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«Finora la carta era stata usata come semplice supporto su cui creare i circuiti», ha spiegato Martins. «noi abbiamo trovato il modo di usarla come parte integrante di un microchip. In realtà non abbiamo dovuto vincere una complessa sfida tecnologica ma abbiamo semplicemente avuto un'idea nuova, ossia usare la carta per sostituire letteralmente il silicio».In particolare i ricercatori portoghesi hanno capito il modo per sostituire le due principali funzioni del silicio nei microchip, come semiconduttore e allo stesso tempo come materiale isolante.
"Poiché le comete di solito hanno una dimensione di soli pochi chilometri - dice Jian-Yang Li, coordinatore del progetto di osservazione di 252P - le misure sono molto più affidabili quando questi oggetti passano più vicini a noi. Ecco perché questa cometa, con il suo grande avvicinamento alla Terra, ha offerto una straordinaria opportunità di studio".Grazie al ritratto di Linear come è apparsa nel suo passaggio del 21 marzo, i ricercatori potranno seguirne l'evoluzione. Il ritorno della cometa è previsto nel 2021: fino ad allora, le dimensioni di 252P potrebbero ridursi ancora. "Il nostro obiettivo principale - spiega Li - è capire come le comete diventano sempre più piccole man mano che passano vicine al Sole. Da questi dati, potremmo arrivare a comprendere le proprietà del materiale che doveva costituire i pianeti alle origini del Sistema solare".
"Molti dei dispositivi già esistenti in grado di tradurre il linguaggio dei segni non sono adatti all'uso quotidiano." - ha spiegato Pryor - "Alcuni utilizzano degli input video, mentre altri hanno sensori che coprono integralmente il braccio o il corpo di chi li utilizza. I nostri guanti sono leggeri, compatti e sufficientemente ergonomici da poter essere usati come un accessorio di tutti i giorni, sul modello di un apparecchio acustico o delle lenti a contatto."Giovani, competenti e creativi, Azodi e Pryor studiano, rispettivamente, economia e ingegneria aerospaziale e si sono incontrati nel dormitorio dell'Università quando erano matricole, scoprendo ben presto di avere entrambi una passione per le invenzioni, oltre che per la risoluzione dei problemi. Il loro sogno era di costruire qualcosa che potesse davvero avere un impatto positivo sulla vita delle persone, migliorandola, e sono riusciti a portare avanti il loro progetto grazie agli spazi e agli strumenti messi a disposizione dall'Università di Washington.
"Nello sviluppare questi guanti, il nostro obiettivo principale è stato quello di costruire un ponte facilmente utilizzabile tra chi parla il linguaggio dei segni americano e il resto del mondo." - ha detto Azodi - "L'idea è nata dal nostro comune interesse per le invenzioni e per il problem solving. Ma, dato che siamo convinti che la comunicazione sia un diritto umano fondamentale, abbiamo deciso di renderla accessibile a un pubblico più ampio."