Maestri BurattinaiS


Magic Hat

La rubrica dell'Economist, ovvero come le élite non vivano nella realtà

copertina the economist

Le élite globaliste occidentali non hanno ancora digerito la Brexit e la vittoria di Trump. Non sopportano che le proprie ideologie vengano rigettate. Ma quando la realtà non corrisponde ai loro sogni, basta creare online un mondo parallelo
. Il portale dell'Economist, chiamato "what if", un'echo chamber neo-liberale, ne è appunto un esempio.

Il suo ultimo pezzo attribuisce poteri magici al nuovo eroe delle élite, Emmanuel Macron, che ha sconfitto con forza il "male" Marine Le Pen a maggio. Per l'Economist, Macron è praticamente Cristo, e così è stato rappresentato sulla copertina del mensile, mentre cammina sull'acqua.

Lo scenario ipotetico del successo di Macron si basa su magiche riforme che in qualche modo dovrebbero creare grandi quantità di posti di lavoro e ripianare un bilancio statale ormai fuori controllo. Come esattamente tutto ciò verrà fatto non viene neanche accennato. Le previsioni rosee però non si fermano qui. Il miracolo Macron trasformerebbe la Francia in una nuova Silicon Valley, un paradiso per le start-up. Non viene in mente la bolla di Internet degli anni '90? Dopo aver "fatto di nuovo grande la Francia" e dopo aver sconfitto Marion Maréchal-Le Pen, la nipote di Marine (che peraltro si è ritirata dalla politica, ma non ditelo all'Economist, se no rovinerebbe la narrazione), la magia di Macron renderà di nuovo grande anche l'Europa. Documenti accademici sul "Rinascimento francese" stanno già cominciando ad apparire, dice l'autore dell'articolo, un intellettuale liberale lui stesso. Parla di "operazioni militari finanziate dall'UE nel Sahel", come se fosse una priorità europea. Perché destabilizzare i paesi circostanti ha funzionato così bene fino ad ora, no? Il terrorismo islamico non è neanche menzionato nell'articolo, per cui presumiamo che scomparirà magicamente, così come i problemi delle banlieu. Anche qui non viene offerta alcuna soluzione, solo magia.

War Whore

Corea, Afghanistan e l'infinita trappola della guerra

guerra infinita

DI PEPE ESCOBAR


counterpunch.org

Ci sono molti paralleli tra una guerra incompiuta negli anni '50 nel nord-est asiatico ed una di 16 anni in corso nel crocevia tra l'Asia centrale e quella meridionale. Cominciamo con la Corea del Nord.

Ancora una volta gli hunger games tra U.S.A. e Corea vanno avanti. Non era necessario.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha infatti spiegato come:
"La Russia insieme alla Cina ha sviluppato un piano che propone un doppio congelamento: Kim Jong-un fermerebbe i test nucleari e smetterebbe di lanciare qualsiasi tipo di missile balistico, mentre Stati Uniti e Corea del Sud bloccherebbero le grandi esercitazioni che vengono utilizzate come pretesto per i test del Nord".
Non c'è alcuna prova concreta che la partnership strategica Russia-Cina abbia trasmesso questo piano direttamente all'amministrazione Trump. Anche se lo avessero fatto, la proposta è stata rifiutata. I soliti "esperti militari" l'hanno contrastata duramente, insistendo su uno sbilanciato vantaggio per Pyongyang. Peggio ancora, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale H.R. McMaster continua a promuovere la guerra preventiva - come se questa fosse una "soluzione" realistica ai conflitti gravi.

Nel frattempo, quel piano per un "fuoco avvolgente" intorno a Guam rimane sul tavolo di Kim Jong-un. È fondamentale ricordare che il piano era la risposta della Corea del Nord all'annuncio di "fuoco e fiamme" di Trump. Kim ha dichiarato che, affinché le rispettive diplomazie tornino a parlarsi, "è necessario che gli Stati Uniti facciano prima una scelta adeguata". Dove quest'ultima significa fermare l'esercitazione militare Ulchi-Freedom Guardian - 30.000 soldati statunitensi e più di 50.000 truppe sudcoreane.

