Figli della SocietàS


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Il TARGET2 è ai massimi ossia l'Italia sta implodendo: la scelta tra morire di tasse e austerità o uscire dall'euro...

target 2 italia
Si diceva che la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Nel caso dell'euro potrebbe essere così, sempre che non si scopra un domani - nemmeno troppo lontano - che invece esisteva un piano che prevedeva tutto quanto di folle (e tragico) è poi accaduto. Oggi siamo alle battute finali di questo triste esperimento chiamato euro ed il motivo è semplice: in realtà la moneta unica si è rivelata un malcelato progetto coloniale franco-tedesco per mettere le mani sull'Europa scalzando via i maggiori alleati USA in EU. Non è un caso che Londra di sia defilata per tempo nonostante il battage mediatico dietro cui - magari, ... - scopriremo in futuro c'era l'equivalente di una nuova Gestapo continentale (un pensierino va ai sondaggi farlocchi ed orientati su Brexit e elezione dell'antiEU Donald J. Trump oltre che al cinico caso Jo Cox).

Vedremo.

Per intanto dopo la tragedia del debito greco che ha portato la mortalità infantile ellenica a livelli di terzo mondo, dopo la puntuale Brexit prima dell'implosione, ecco inscenarsi l'ultimo atto, che ci riguarda: l'Italia sta letteralmente saltando per aria a partire dalle sue banche, scenario condensato nella fuga di capitali che il meccanismo TARGET2 ci illustra. Detto meccanismo fotografa la fuga di denaro delle banche del sud Europa a quelle del nord: vi stupirà osservare che siamo a livelli addirittura più allarmanti dalla crisi del 2012 e comunque al record storico, la famosa crisi greca durante la quale i media tedeschi si chiedevano se non fosse il caso di trasformare Atene in un protettorato (militare) EU onde prevenire l'arrivo di ondate di migranti dalle coste sud in un paese allo sbando (come facevano a sapere che sarebbero arrivati i migranti 3 anni dopo? Ciò dimostra plasticamente che esisteva un piano ben congegnato, ...).

Magnify

Referendum, un no per la democrazia

carta della costituzione italiana

La riforma costituzionale completa, sul piano istituzionale, la concretezza di condizioni di lavoro sempre più servili e di servizi sociali sempre più assenti, accompagnando l'esclusione politica all'esclusione sociale


«Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione" approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»: un quesito chiaramente ammiccante, ovvero ingannevole, chiude il percorso di una riforma costituzionale che nelle sue forme stravolge il senso di ciò che è una revisione della Costituzione e nel suo contenuto concentra il potere nell'esecutivo depotenziando i contrappesi. Ad essere violata è l'essenza della Costituzione come patto sociale di tutti i cittadini e come strumento di limitazione del potere.

Molte sono le ragioni del "no" alla riforma, dalle forzature procedurali, alla ratio complessiva, alle falsità che l'accompagnano, alle specifiche incongruenze, contraddizioni, pasticci, complicazioni e confusioni (emblematica è la «semplificazione complicante», come l'ha definita Lorenza Carlassare, del procedimento legislativo).

Qui si vuole insistere su un "no" che muove da una lettura della riforma come disegno organico nel nome della verticalizzazione del potere, inserito in un processo più ampio di smantellamento della democrazia politica e sociale e di progressivo abbandono dell'orizzonte della Costituzione, in coerenza con la crescente pervasività della global economic governance.

La riforma interviene a suggellare a livello costituzionale il processo di degenerazione della democrazia che si può datare dagli anni Ottanta. È un attacco alla democrazia ad ampio spettro, che investe la democrazia politica, così come quella sociale, chiudendo spazi politici e liquidando il progetto di emancipazione sociale attraverso la feudalizazzione dei rapporti di lavoro, la dismissione e privatizzazione dei servizi sociali, l'aziendalizzazione dell'istruzione, spezzando il disegno armonico della Costituzione con l'introduzione del principio di pareggio di bilancio. La riforma costituzionale, cioè, completa, sul piano istituzionale, la concretezza di condizioni di lavoro sempre più servili e di servizi sociali sempre più assenti, accompagnando l'esclusione politica all'esclusione sociale, la verticalizzazione nel mondo del lavoro con la verticalizzazione nella sfera politica, assecondando le richieste della governance finanzcapitalista (Gallino) di risolvere il "problema" degli «esecutivi deboli» (J.P. Morgan).

