranti del nostro 'genio fiorentino' riguardo l'offerta di cooperazione al progetto 'North Stream', il prolungamento delle sanzioni verso Mosca et alia...) altri paesi non stanno certo a guardare e si mobilitano (alcuni persino tra enormi difficoltà) per riempire con efficacia le ampie quote di mercato russo lasciate vuote dalla stupida 'guerra' dichiarata dall'UE al Cremlino su istigazione e pungolo della Casa Bianca.


Nel nostro caso, dovrebbe più che preoccuparci il vero e proprio slancio con cui Siria e Iran si stanno letteralmente 'gettando' sul mercato dell'agroalimentare russo, dove ancora pochi anni fa i nostri esportatori facevano la parte del leone.

E' di questi giorni la notizia che una prima spedizione di 500 tir carichi di prodotti agricoli sta per lasciare il territorio della Repubblica Islamica dell'Iran per raggiungere la Russia via Azerbaigian, dopo aver ricevuto dalle competenti autorità tutti i "visti" fiscali e sanitari; la notizia é stata annunciata dal Presidente della Camera di Commercio di Teheran, Massoud Khansari.

Intanto un carico di agrumi siriani, partito dal porto di Latakia nei giorni scorsi, ha già raggiunto lo scalo di Novorossysk, portando a 60 tonnellate il quantitativo di arance, limoni e altri frutti consimili finora trasportati dalla Repubblica Araba alla Federazione Russa, dopo che speciali provvedimenti sono stati varati per facilitare le esportazioni siriane. La decisione ha suscitato l'entusiasmo e la riconoscenza del Direttore del Dipartimento Agricolo di Latakia/Laodicea, Munzir Gerbek.

Roses

RICORDANDO MAHMOUN, diciassettenne palestinese ucciso un mese fa a Gush Etzion.

Mahmoun

Report da Bethlehem


Una decina di adolescenti di Bethlehem, con la foto del loro compagno di scuola stampata sulle magliette, una targa che lo ricorda e che consegneranno a sua madre mi hanno letto il discorso che pronunceranno alla donna offrendole la targa che ricorda il martire.

Sono diciassettenni come lui, e la prima frase del loro discorso forse spiega più di ogni commento esterno cosa significhino le azioni che noi riteniamo disperate e che i media hanno battezzato come "intifada dei coltelli" .

Il discorso che mi hanno letto inizia più o meno così: "ricordiamo l'insegnamento di Mahmoun, il nostro amico martire, che a diciassette anni ha capito quello che molti palestinesi non hanno capito ancora a ottanta anni: o la vittoria contro l'occupazione o la morte."

Un'altra parte del discorso dice: "non piangano i figli dei martiri, non sono orfani qualunque, ma devono essere fieri del loro padre". E ancora in un'altra parte affermano : " noi non piangeremo ma combatteremo come uomini che sanno che la libertà va conquistata. Noi la vogliamo conquistare per il nostro popolo anche a costo delle nostre vite."


CHE DIRE?


Qualcuno seguiterà a chiamarli violenti, altri li chiameranno disperati, altri addirittura - chinando la schiena sotto il diktat mediatico israeliano - li chiameranno terroristi.

No, sono solo ragazzini, addirittura dolci, come vuole la loro età. Sono nati sotto l'occupazione da padri e madri nati a loro volta sotto l'occupazione. Non ne possono più! E non ne possono più neanche dei compromessi sempre e soltanto mortificanti che vedono susseguirsi da quando sono nati.

Cosa fare per evitare questo stillicidio? Parlare loro da occidentale che vive comodamente in un paese amico del loro oppressore? Ma per carità!

Loro vogliono vivere e vivere liberi. Ma l'occupazione israeliana è la loro catena. L'unica cosa che si può fare perché quei giovani martiri non ne producano altri è tentare in tutti i modi di contrastare le coperture mediatiche alla violenza israeliana e lavorare affinché i nostri rappresentanti istituzionali interrompano il loro sostegno alla criminale politica israeliana.