MIB

La NATO di Riga ha indicato il nuovo nemico: I Blog. E L'Italia ha firmato

nato war machine

Primo luglio 2014: è la data in cui Estonia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia e Regno Unito firmano il Memorandum per la creazione del "Centro di Eccellenza NATO per le Comunicazioni Strategiche".


Un amico richiama la mia attenzione su questo strana adesione italiana avvenuta anni fa. Il suddetto Centro NATO di Riga ha lo scopo di combattere e reprimere le influenze russe sulle opinioni pubbliche occidentali, influenze considerate alla stregua di armi. Lo dimostra lo studio prodotto dalla NATO di Riga che qui potete leggere:

L'immagine di copertina è già eloquente:

copertina libro
Nell'introduzione allo studio si lamenta che "il quasi globale accesso all'ambiente della comunicazione virtuale ha creato molte possibilità di condurre battaglie online [anche] nel campo cognitivo degli atteggiamenti e delle convinzioni della gente". L'uso della libertà di espressione e di critica, in cui chi si esprime cerca appunto di cambiare con informazioni, idee ed argomenti "gli atteggiamenti e le convinzioni" altrui, viene considerato dalla NATO non un diritto inviolabile (come si proclama in Occidente) ma letteralmente un campo di battaglia dove sconfiggere il "nemico".

I nemici sono ovunque."Abbiamo constatato attori statuali e non-statuali usano metodi ibridi per conseguire i loro scopi politici e militari, combinando abilmente operazioni militari con ciber-attacchi, pressioni diplomatiche ed economiche, e campagne di informazione (propaganda)".

Se per "attori statuali" lo studio NATO intende probabilmente la Russia, subito dopo estende abusivamente a tutti gli "attori non-statuali" i blogger di informazione alternativa e non-mainstream la stessa "astuta combinazione di operazioni militari", cyber attacchi e pressioni che attribuisce a Mosca.

Vorremmo chiedere al suddetto Centro Strategico NATO con sede a Riga di precisare quali operazioni militari abbiamo condotto noi Blondet, noi Giulietto Chiesa, noi Comedonchisciotte, noi Disinformazione e noi Senza Nubi, noi Dezzani noi Bottarelli.

In realtà, abbiamo visto continuamente in questi anni Usa, Europa e NATO "combinare astutamente operazioni militari" in Libia e Siria e Ucraina (bombardamenti, uso di reparti interi di wahabiti pagati - con "pressioni diplomatiche ed economiche" (sanzioni, demonizzazioni dell'avversario, isolamento diplomatico) e l'inondazione sistematica tramite mainstream media di propaganda sotto mentite spoglie di informazione giornalistica: basti ricordare i pianti dell'inviata Goracci sui bambini di Aleppo massacrati dalle bombe siriano-russe nei mille ospedali pediatrici di quella città e le presunte atrocità coi gas commesse da Assad, che poi i blogger hanno rivelato essere sì atrocità, ma commesse dai "ribelli" che si battevano "per la democrazia in Siria".

Rocket

Il Meglio del Web: Corea del Nord: fuoco, furia e fifa

Pepe Escobar
I campanelli d'allarme trillano per la speculazione sulle "possibili" testate nucleari miniaturizzate di Pyongyang.

Occhio ai cani della guerra. I "tizi" dell'intelligence, gli stessi che ti hanno servito i bambini tirati fuori dalle incubatrici dai "diabolici" iracheni oppure le inesistenti armi di distruzione di massa, ora stanno smerciando l'idea che la Corea del Nord ha prodotto una testata nucleare miniaturizzata capace di entrare nei suoi missili intercontinentali recentemente collaudati.

Questo è il succo di un'analisi completata in luglio dalla DIA, l'Agenzia Informativa della Difesa. Inoltre, i servizi statunitensi credono che Pyongyang disponga di fino a 60 armi nucleari. Le informazioni provenienti direttamente dal Corea del Nord a disposizione degli Stati Uniti sono virtualmente inesistenti, perciò queste affermazioni, ben che vada, sono pure congetture.