Better Earth

Dalle Marche appello a Putin e Juncker: basta sanzioni

Dai territori martoriati dal terremoto parte un appello a Putin e Juncker per sospendere le sanzioni. È il presidente della Camera di Commercio di Pesaro ed Urbino Alberto Drudi a chiedere aiuto in una lettera rivolta al presidente russo e al presidente della Commissione Europea: basta sanzioni.

EU & Russian Flags
© Sputnik. Vladimir Sergeev

Megaphone

Sanzioni, voce agli imprenditori messi in ginocchio da Renzi

diego marchiori
© Foto: dal profilo Facebook di Diego Marchiori

"La mia azienda chiude, grazie Renzi!
". È il titolo di una lettera scritta da un imprenditore veneto, colpito dalle sanzioni antirusse, costretto a chiudere l'azienda di famiglia. È un grido di disperazione quello di Diego Marchiori, uno dei tanti imprenditori messi in ginocchio dal governo italiano che non hanno voce.

Il giovane imprenditore Diego Marchiori, lanciando una sfida in questi tempi di crisi, aveva preso in mano le redini dell'azienda del padre specializzata in rifiniture di mobili di lusso in legno. Alle tasse insostenibili, che colpiscono tutte le piccole imprese nel territorio, si sono aggiunte le sanzioni alla Russia, il colpo di grazia che ha ucciso l'azienda Ecolux di Marchiori.

Renzi parla di continuo dell'importanza del Made in Italy, ma non spende mai nemmeno una mezza parola sul destino di tutti gli imprenditori che dopo anni di tasse disumane, si sono ritrovati a chiudere bottega per le politiche incomprensibili del governo. Renzi fa le sanzioni alla Russia e gli imprenditori abbandonati ne pagano le conseguenze. Diego Marchiori, che ha lanciato un appello in una lettera pubblicata da lofficina.org, ha rilasciato un'intervista a Sputnik Italia sulla sua triste vicenda.

— Diego, lei è stato costretto a chiudere la propria azienda. Le sanzioni alla Russia, imposte anche dal governo italiano, hanno fatto la loro parte in questa triste vicenda?

Magnify

Che cosa prevede la Riforma Costituzionale

referendum costituzione italiana

di Maria Luisa Pesante


Dicono gli oppositori della nuova Costituzione che essa è scritta male; e anche molti dei suoi sostenitori lo ammettono, ma quasi sempre senza spiegare il come e il perché dell'inadeguata stesura dopo il lungo periodo di gestazione. Non è un fatto estetico, semplicemente essa non è scritta come una costituzione. Contiene troppi rimandi interni, che la rendono poco leggibile, come lo sono le leggi italiane; contiene troppi dettagli da legge ordinaria anziché principi e criteri generali tipici delle carte costituzionali. Soprattutto è reticente, incompleta e inconcludente proprio secondo quella "visione d'insieme" con cui essa veniva presentata al Parlamento l'8 aprile del 2014. Questo fatto non può essere casuale; al contrario ci induce a guardare più esattamente come le singole norme rispondano a un disegno non dichiarato ma reale che si tratta di approvare o respingere il 4 dicembre. Al di là della pubblicità ingannevole di chi vuol far credere che ad una serie di problemi, più o meno utilmente individuati, esistesse un'unica soluzione, e soprattutto solo la soluzione di un'ampia revisione costituzionale, bisogna guardare al nocciolo duro della rivendicazione dei suoi apologeti: questo testo porta finalmente a compimento quella riforma che i partiti italiani non erano riusciti a fare, per più di trent'anni, almeno dal 1982 [1]. Ora l'obbiettivo che con trasversale pertinacia tutte le maggiori forze politiche, una quindicina di governi, e quasi tutti i presidenti (dovrebbe mancare all'appello Scalfaro) hanno perseguito è il presidenzialismo strisciante con cui hanno tentato di rispondere alla crescente insoddisfazione, anch'essa trasversale, dei cittadini nei confronti di ciò che i loro rappresentanti compivano nelle proprie funzioni. Sono infatti trent'anni (1982-2013) che hanno visto crescere costantemente, fino al 25%, l'astensione alle elezioni politiche, che hanno visto il consenso ai due maggiori schieramenti sommati ridursi al limite del 50%.

