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Una sala operatoria dell'ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz: qui si continua a operare, l'area non è stata danneggiata (Epa)
La denuncia dell'associazione: «Avvertiti dell'errore, hanno continuato». L'esercito Usa: «Azione contro ribelli che sparavano a nostri soldati». Kabul: «Lì dentro talebani»

Diciannove morti, tra cui tre bambini, e 37 feriti. È il bilancio del bombardamento americano, condotto sotto l'egida della Nato, che si è abbattuto contro l'ospedale della città afghana di Kunduz. La città è da giorni teatro di scontri con le forze di sicurezza governative ed era caduta in mano agli integralisti il 30 settembre, in una delle più importanti conquiste da quando i ribelli sono insorti nel paese, 14 anni fa. Le forze americane e afghane erano quindi impegnate a lanciare la «riconquista».

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- Il luogo del bombardamento americano

Crimine di guerra

Secondo quanto riporta Medici senza Frontiere, che gestisce l'ospedale, tra le vittime «ci sono 12 membri dello staff, e anche 19 feriti». L'organizzazione umanitaria ha poi denunciato che i raid sono proseguiti per almeno «altri 30 minuti» dopo che il comando americano era stato informato, via telefono, che i suoi jet stavano bombardando una loro struttura. Non solo: Medici senza frontiere aveva in passato ben specificato le coordinate dell'ospedale proprio per non essere colpiti dai raid. Eppure, «Dalle 2.08 alle 3.15 del mattino il nostro ospedale è stato colpito da raid aerei a intervalli di circa 15 minuti l'uno», scrive lo staff dell'ospedale su twitter. «Ci sono evidenze che l'attacco sia stato condotto dalla coalizione americana. Chiediamo una indagine trasparente e completa su quanto accaduto», sono le rivendicazioni di medici senza frontiere.

Interviene anche l'Onu, con una dichiarazione in cui si afferma che potrebbe trattarsi di un «crimine di guerra»: «Questo evento profondamente scioccante dovrebbe essere investigato a fondo e in modo indipendente e i risultati dovrebbero essere resi pubblici», ha affermato Zaid Ra'ad al-Hussein, Alto Commissario Onu per i diritti umani.


«Danni collaterali»

Arriva, in serata, la precisazione dell'esercito americano, che conferma di avere lanciato un raid a Kunduz che potrebbe avere colpito un ospedale causando «danni collaterali», ma poi precisa che i raid sono stati condotti nelle vicinanze dell'ospedale per colpire alcuni insorti che stavano sparando contro soldati americani che stavano dando supporto all'esercito regolare afghano, in uno dei momenti più accessi della guerriglia che s è tenuta in città negli ultimi giorni.

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Il bombardamento dell'ospedale di Kunduz
«Indagine completa»

«Stiamo cercando di determinare cosa sia successo esattamente e voglio esprimere il mio cordoglio alle persone colpite», è il commento del segretario alla Difesa Usa, Ash Carter. «Un'indagine completa sui tragici fatti è in corso in coordinamento con il governo afghano», ha aggiunto. Kabul, da parte sua, aveva inizialmente riferito che dentro l'ospedale di Kunduz si erano rintanati diversi miliziani talebani. «I terroristi, da 10 a 15, si erano nascosti lì», aveva affermato Seddiq Seddiqi, portavoce del ministero dell'Interno.


I talebani: «Nessuno di noi in quell'ospedale»

Intanto, la presenza di «terroristi» nell' ospedale di Kunduz è stata negata dal portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. Condannando in un comunicato il bombardamento americano, Mujahid ha rilevato che «nessun mujaheddin dell'Emirato islamico era ricoverato nell'ospedale perché la situazione a Kunduz non ci permetteva di portare i nostri combattenti in quella struttura».

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l'Esercito americano in Afganistan