Ma quando confrontiamo queste congetture con le 500 pagine del Libro Bianco [in inglese] pubblicato all'inizio della settimana dal Ministro della Difesa giapponese, i campanelli d'allarme iniziano a trillare.

Evil Rays

Il Meglio del Web: Virginia, il corteo anti-razzista era molto in stile ONG. E l'impeachment vorrebbe dire guerra civile

virginia rally
© vox.com
Per quelli della mia generazione, il Generale Lee era soltanto l'automobile arancione con bandiera confederata sul tetto di Bo e Luke nella serie televisiva "Hazzard". Quindi, era il traffico clandestino di whiskey dello zio Jesse, erano le curve mozzafiato di Daisy, erano le risse al Boar's Nest e le perenni fregature di Boss Hogg e Rosco P. Coltrane. Un telefilm divertente, nulla più. Ma a Charlottesville, in Virginia, il generale Robert Edward Lee è qualcosa di più, almeno per una parte della cittadinanza: è la storia confederata, la guerra di secessione, il Nord contro il Sud, lo schiavismo e Lincoln. E' la storia d'America. Con le sue luci e le sue ombre.

hazard
E ieri, in quella cittadina della Virginia prima di allora sconosciuta a più, è andata in onda una rivisitazione di quella storia: l'annunciato abbattimento di una statua del generale, infatti, ha scatenato i fronti opposti. I cosiddetti suprematisti bianchi da un lato e gli anti-suprematisti dall'altro. Fa molto manifestazione dei "Blues brothers" contro i nazisti dell'Illinois ma qui c'è poco da ridere. E' finita con, per ora, 1 morto e 35 feriti, frutto del gesto di un criminale che si è lanciato con la propria automobile contro la folla della manifestazione anti-razzista. Ma di questo, parleremo dopo. Perché se io mi rifiuto di ridurre a stereotipo una giornata che ha visto in piazza un'America spaccata a metà, sventolando come al solito il vessillo del pericolo nazista, ci sono alcune considerazioni da fare. Alcune di ordine politico-culturale e altre meramente politiche-securitarie.

virginia1

Snakes in Suits

Storico discorso di Viktor Orban: "Esiste un piano contro l'Europa"

Viktor Orban Ungheria
Titolo originale: Storico discorso di Viktor Orban: "Esiste un piano per realizzare una Europa nelle mani di una popolazione cosmopolita con preminenza musulmana"

"Circa 27 anni addietro avevamo pensato che il nostro futuro fosse in Europa. Attualmente, noi siamo il futuro dell'Europa", ha dichiarato questa mattina il primo ministro dell'Ungheria Viktor Orban, nel corso della 28a edizione della Università Libera di Tusnádfürdő.

Nel suo discorso annuale, Orban ha manifestato l'idea che le elezioni parlamentari che si svolgeranno la prossima primavera nel paese avranno una importante dimensione europea. "Quello che accadrà in Ungheria avrà importanti implicazioni per l'insieme dell'Europa, perché oggi una Ungheria forte gioca un ruolo decisivo nella battaglia per evitare la scristianizzazione dell'Europa", ha segnalato.

Orban ha considerato allo stesso modo che un paese forte non può permettersi un declino demografico. "I paesi più forti sono quelli che sono in grado di mantenersi biologicamente. Perché l'Ungheria abbia un futuro deve mantenere una tassa di fecondità di 2,1 figli per famiglia".

Orban ha sottolineato che uno Stato forte necessita di un buon livello di sicurezza, inclusa la protezione delle sue frontiere e la lotta contro il terrorismo, così come il mantenimento di un forte senso di identità culturale". In contrasto con questi principi, ha indicato l'Europa, vittima a suo giudizio di un cambiamento culturale e demografico di imprevedibili conseguenze.

"L'Immigrazione non apporterà alcuna soluzione ai problemi economici. Cercare di rimediare la scarsezza di mano d'opera mediante l'importazione di immigrati è come se, nel mezzo di un naufragio, ti metti a consumare acqua di mare. E' anche quella acqua ma il problema lo farà aumentare", ha sostenuto il primo ministro ungherese.

