Marinella Correggia
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Negli ultimi istanti della conferenza stampa alla Farnesina, c'è stata una protesta di una donna che ha cercato di lanciare dei cartelli ma è stata sbrigativamente bloccata e allontanata dai carabinieri e dalla sicurezza. La donna sarebbe una giornalista free-lance italiana Marinella Correggia.
"Avete creato voi Daesh", — ha urlato lei rivolgendosi al ministro Gentiloni e al Segretario di Stato Usa Kerry che stavano terminando la conferenza stampa sui resultati della riunione ministeriale in formato «small group» della coalizione internazionale anti-Daesh.


Giornalista Marinella Correggia ha raccontato a Sputnik Italia cosa le ha spinto a fare questo gesto disperato.



- Perché hai deciso di andare a quella conferenza stampa e dire quello che hai detto?


- Purtroppo non sono riuscita a dire tutto quello volevo dire. L'idea era di mostrare tre cartelli con delle scritte in inglese molto precise che abbiamo fatto per Kerry e a tempo stesso per la stampa internazionale.

Un cartello diceva: "Daesh è figlio delle vostre guerre, del vostro denaro e delle vostri armi" e lì volevamo sintetizzare la guerra della NATO in Libia, l'appoggio ai gruppi terroristi in Siria e la guerra di Bush in Iraq nel 2003. L'atro cartello invece diceva: "Arabia Saudita, Stati Uniti, Turchia, Qatar — stati-sponsor del terrorismo". E l'ultimo cartello era sulle vittime perché giornalismo della pace di cui mi occupo si focalizza sulle vittime. Questo cartello diceva: "Libia, Siria, Iraq e Yemen — le vostre vittime".

Non ho pensato che la polizia sarebbe stata così rapida, più rapida di noi. Nel momento in cui ci hanno bloccati, siamo stati fisicamente circondate e non è stato possibile esporre i cartelli. Sono rimasta stupita e all'ultimo momento disperata, uscendo, trascinata via, ho deciso di sintetizzare il loro contenuto e ho urlato "Daesh, l'avete creato voi!". Io non volevo esprimere un concetto complottista ma volevo soltanto sintetizzare le politiche da Frankenstein che i paesi della NATO e del Golfo portano avanti da molti anni.


— Non avevi paura di pronunciare queste parole?

- No, la paura non c'è perché negli Stati Uniti forse ti possano anche sparare... Mi ha scritto un amico che vive in America: "Non essere troppo triste che non hai fatto tutto quello che hai voluto a fare. Negli Stati Uniti ti avrebbero magari sparato e poi avrebbero detto che eri armata. Quindi, non avevo paura perché in Italia se non fai un gesto violento, non ti succede nella. Comunque, sono stata denunciata per la resistenza a pubblico ufficiale (non è vero, non abbiamo fatto nessuna resistenza), per concorso in reato perché eravamo in due, e poi per la manifestazione non autorizzata e sediziosa e forse avrò un processo. Non avevo paura, diciamo ero più imbarazzata perché l'indignazione è troppa. Avendo provato tantissime attività contro le guerre in tutti questi anni e le guerre si sono comunque ripetute, ho pensato che questa azione diretta non violenta poteva essere utile.

— Perché, a tuo avviso, questo episodio è stato ignorato da media italiani?

- Si, infatti. Secondo me perché loro hanno approfittato dal fatto che non si capiva bene cosa era successo e solo un giornalista della tv iraniana che si trovava molto vicino ha potuto riprendere anche il grido finale. Altrimenti poteva sembrare qualunque pazza che chi sa cosa voleva fare lì. Penso che invece fossimo riuscite ad esporre i cartelli, non avrebbero potuto forse ignorarlo. Non mi stupisco perché noi dal 2011, dal tempo della guerra in Libia, abbiamo fatto le infinite manifestazioni con i cartelli molto interessanti, però non ci hanno mai riservato nessuna attenzione. È molto difficile coinvolgere la stampa italiana.

— Come valuti i risultati della visita di Kerry in particolare e la politica estera degli Stati Uniti in generale?

- Penso che sia una domanda pleonastica. Da 25 anni, da quando ho cominciato di occuparmi di guerra perché il mio paese è andato a bombardare l'Iraq, l'Afghanistan, la Serbia e la Libia penso che un gravissimo peccato che l'Italia sia cosi succube degli Stati Uniti, della politica di guerre, di complesso militare statunitense. L'articolo 11 della Costituzione italiana dice che "L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". L'abbiamo violata tantissime volte e una cosa vergognosa. Noi dobbiamo uscire dalla Nato e diventare un paese neutrale e non partecipare più a nessuna guerra.

Per quanto invece riguarda la visita di Kerry, lui è venuto a Roma nell'ambito di una coalizione in cui il gruppo ristretto è composto dall'Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Emirati Arabi, la Francia che ha bombardato Libia per i suoi interessi e la Gran Bretagna che è dépendance degli Stati Uniti. Questi paesi sono davvero seri a fare la guerra a Daesh visto che lo hanno fatto crescere? Come mai prima che intervenisse la Russia in Siria e svelassi un po' i giochi, per un anno tutta questa coalizione non è riuscita neanche a bombardare le colonne di Daesh nel diserto. Era facilissimo, non porterebbe a nessuna vittima civile...Come mai i giornalisti turchi che hanno denunciato il traffico di armi verso la Siria per questi gruppi terroristici sono adesso in galera? Come mai gli Stati Uniti continuano ad addestrare i gruppi armati in Siria e poi ogni giorno viene fuori che questi gruppi passano a Daesh o si arrendono a Daesh con gli armi e l'equipaggiamento americano?


— Non sei riuscita ad esporre i cartelli al Segretario di Stato. Pensi di provare a fare un altro tentativo nel futuro prossimo?

- No comment su futuro, no comment... Certo che non ci facciamo intimidire. Il problema sarà dove lo fare di nuovo, sicuramente dentro adesso sarà più difficile...