La mamma di Mahmoun troverà conforto dall'abbraccio di questi ragazzi, ma solo se riuscirà a vedere la fine dell'occupazione potrà dare un senso alla morte del suo giovane martire.

Patrizia Cecconi
Presiede l'Associazione "Oltre il mare". Autrice di Vagando di erba in erba Racconto di una vacanza in Palestina (Città del sole edizioni)

Stop

I giornalisti non bastavano. Il regime di Ankara (Nato) contro la libertà d'espressione degli accademici: 21 arresti

cenzurati gli scienziati in turchia


Dalla Turchia di Erdogan totalmente fuori controllo sono condizionate tutte le scelte della Nato e dell'Ue


Dopo i giornalisti, il regime di Ankara (NATO) si scaglia contro gli accademici.


Secondo quello che riportano tutte le agenzie del mondo rilanciando quella turca Anadolu, la polizia del regime di Erdogan ha arrestato 21 professori universitari dell'Università di Kocaeli, che hanno avuto il torto di firmare una petizione per denunciare i crimini delle operazioni militari in corso contro i ribelli curdi del Pkk nel sudest della Turchia.

Gli arresti seguono l'apertura di un'inchiesta da parte della procura turca su 1.200 accademici di 90 università turche per ''insulti allo Stato'' e per ''propaganda terroristica'' nel dare il via alla petizione. Il documento sotto accusa, intitolato 'Non faremo parte di questo crimine', chiede ad Ankara di mettere fine ai ''massacri deliberati e alla deportazione di curdi e di altre persone nella regione''. Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva accusato di ''tradimento'' i firmatari della petizione, compresi Noam Chomsky, che ha accusato il presidente turco di ipocrisia e di applicare due pesi e due al terrorismo nonché apertamente di aiutare le organizzazioni terroristiche.
"La Turchia ha accusato l'Isis [per l'attacco a Istanbul] che Erdogan aiuta in molti modi, anche sostenendo il Fronte Al-Nusra, che è leggermente diverso. Poi ha lanciato un attacco contro chi condanna i suoi crimini contro i curdi, che sono fra le forze che contrastano l'Isis in Siria e in Iraq. C'è bisogno di commentare ulteriormente?", ha scritto, ieri, Chomsky in una lettera al Guardian.
Leggi: Chomsky: Erdogan ha aiutato l'Isis e ora ha la colpa per gli attentati ad Istanbul

Quenelle

Gerhard Schröder sicuro, assurde sanzioni UE vs Russia e Occidente sbaglia su Assad

Gerhard Schroder
© flickr.com/ Tim Reckmann

Gerhard Schröder ha criticato l'Occidente per le sanzioni contro la Russia e in relazione alla normalizzazione della crisi siriana.


In un'intervista con il quotidiano "Handelsblatt", l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder ha definito assurda l'estensione delle sanzioni contro la Russia, nonostante i notevoli progressi nella risoluzione del conflitto in Ucraina.
"La colpa del governo federale è anche nel fatto che, nonostante i significativi progressi compiuti nell'implementazione degli accordi di Minsk, le sanzioni non solo non sono state annullate, ma sono state estese. E' una cosa assurda," — ha affermato il politico.
Schröder ha inoltre osservato che l'Occidente ha commesso l'errore di cercare di risolvere il conflitto siriano tramite negoziati incentrati sull'uscita di scena di Assad.

Le relazioni tra la Russia e l'Occidente sono peggiorate per la situazione in Ucraina. Dopo aver introdotto sanzioni mirate contro persone fisiche ed alcune società, l'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno intrapreso misure per colpire interi settori dell'economia russa. In risposta la Russia ha limitato l'importazione di prodotti alimentari provenienti dai Paesi che hanno imposto le sanzioni: Stati Uniti, Paesi membri dell'Unione Europea, Canada, Australia e Norvegia.