Proprio perché l'obbiettivo condiviso era un presidenzialismo spurio, privo delle garanzie istituzionali che in un sistema liberal democratico tutelano insieme i perdenti delle elezioni e i cittadini in generale, i tentativi sono falliti: nessuno degli schieramenti maggiori si fidava veramente di consentire che di un tale rafforzamento del potere del governo potessero godere gli avversari. Il fallimento della Commissione bicamerale, presidente d'Alema, è emblematico. Non a caso l'aspirazione a un presidenzialismo concepito come governo eletto direttamente e insieme alla propria maggioranza - modello ignoto a tutte le democrazie liberali - si è accompagnata a continui tentativi di manipolare in questa direzione le leggi elettorali, e a continui attacchi, svilimenti, e forzature della carta costituzionale. Alla conclusione di questa storia Renzi, che nella presentazione alla Camera ha riconosciuto il fallimento dei tentativi di ottenere attraverso la sola legge elettorale la desiderata concentrazione nelle mani del governo di poteri non rallentati da controlli, si è trovato in una congiuntura particolarmente favorevole potendo godere al tempo stesso di un vantaggio politico prodotto da una legge elettorale illegittima e di una consistente opportunità di trasformismo. La stessa congiuntura ha consentito di approvare una legge elettorale che, mentre è libera dall'irrazionalità della legge Calderoli, può trasformare in maggioranza parlamentare e costituire in potere di governo anche una minoranza infima di votanti.

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Per i turisti culturali arriva l'anno incrociato Italia-Russia

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© Sputnik. Сергей Пятаков
Il responsabile dei Musei Musicali della Russia Mikhail Bryzgalov ha annunciato che il 2017 sarà dedicato l'anno incrociato del turismo culturale Italia-Russia. Secondo le parole di Bryzgalov, l'accordo tra le istituzioni dei due paesi è stato già raggiunto. Attualmente si lavora sull'elaborazione degli itinerari turistici.

Sputnik Italia si è rivolto all'ex Ambasciatore italiano in Russia e presidente della Fondazione culturale Aquileia, Antonio Zanardi Landi, per un approfondimento.

— Ambasciatore, come valuta l'iniziativa di dedicare un intero anno incrociato Italia-Russia al turismo culturale?

— Mi pare una cosa non buona ma ottima! Per noi in Italia si colloca in un momento molto opportuno perché nel 2011 abbiamo avuto l'anno incrociato della cultura, abbiamo avuto il semestre (che in realtà è durato quasi un anno) delle eccellenze italiane in Russia e poi abbiamo anche avuto l'anno incrociato del turismo. Dunque, mi sembra che l'anno del turismo culturale dopo un'interruzione di due anni potrà aiutare ad approfondire e a rendere concreti i benefici dei nostri sforzi precedenti. Inutile dire che si tratta di un'iniziativa anche molto utile e che cade in un periodo molto complicato delle relazioni tra l'Europa e la Federazione Russia. Io ritengo che questo sia un momento veramente giusto per cercare di resettare il rapporto culturale tra l'Italia e la Russia che è sempre stato così vivo, così positivo.

— Cosa vuol dire l'anno incrociato del turismo culturale?

— Io penso che voglia dire trasformare il turista in vero visitatore. Cioè in qualcuno che non viene in Italia solo per prendere il sole o per avere delle esperienze turistiche in qualche modo superficiali, ma chi vuole capire quello che è l'Italia, quello che è la storia italiana e vuole capire quello che può essere il futuro di questo paese e dunque le relazioni tra la Russia e l'Italia. E credo che lo steso si possa ribadire per il turismo in Russia dove gli italiani tendono a non andare per fare vacanza pura, questo è già un fenomeno presente. Penso che l'anno incrociato possa rafforzare questo desiderio di capire lo spirito e la storia di un paese come la Russia.

