A distanza di quasi un anno dalla prima riconquista ed a tre mesi dal nuovo ingresso dell'Isis, l'esercito siriano rivede le colonne romane dell'antica cittadella di
Palmyra, perla del deserto sfregiata dalla furia dei miliziani jihadisti i quali però adesso appaiono in grave difficoltà e, dopo l'uscita quasi definitiva in Iraq da Mosul, adesso perde anche il piccolo ma storico e simbolico centro siriano. L'evoluzione della situazione a Palmyra, si è avuta nella giornata di lunedì, quando l'esercito ha sfondato il fronte ad est della base militare di Tyas, lungo la strada che collega Homs con le remote zone del deserto ad est della città e quindi anche verso la stessa Palmyra. Da quel giorno, i mezzi siriani avanzano di diversi chilometri e mercoledì pomeriggio hanno raggiunto il cosiddetto '
triangolo di Palmyra', ossia uno degli snodi principali alle porte della città da cui si snodano tre direttrici viarie verso altrettante zone orientali della Siria.
Isis in fuga dal deserto sirianoPotrebbe anche essere considerata una
mossa a sorpresa quella dell'esercito siriano, il quale ha abbandonato Palmyra nello scorso mese di dicembre dopo i ripetuti attacchi dei jihadisti, efficaci perché il territorio governativo di fatto era un vero e proprio
corridoio nel deserto circondato dall'Isis e molto difficile da difendere. Ecco perché in tanti, specie tra gli analisti militari, credevano poco plausibile una nuova offensiva su Palmyra nel breve volgere di pochi mesi; è vero pure però che, rispetto a dicembre, vi sono diversi elementi nuovi sul piatto: in primis,
l'esercito siriano ha più uomini e mezzi a disposizione, visto che a gennaio ha completato la riconquista di Aleppo e può quindi distribuire le risorse su altri fronti caldi del paese; in secondo luogo, gli uomini di Assad hanno messo al sicuro l'importante
base militare di Tyas e della strada che conduce verso sud a Qaryatayn ed hanno, inoltre, attaccato e conquistato non poche alture alle porte di Palmyra e nelle regioni petrolifere ad est di Homs.