La decisione di estendere le sanzioni settoriali contro la Russia per altri 6 mesi è stata adottata dal Consiglio d'Europa a dicembre. L'azione delle cosiddette misure restrittive sarebbe decaduta il 31 gennaio, tuttavia, secondo i leader europei le sanzioni sono state estese per il mancato adempimento di tutte le condizioni degli accordi di Minsk. Allo stesso tempo l'Unione Europea ha promesso di monitorare la realizzazione degli accordi.

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Shabaab attacca base Unione Africana in Somalia: strage di soldati

al shabaab
© AP Photo/ FARAH ABDI WARSAMEH

Assalto da parte di decine di miliziani somali ad una base militare nel sudest del Paese: uccisi almeno 50 soldati.


Decine di terroristi del gruppo fondamentalista al Shabaab hanno attaccato questa mattina una base militare dell'Unione Africana nel sudest della Somalia, vicino al confine kenyano. A confermarlo funzionari dell'esercito somalo, mentre è stata la BBC a riferire degli annunci del gruppo terroristico, secondo cui la base è al momento sotto il loro totale controllo, al termine di ore di combattimenti in cui sarebbero rimasti uccisi, questo il bilancio definitivo reso noto da al Jazeera, almeno 50 soldati kenyani.

Secondo quanto riferito da fonti militari kenyane, che gestiscono la base dove sono presenti forze di peacekeeping dell'Unione Africana, i terroristi avrebbero usato un'autobomba come ariete per penetrare nella struttura, aprendo poi il fuoco sul personale militare presente.

Al Shaabab, gruppo estremista presente in Somalia e Kenya si ispira al wahabismo al pari dell'Arabia Saudita ed è affiliato ad Al Qaeda dal 2012.

Arrow Down

Svizzera confisca beni a rifugiati

profughi
© Sputnik. Dmitriy Vinogradov

Le autorità elvetiche seguono la scelta danese: i valori posseduti dai migranti eccedenti i 1000 franchi svizzeri dovranno essere consegnati alle autorità.


La Segreteria di Stato della migrazione svizzera (SEM) ha stabilito che i migranti in arrivo nel Paese saranno tenuti a consegnare alle autorità elvetiche i valori posseduti superiori ai 1.000 franchi svizzeri, circa 900 euro. La notizia è diffusa in queste ore dalla televisione pubblica SRF, che nel corso di un suo programma ha anche mostrato la ricevuta rilasciata dalle autorità ad un richiedente asilo. L'uomo ha spiegato alle telecamere che gli è stato chiesto di consegnare più della metà dei contanti di cui era in possesso al suo arrivo in Svizzera.

La scelta svizzera di far pagare un contributo per le spese di gestione e accoglienza dei migranti, speculare a quella adottata due giorni fa dal governo danese, sta suscitando un'ondata di polemiche, principalmente dal mondo del volontariato e del no profit, impegnato in questi mesi anche in Svizzera nell'organizzazione e nell'assistenza delle persone in fuga dalla guerra in Medio Oriente.
"Se qualcuno lascia volontariamente il Paese entro sette mesi dal suo arrivo — ha detto un portavoce del SEM nel tentativo di spegnere le polemiche — può ottenere i soldi indietro e portarseli via: altrimenti il denaro viene utilizzato per coprire i costi dovuti alla sua permanenza".

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Giacarta sotto attacco terroristico

attentato a jakarta
© REUTERS/ Beawiharta

La capitale indonesiana colpita questa mattina da una serie di attacchi terroristici. Kamikaze in azione in un caffè: almeno sette morti e decine di feriti.


E' di almeno sette morti e dieci feriti il bilancio provvisorio degli attacchi terroristici che hanno colpito questa mattina Giacarta. La capitale indonesiana è piombata oggi nell'incubo del terrorismo fondamentalista, quando attorno alle dieci ora locale è stata scossa da una serie di sette esplosioni nel quartiere che ospita le ambasciate ed alcuni uffici dell'ONU. Quattordici uomini, secondo quanto riferito in questi minuti dall'emittente Metro Tv, sono entrati in azione in diverse zone della città, prendendo di mira in particolare un caffè della catena Starbucks ed posto di polizia.