— Lei che ha vissuto in Russia per tre anni potrebbe consigliare un percorso particolare non solo paesaggistico ma soprattutto culturale che potrebbe suscitare l'interesse degli italiani?

Better Earth

Da oggi gli USA hanno perso il controllo su Internet?

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© SXC
Oggi è scaduto il contratto della corporation per la gestione delle denominazioni del dominio (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, ICANN) con il Dipartimento del Commercio USA e l'authority delle Telecomunicazioni (National Telecommunications and Information Administration NTIA), si legge nei comunicati di NTIA e ICANN.

Questo significa che l'esecuzione dei lavori tecnici per il funzionamento di internet da parte dello IANA (Internet Assigned Numbers Authority) verrà supervisionato dalla comunità internazionale, non dal governo degli Stati Uniti. E' un momento storico per la transizione della governance di Internet in mani private, si evidenzia nel comunicato della ICANN. L'ICANN continuerà a svolgere le proprie funzioni, ma cesserà la prassi di concordarle con il governo americano, aggiunge una fonte vicina alla ICANN. A breve l'ICANN creerà una società speciale con la partecipazione di rappresentanti della comunità internazionale, che gestirà le richieste di modifica delle radici dei nomi e degli indirizzi di Internet e controllerà il rispetto di tutte le norme, racconta la fonte. Continuerà a introdurre questi cambiamenti la società americana Verisign, impegnata nell'assistenza dei root server DNS e del registro dei domini di primo livello, riferisce la National Telecommunications and Information Administration americana.

Secondo il membro del board della ICANN Stephen Crocker, il trasferimento del controllo su Internet veniva preparato sin dal 1998, quando l'ICANN ha cominciato a svolgere le funzioni per la gestione del sistema di indirizzi e nomi sulla rete. Di conseguenza la società-web ha approvato lo schema di gestione della rete globale sulla base del principio del "multistakeholderism": nella governance del web sono coinvolte tutte le parti interessate di tutto il mondo. Allo stesso tempo gli utenti Internet non dovrebbero sentire alcun cambiamento nella rete, promette la ICANN.

Evil Rays

Russofobia, un male incurabile?

russofobia


L'Occidente ha una malattia cronica, la russofobia, che si manifesta durante la storia con fasi più acute, guarda caso quando la Russia è particolarmente forte sulla scena geopolitica. Ebbene, la russofobia è un male incurabile?


C'è sempre un buon motivo per lottare contro la Russia, lo è stato per decenni il comunismo, ma una volta sparito, la russofobia non si è placata, anzi. L'Occidente si può veramente sbizzarrire usando una gamma infinita di pretesti, con l'unico scopo di rappresentare la Russia come una minaccia, costruendosi così un nemico perfetto. Il complesso fenomeno della russofobia è stato analizzato dal giornalista svizzero Guy Mettan nel libro "Russofobia, mille anni di diffidenza", che cerca di rispondere alle domande che molti europei si saranno posti. La narrazione mediatica occidentale non basta più, il ritornello dei "russi cattivi" ha stancato, la gente vuole saperne di più. Sputnik Italia ha raggiunto per un approfondimento l'autore del libro, lo storico e giornalista Guy Mettan.

— Signor Mettan, possiamo dire che più la Russia diventa forte sulla scena geopolitica più aumenta la russofobia?