Commenta: Un velo di xenofobia misto a un sano nazionalismo fanno infuriare il presidente Orban che ci descrive una fetta di realtà che non piace né ai media mainstream, né agli eurocrati autolesionisti. L'Europa continua ad essere di fatto un'unione forzata che subisce di continuo ingerenze dall'esterno, che si tratti di Soros o altri il fatto è conclamato da una serie sempre più fitta di indizi e di politiche che non fanno bene alle nazioni all'interno della "comunità". E' un mondo complicato.


Bad Guys

Strategia Nato della tensione


Che cosa avverrebbe se l'aereo del segretario Usa alla Difesa Jim Mattis, in volo dalla California all'Alaska lungo un corridoio aereo sul Pacifico, venisse intercettato da un caccia russo dell'aeronautica cubana? La notizia occuperebbe le prime pagine, suscitando un'ondata di preoccupate reazioni politiche. Non si è invece mossa foglia quando il 21 giugno l'aereo del ministro russo della Difesa Sergei Shoigu, in volo da Mosca all'enclave russa di Kaliningrad lungo l'apposito corridoio sul Mar Baltico, è stato intercettato da un caccia F-16 statunitense dell'aeronautica polacca che, dopo essersi minacciosamente avvicinato, si è dovuto allontanare per l'intervento di un caccia Sukhoi SU-27 russo.

Una provocazione programmata, che rientra nella strategia Nato mirante ad accrescere in Europa, ogni giorno di più, la tensione con la Russia.

Dall'1 al 16 giugno si è svolta nel Mar Baltico, a ridosso del territorio russo ma con la motivazione ufficiale di difendere la regione dalla «minaccia russa», l'esercitazione Nato Baltops con la partecipazione di oltre 50 navi e 50 aerei da guerra di Stati uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia e altri paesi tra cui Svezia e Finlandia, non membri ma partner della Alleanza.

Bad Guys

Il Meglio del Web: Washington in Siria di fronte ad una scelta: estendere il conflitto con l'Iran e la Russia o cambiare strategia

US Special Forces Syria
Da vari segnali si può intendere che il gruppo di potere di Washington, dominato dai neocons, sta sospingendo la macchina militare statunitense (e della NATO) verso una nuova aggressione contro la Siria con l'obiettivo di attaccare l'Iran, situazione che inevitabilmente porterà ad uno scontro con la Russia.

I tentativi della Russia trattare una pace in Siria e far accettare anche agli USA una situazione di zone "deconflittualizzate", hanno cozzato contro il muro dell'intransigenza di Washington e questi hanno ceduto il posto alla abituale retorica di guerra pompata dai vari personaggi del nuovo establishment USA.
Di conseguenza sono arrivati gli "avvertimenti " alla Siria di "far pagare un prezzo" per nuovi attacchi con armi chimiche, minacce dirette anche alla Russia ed all'Iran per il sostegno ad Assad, un modo scoperto di alludere ad una nuova prossima "false flag" , come quella ochestrata in Aprile che diede luogo all'attatto con i missili sulla base aerea siriana.

Il gruppo di potere di Washington, di cui il presidente Donald Trump è ostaggio, non ha accettato la sconfitta delle forze mercenarie sponsorizzate da Washington in Siria e non si rassegna alla estromissione degli Stati Uniti dal paese arabo. Tanto meno gli USA si rassegnano ad assistere all'aumento dell'influenza iraniana nella regione, visto che l'Iran (asieme alla Russia) è il paese che ha sostenuto la lotta delle forze siriane contro i gruppi terroristi sponsorizzati dagli USA e dall'Arabia Saudita e che l'Iran fornisce aiuti sostanziali ed assistenza militare ad Hezbollah in Libano, così come alle forze sciite in Iraq e occasionalmente procura aiuti anche allo Yemen nel resistere all'aggressione saudita.

D'altra parte i rapporti trapelati dalla CIA indicano che gli USA sono fortemente preoccupati per la crescita dell'influenza di Teheran nell'area e temono che la sconfitta definitiva dell'ISIS e degli altri gruppi terroristi sponsorizzati dall'Occidente nella regione, fra Siria ed Iraq, determini una sostanziale presa di potere dell'Iran come potenza regionale dominante nell'area medio orientale. Questo è inaccettabile sia per Washington che per Israele ma quest'ultima ha riconosciuto ultimamente (per bocca del suo ministro della Difesa) che da sola Israele non potrebbe affrontare l'Iran.