Alcuni testimoni hanno riferito di avere visto entrare nel caffè tre persone, che successivamente si sarebbero fatte esplodere, mentre i media locali riferiscono di una sparatoria ingaggiata dal commando con alcuni agenti di polizia. In una diversa area della città intanto, altri due uomini assaltavano un comando di polizia, facendosi esplodere vicino al centro commerciale Sarinah.

Dopo alcune ore le autorità hanno comunicato la fine delle operazioni e la messa in sicurezza della città, al termine di un'attacco che ha tutti i connotati di quello di Parigi dello scorso 13 novembre. Quattro gli arresti, mentre ci sarebbero uomini in fuga. Dagli ambienti investigativi indonesiani è filtrata subito la convinzione che gli autori delle stragi siano da ricondurre al terrorismo fondamentalista, pur non essendoci stata ancora alcuna rivendicazione ufficiale.

L'Indonesia, a maggioranza islamica moderata, era stato minacciato lo scorso dicembre dal Daesh, che aveva preannunciato un'azione che avrebbe messo il Paese "sotto i riflettori".

Network

La Siria di Assad si occuperà di fornire frutta e verdura in Russia al posto della Turchia

bancarella di verdura e legumi
© flickr.com/ Paul Keller

La Siria ha iniziato le spedizioni di agrumi in Russia. Il primo lotto di limoni e arance si trova già al porto di Novorossiysk dopo essere stato inviato da Latakia. Questa decisione è stata presa dopo che la Russia ha imposto il divieto alle forniture di agrumi dalla Turchia nel quadro delle sanzioni economiche contro Ankara.


Il direttore del dipartimento agricolo di Latakia Munzir Gerbek ha raccontato all'edizione turca di "Sputnik" (Sputnik Türkiye) che sono state adottate delle misure per facilitare gli scambi tra la Russia e la Siria.
"Siamo molto lieti che il mercato russo si sia ora aperto ai nostri prodotti. Grazie a questo abbiamo ottenuto l'opportunità di esportare prodotti agricoli verso la Russia su larga scala," — ha rilevato Gerbek.
Il responsabile delle forniture di frutta e verdura da Latakia Mirza Rejep ha detto che le esportazioni di agrumi sono iniziate 1 mese e mezzo fa. Al momento in Russia sono state consegnate circa 60 tonnellate di arance. Secondo Rejep, si trattava di consegne di prova per individuare le preferenze dei consumatori russi. Attualmente sono in corso i preparativi per effettuare consegne su larga scala di agrumi. Le forniture inizieranno a breve. Nella fase iniziale le spedizioni mensili di agrumi siriani verso la Russia ammonteranno a 34mila tonnellate, con il tempo questa cifra verrà aumentata.

I volumi di produzione degli agrumi nelle due città portuali più grandi della Siria, Lattakia e Tartous, prima della crisi siriana coprivano a pieno la domanda interna di questo tipo di prodotti. Oltre ad una piccola parte settentrionale del territorio di Latakia confinante con la Turchia le due città non hanno di fatto risentito degli effetti delle ostilità e la produzione agricola è continuata.

Secondo Munzir Gerbek, a Latakia è consolidata la produzione di agrumi e olive, inoltre nei terreni agricoli c'è un gran numero di serre.
"Nel 2015 il volume della produzione di agrumi di Latakia è stata di circa 1 milione di tonnellate. Latakia consuma solo il 5% del volume totale dei prodotti coltivati qui, soddisfa il 50% della domanda di agrumi nel Paese", — ha sottolineato Gerbek.
Per le azioni militari in Siria, più di 7 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case. Secondo vari dati, ora circa 1 milione 600mila siriani provenienti dalle altre zone del Paese vivono a Latakia e nelle campagne circostanti. A Latakia la produzione agricola è una delle principali attività e fonte di reddito per i migranti interni e la popolazione locale.