Scienza & Tecnologia
Come riportato dalla NASA, il gigantesco 'buco' si è aperto nella parte più esterna dell'atmosfera del Sole, quella che si vede chiaramente durante le eclissi totali e chiamata corona solare. E' un fenomeno noto, chiamato 'buco coronale' e appare come una macchia più scura e fredda sul disco del Sole. Questa volta, però, l'area nera è davvero molto estesa, come indicano le immagini spettacolari catturate dal telescopio solare Sdo (Solar Dynamics Observatory) della Nasa.
Ovvero il pilota automatico, attivabile in determinate situazioni ed in accordo con le leggi vigenti.
Il punto è che la Tesla è una Automat, lo è già da due anni e l'unico motivo per cui ha bisogno ancora di essere guidata riguarda anzitutto le leggi che regolamentano questa nuova fattispecie (e le assicurazioni), e poi un adeguato beta test.
Beta Test che è finito per almeno alcune situazioni.
Ora speriamo che questa tecnologia si trasferisca presto ad autoveicoli con motore tradizionale e dal costo meno esagerato. Si mormora che Mercedes sia già pronta e che Volvo ci sia molto vicina.
Ma cosa fa esattamente questa prima limitata versione di autopilota Tesla?
Gli scienziati quindi hanno usato il telescopio Hubble della NASA e hanno prodotto nuove mappe di Giove - il primo di una serie di ritratti annuali del pianeta esterno del sistema solare. La raccolta di queste immagini annuali, aiuterà gli scienziati attuali e futuri a vedere come questi mondi giganti cambiano nel tempo. Le osservazioni sono progettate nel tempo, per catturare una vasta gamma di perturbazioni e anomalie, tra cui i venti, le nubi, le tempeste e la chimica atmosferica.
La Grande Macchia Rossa
Le immagini inviate dal telescopio spaziale Hubble rivelano un filamento mai visto prima all'interno della Grande Macchia Rossa di Giove, che continua a restringersi e a diventare più circolare. Grazie alle foto del telescopio spaziale Hubble è stato possibile calcolare la velocità dei venti nella macchia rossa, che soffiano a 150 metri al secondo.
Un numero imprecisato di sviluppatori cinesi si è in passato procurato l'IDE Xcode scaricandolo da server locali piuttosto che da quelli ufficiali gestiti da Apple, non sapendo che il tool era stato infettato dal malware noto come XCodeGhost.
Le App programmate con la versione infetta di Xcode sono infine approdate sull'App store di iOS, contribuendo a diffondere l'infezione di XCodeGhost a discapito del controllo esercitato da Cupertino sul proprio ecosistema.
Queste strutture ondulatorie, descritte appunto attraverso la rivista Nature, sono state analizzate per la priima volta dall'Osservatorio Meridionale Europeo (Eso), in Cile e poi successivamente dal VLT del Vaticano.
Cruciale per la scoperta e' stato il nuovo strumento Sphere (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet Research): progettato per scrutare eso-pianeti che hanno una bassa luminosità e che orbitano intorno alle stelle. Sphere e' stato realizzato con una forte partecipazione italiana (ASI) e le sue immagini hanno svelato che le misteriose onde hanno una forma simile a quella delle increspature dell'acqua. Infatti queste onde misteriose si spostano tra le stelle e pianeti della Via Lattea, come le onde del mare.
I protagonisti di questo fenomeno sono Venere, Marte, Giove, Mercurio e la Luna, che parteciperanno ad una 'parata' globale che inizierà da questa sera 8 ottobre, come il satellite naturale della Terra che sarà sempre più vicino al gruppo di pianeti nel cielo del mattino.
«La prima intuizione mi è venuta tre anni fa sull'aereo, di ritorno da Napoli, dove a mia figlia di otto anni era stata appena diagnosticata la retinite pigmentosa, una malattia incurabile che la porterà a diventare cieca». Massimiliano Salfi, 47 anni, è un professore universitario di informatica di Catania e l'idea a cui si riferisce ha preso dal 2012 la forma della piattaforma vEyes che si occupa di sviluppare ausili tecnologici per ipovedenti e non vedenti.
«L'idea - racconta il professore - è quella di costruire supporti indossabili che possano aiutare i disabili visivi nelle azioni della loro vita quotidiana». E per iniziare a realizzare il progetto si è rivolto prima di tutto ai suoi studenti. «Ho cominciato ad assegnare ai laureandi che si presentavano da me - spiega Salfi - tesi che avessero come tema lo sviluppo di hardware e software per aiutare i disabili». Un sistema che ha fatto coagulare intorno al docente un gruppo folto di ricercatori, soprattutto giovani che volontariamente prestano la loro opera per vEyes. Diversi i progetti in elaborazione, come vEyes RNP, portato avanti con la Fondazione del Merito e che punta alla creazione di un registro nazionale attraverso il quale censire tutte le persone affette da distrofie retiniche degenerative ereditarie, raccogliere i dati anagrafici, genetici e clinici dei malati e dei loro famigliari, oltre alla nascita di un network tra centri clinici e pazienti. O come vEyes Wear che è stato selezionato tra i dieci progetti finalisti del bando "Think for social" della Fondazione Vodafone e premiato con un finanziamento di 30mila euro, aumentabile se il progetto a gennaio 2016 verrà scelto dalla Fondazione. «Il frutto del lavoro su vEyes Wear - racconta il professore - è un dispositivo, di cui stiamo preparando la seconda versione, formato da occhiali e cintura». «Sugli occhiali -prosegue Salfi - abbiamo una cam wifi ad alta definizione, un auricolare a conduzione ossea con microfono bluetooth e un motore vibro su ogni stanghetta, mentre sulla cintura ci sono tra gli altri una cam 3D con sensore di profondità e un sistema di navigazione tattile».
E' tutta italiana la scoperta di una proteina in grado di agire da inibitore del virus responsabile dell'Aids.
Proteina anti-Hiv
La proteina, scoperta da un gruppo di ricercatori del centro per la biologia integrata (Cibio) dell'università di Trento, è stata chiamata Serinc-5 e gli studi relativi sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature. La proteina è un potentissimo inibitore naturale dell'infezione virale, capace di contrastare sia l'Hiv che altri virus simili del tipo retrovirus.
Inizia l'esperimento per un prototipo di taxi che si guida da solo e sarà commercializzato, se i test risulteranno positivi, nel 2020. Il progetto è promosso anche dal governo.
NEL PAESE che ha inaugurato l'albergo gestito da androidi, dove camerieri e concierge sono robot che parlano quattro lingue, arriva un'automobile che si guida da sola. In Giappone ci sarà il taxi robot e il conducente/tassista non servirà più. Anche l'Oriente sfida il colosso di Mountain View nel settore automobilistico.
La sperimentazione inizierà nel 2016, in collaborazione con il governo giapponese, la prefettura di Kanagawa, a sud di Tokyo, e la Robot Taxi Inc. Il servizio sarà offerto per circa 50 persone che testeranno questo taxi senza autista per fare dei tragitti da casa verso i negozi della zona e ritorno. Il taxi farà un tragitto di tre chilometri e nella maggior parte del tempo resterà sulle strade principali della città, senza avventurarsi in scorciatoie. Durante i test alcuni membri dello staff saranno a bordo per controllare che tutto funzioni ed evitare rischi di incidenti.
Commenta: Se poi per vita si intendono anche i batteri, Marte non sarà da meno, lo spazio ne è pieno. Sempre più ricerche puntano alla presenza di batteri su corpi di origine cometaria. I frammenti di comete o meteoriti che poi vanno ad impattare sui pianeti, depositano ovunque "vita".