Arrow Down

Il Capitalismo è "Great Again" Salvo Grande Crack in Autunno

bucks
Il Fondo Monetario "rivede al rialzo le previsioni sulla crescita italiana", dicono i media: da 0,8 saliamo a 1,3. Grandi esperti questi visitati del Fondo Monetario. Vengono a Roma e si fanno dare le cifre dal loro vecchio amico ministro Padoan. C'è bisogno di un po' di ottimismo per sostenere il governo Gentiloni, consentire alla UE la finzione di credere ad una nostra maggior crescita per lasciarci sforare, fare ancora un po' più debito senza "riforme" (le riforme vere, quelle dei 50 miliardi annui di sprechi e malversazioni pubbliche, non si faranno mai; magari tagliate un po' le pensioni, suggerisce il FMI). Infine, c'è bisogno di far credere agli italiani che anche noi, sebbene meno e ultimi, "stiamo uscendo dalla crisi" come "tutto l'Occidente". Ma soprattutto, credo, perché il Sistema deve scongiurare il panico della gente, mentre si moltiplicano i sinistri scricchiolii del crack prossimo venturo.

diagramma
Rialzi azionari oggi, e poco prima del 1929.

Better Earth

Avanzano i nuovi equilibri mondiali verso l'Eurasia mentre gli USA sono dilaniati dalla guerra interna

OCS shangai
di Alfredo Jalife Rahme

Mentre Washington si lacera con le poco convincenti ipotesi dell'ex direttore dell'FBI James Comey, volgare "gola profonda" e marionetta del "Deep State", violentemente estromesso dal suo incarico per aver ogni volta più afflitto Trump, il mondo si disordina e si riordina in forma simultanea a passi accelerati per occupare gli spazi lasciati vuoti dal declino dell'influenza degli Stati Uniti: fino ad oggi superpotenza unipolare oggi in franca decadenza ed in piena "Guerra Civile" che non si azzarda a pronunciare il suo nome.

Totalmente boicottato dalla disinformazione dei multimedia "occidentali", il Gruppo di Shangai (Organizzazione per la Cooperazione di Shangai: OCS) ha celebrato il suo trascendentale vertice ad Astana il 17 di Giugno, nella capitale del Kazakistan, paese trasformatosi in cerniera euroasiatica tra la Cina e la Russia. Il boicottaggio multimediatico occidentale collima con il puerile quando in tale vertice è stato confermato lo spettacolare ingresso dell'India e del Pakistan: il maggiore evento dopo 16 anni di esistenza teorica dell'alleanza. Un evento considerato "secondario" dalle fonti atlantiste.

Non è notizia da poco l'inserimento dell'India e del Pakistan - a mio giudizio, la prima sotto il patrocinio russo e la seconda di quello cinese, due mediane potenze nucleari che si sono affrontate in tre guerre convenzionali. Con i due suoi suoi membri primogeniti, la Cina, il Kazakistán, il Kirguistán, la Russia, il Tagikistán e l'Uzbekistán - , la OCS passa adesso ad essere una alleanza di otto membri permanenti: 4 di quelli sono potenze nucleari: la Russia, la Cina, l'India e il Pakistan. Si nuclearizza il Gruppo di Shangai, mentre si riequilibra la NATO nella fase trumpiana?

Il gruppo di Shangai ostenta come " osservatori" l'Afghanistan, la Bielorussia, l'Iran e la Mongolia e,come "soci di dialogo", l'Armenia, l'Arzebaijan, la Cambogia, il Nepal, la Turchia e il Sri Lanka. In totale 10 paesi addizionali che si trovano nella lista di attesa che dovrebbero esaminare la Cina e la Russia che hanno il potere decisionale. La grande questione è la Turchia: uscirà la Turchia dalla NATO per aderire al Gruppo di Shangai più affine alla sua cultura ed etnia, e così dimenticarsi della oggi lacerata Unione Europea che aveva disprezzato la sua inclusione considerandola contronatura?