rifugiati siriani a budapest
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Il filosofo George Santayana aveva detto "Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo". Quanto sta accedendo in Germania e in Europa con attacchi in aumento ai migranti, campi che somigliano sempre di più a dei luoghi d'ombra (vedi quello di Calais in Francia), sembra suggerire che non si sia riflettuto adeguatamente sul passato, e che proprio per questo sembra che siamo condannati a riviverlo.


Siamo esagerati? Probabilmente sì, o comunque almeno lo speriamo. Eh sì perchè a leggere le notizie che provengono dall'Europa in queste ultime settimane si sente qualcosa di simile a un brivido correre lungo la schiena, come se in qualche modo andasse in scena un film che purtroppo gli europei hanno dovuto già mandare giù. Capita infatti di leggere di morti quotidiane di migranti tra le acque del Mediterraneo, di milioni di profughi, di bambini che scompaiono in Europa (sarebbero migliaia solo in Italia) nella più totale indifferenza. "Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo" scriveva il filosofo spagnolo George Santayana, e verrebbe quasi da dargli ragione osservando come la maggioranza dell'opinione pubblica europea sia sostanzialmente indifferente ai drammi umani dei nostri tempi.

Forse perchè imbruttita dalla crisi economica e dalla guerra tra poveri la popolazione europea sembra essere ormai assuefatta alla visione della morte e della sofferenza, ed esattamente come ottanta anni fa si lascia sedurre dalle sirene di chi offre soluzioni semplici a problemi complessi, magari scaricando la frustrazione del popolino contro le minoranze, da sempre una valvola di sfogo utilissima al potere costituito per dividere i propri sudditi. Così episodi di vere e proprie aggressioni a sfondo razzista vengono derubricate quasi a problemi di ordinaria amministrazione, come se venissero considerati come episodi tutto sommato comprensibili anche nella "civilissima" Germania, dove evidentemente la memoria non è stata adeguatamente rielaborata, altrimenti non si spiegherebbe come mai episodi di xenofobia vengano minimizzati come sta accadendo. A Stoccolma un centinaio di neonazisti hanno assaltato la stazione picchiando e minacciando gli stranieri, eppure questa notizia ha avuto il risalto adeguato nei media europei? A nostro giudizio no. E' come se l'Europa si sia dimenticata del passato e ripercorra, simile a un cane di Pavlov, esattamente gli stessi sentieri che ottanta anni fa hanno portato al fascismo e alla guerra.

Poi certo, magari potrebbe anche essere che i nostri timori siano completamente infondati, e non resta che sperarlo, ma intanto di fronte agli spostamenti immani di popoli i governi del cosiddetto "mondo libero" non sanno opporre altro che politiche di piccolo cabotaggio e continuano a utilizzare l'ipocrisia per giustificare una inazione di fondo vergognosa. Chissà come i posteri parleranno di questo periodo buio della storia umana, chissà se saranno indulgenti con quei paesi che vogliono chiudere le frontiere per fingere che i problemi non ci siano mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Chissà se assolveranno anche molti semplici cittadini che per via di una vita insoddisfacente si sentono autorizzati a non provare pietà per altri esseri umani in difficoltà. Noi crediamo e speriamo di no.