— Sì, assolutamente! Nel mio libro ho analizzato le quattro forme più importanti della russofobia moderna. Quella francese, molto attiva fra il 1780 e il 1880, ha compiuto un'inversione di tendenza spettacolare alla fine del XIX secolo per rapporto alla minaccia tedesca, ma è molto presente di nuovo a Parigi questi ultimi tempi. La russofobia inglese è iniziata dopo la vittoria contro Napoleone, ottenuta grazie alle truppe russe. Londra allora è tornata ad essere in contrapposizione al suo alleato, che aveva paura divenisse troppo potente nel Mediterraneo e in Asia Centrale. La russofobia tedesca è nata dalla frustrazione coloniale dell'Impero Tedesco, che ha spinto Il Kaiser, poi Hitler a voler allargare i loro territori in Russia (teoria dello spazio vitale, del Lebensraum). Questo fenomeno è all'origine del revisionismo storico attuale, che consiste a sopravvalutare il contributo americano nella liberazione dell'Europa (400 mila americani uccisi) e a svalutare lo sforzo maggiore fornito dalla Russia sovietica (26 milioni di morti). Infine abbiamo la russofobia americana che si è scatenata all'indomani della vittoria sul nazismo, secondo lo stesso schema della russofobia inglese.

Star of David

Gideon Levy: 'Sì, Netanyahu, parliamo pure di pulizia etnica'

palestina perdita terra

di Gideon Levy


Trasformare i coloni israeliani in vittime è l'atto d'impudenza più strabiliante da parte del primo ministro fino ad ora. L'unica pulizia etnica di massa che ha avuto luogo qui è stata nel 1948, quando circa 700.000 arabi sono stati obbligati a lasciare le loro terre. Israele ne sa qualcosa di pulizia etnica. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ne sa qualcosa di propaganda. Il video che ha postato venerdì dimostra entrambe le cose. Ecco la verità, ancora un'altra testimonianza della faccia tosta israeliana: l'evacuazione dei coloni dalla Cisgiordania (che non è mai avvenuta, e presumibilmente non avverrà mai) è pulizia etnica. Sì, lo Stato che ti ha portato la grande pulizia etnica del 1948, che non ha mai, in fondo al suo cuore, abbandonato il sogno dell'espulsione, e che non ha mai smesso di portare avanti metodicamente micro-espulsioni nella Valle del Giordano, nelle colline meridionali di Hebron, nella zona di Ma'aleh Adumim [grande colonia nei pressi di Gerusalemme est. Ndt.] e anche nel Negev [zona meridionale di Israele, da cui vengono espulse le comunità beduine con cittadinanza israeliana. Ndt.] - questo Stato chiama lo spostamento dei coloni pulizia etnica.

Questo Stato paragona gli invasori dei territori occupati ai figli della terra che si aggrappano alle loro terre e case. Netanyahu ha dimostrato ancora una volta di essere quello vero, il più autentico rappresentante della "israelicità", che ha creato una realtà tutta sua: trasformare la notte in giorno, senza vergogna e senza alcun senso di colpa, senza inibizioni. In Israele molta gente, forse la maggioranza, lo prenderà per buono. I coloni della Striscia di Gaza sono diventati "espulsi", la loro evacuazione una "deportazione". Non solo è legittimato un atto aggressivo e violento - la colonizzazione -, ma i suoi attori sono vittime. Gli ebrei sono vittime. Sempre gli ebrei, solo gli ebrei. Un primo ministro israeliano meno sfrontato ed arrogante di Netanyahu non oserebbe pronunciare il termine "pulizia etnica", per via della trave nel suo stesso occhio. Poche campagne di propaganda oserebbero arrivare così lontano. Eppure ogni tanto la realtà si intromette. E la realtà è affilata come un rasoio.

L'unica pulizia etnica di massa che ha avuto luogo qui è stata nel 1948. Circa 700.000 esseri umani, la maggioranza, sono stati obbligati a lasciare le loro case, le loro proprietà, i loro villaggi e le terre che sono state loro per secoli. Alcuni sono stati espulsi con la forza, fatti salire su dei camion e portati via; alcuni sono stati intenzionalmente spaventati perché scappassero; altri ancora se ne andarono, forse senza ragione. Non gli è mai stato consentito di tornare, tranne pochi, anche solo per ricuperare le loro cose. Non poter tornare è stato ancora peggio che essere espulsi.

Cult

La scheda di Renzi, a confronto

No al referendum costituzionale

di Alessandro Gilioli


All'ultimo referendum confermativo di una modifica costituzionale, quello del 2006, la scheda era così:

referendum c 1
A quello precedente, nel 2001, era così:

referendum c1