Nel giorno della scomparsa di Tullio De Mauro (1932-2017) riproponiamo questa sua intervista rilasciata l'anno scorso a La Voce di New York.
Buona lettura Secondo gli studi dell'autorevole linguista De Mauro, meno di un terzo della popolazione italiana avrebbe i livelli di comprensione della scrittura e del calcolo necessari per orientarsi nella vita di una società moderna. Il peso sullo sviluppo economico e sociale resta enorme.di Filomena Fuduli Sorrentino - 28 marzo 2016Tullio De Mauro è il più autorevole linguista italiano. De Mauro ha insegnato linguistica in diverse università italiane e ha diretto il Dipartimento di Scienze del Linguaggio nella Facoltà di Filosofia, e successivamente il Dipartimento di Studi Filologici, nella Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università la Sapienza di Roma. Già ministro della pubblica istruzione (aprile 2000-giugno 2001, governo Amato), ha presieduto la Società di Linguistica Italiana (1969-73) e la Società di Filosofia del Linguaggio (1995-97). Nel novembre 2006 ha contribuito alla fondazione dell'associazione Senso Comune per un progetto di dizionario informatico, di cui è tuttora presidente. È socio ordinario dell'Accademia della Crusca, e dal novembre 2007 dirige la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci. De Mauro presiede il comitato direttivo del Premio Strega. Ha scritto moltissimi libri, tra i quali il recente
Storia linguistica dell'Italia repubblicana (Laterza, Bari 2014).
- Professor De Mauro, nel 2010 aveva condotto uno studio sull'analfabetismo in Italia. Ci fa il punto sui dati raccolti allora, sulle novità e come si dividono? - "Da molti anni, perlomeno dalla Storia linguistica dell'Italia unita del 1963, ho cercato di raccogliere dati sull'analfabetismo strumentale (totale incapacità di decifrare uno scritto) e funzionale (incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice) e ho cercato di richiamare l'attenzione dei miei illustri colleghi sul peso che l'analfabetismo ha sulle vicende linguistiche e, ovviamente, sociali in Italia. Avevamo dati sull'analfabetismo strumentale, ma per l'analfabetismo funzionale avevamo solo sondaggi parziali e ipotesi, a elaborare le quali abbiamo lavorato a lungo in diversi, ricordo qui almeno e soprattutto il professor Saverio Avveduto a lungo presidente dell'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta all'Analfabetismo). Dai tardi anni novanta dello scorso secolo per merito di Statistics Canada (il centro statistico nazionale canadese) sono state promosse accurate indagini comparative e osservative su estesi campioni statistici delle popolazioni per determinare diversi gradi di analfabetismo nei diversi paesi del mondo. Già nel 2005 ho potuto utilizzare questi dati. Nel 2014 è giunta a compimento la terza indagine comparativa internazionale gestita dall'OCSE (l'Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico). L'indagine è chiamata PIAAC, Programme for International Assessment of Adult Competencies), e per quasi trenta paesi del mondo, tra cui l'Italia, ha definito cinque livelli di alfabetizzazione in literacy e numeracy delle popolazioni in età di lavoro (16-65 anni), dal livello minimo di analfabetismo strumentale totale, a un secondo livello quasi minimo e comunque insufficiente alla comprensione e scrittura di un breve testo, ai successivi tre gradi di crescente capacità di comprensione e scrittura di testi, calcoli, grafici. Dati analitici sul nostro e altri paesi possono trovarsi in un mio libro più recente, Storia linguistica dell'Italia repubblicana (Laterza, Bari 2014). Qui il nostro focus è l'Italia.
Come in Spagna il 70% della popolazione in età di lavoro si colloca sotto i due primi livelli. Soltanto un po' meno di un terzo della popolazione ha quei livelli di comprensione della scrittura e del calcolo dal terzo livello in su che vengono ritenuti necessari per orientarsi nella vita di una società moderna. Ma il fenomeno ha gravi dimensioni in tutti i paesi studiati anche se nessuno raggiunge i livelli negativi di Italia e Spagna. Più della metà della popolazione è in condizioni che potremmo dire "italo-spagnole" negli USA e (a decrescere), in Francia, Gran Bretagna, Germania ecc.
Perfino in paesi virtuosi, per eccellenza dei sistemi scolastici e diffusione della lettura, si trovano percentuali di analfabeti prossime al 40%: così in Giappone, Corea, Finlandia, Paesi Bassi.
Commenta: Uno dei terroristi che hanno attaccato la discoteca Reina ad Istanbul è stato ucciso dalla polizia.
Secondo alcune testimonianze, vi erano almeno due uomini armati dentro la discoteca durante la sparatoria.