calamaro


In una delle rarissime apparizioni davanti a occhi umani di una specie animale tra le piu' misteriose, un calamaro gigante e' emerso nelle acque del porto di Toyama, sulla costa occidentale del Giappone
, circa 300 chilometri a nord-ovest di Tokyo: e a quanto pare ci si e' trovato benissimo, tanto che per attirarlo di nuovo in mare aperto e restituirlo agli abissi cui appartiene e' occorsa quasi una settimana.

L'enorme cefalopode, dal colore rosso vivo marezzato di grigio, 4 metri di lunghezza senza contare i due tentacoli maggiori che vanno ben oltre, era stato avvistato da alcuni pescatori alla vigilia di Natale. Da allora ha preso gusto alla nuova dimora, diventando il beniamino di ricercatori e semplici curiosi, finche' oggi l'esperto sommozzatore Akinobu Kimura non e' riuscito a pilotarlo verso il largo.

Quella dell'intrepido subacqueo giapponese non e' stata tuttavia un'impresa priva di difficolta' giacche' il calamaro, piu' che a riconquistare la liberta', sembrava interessato ad approfondire invece la conoscenza con la propria guida: in cui forse per un po' ha anche vagheggiato di aver trovato un boccone bell'e pronto. "Le sue ventose erano cosi' potenti che mi hanno fatto male", ha raccontato Kimura all'emittente televisiva 'Asahi'. "Io stavo cercando di farlo scappare, e lui al contrario mi si avvolgeva intorno al corpo e si avvinghiava al braccio". Alla fine il mollusco comunque ha ceduto e se ne e' andato, ma la sua recalcitranza ha almeno permesso a uno studioso di fotografarlo e filmarlo, evento ancora piu' eccezionale quando si tratti di un esemplare vivo.

Per secoli simbolo perfetto del mostro marino, la leggenda del calamaro gigante si e' alimentata della sua elusivita' non meno che delle dimensioni extra-large. Da qualche anno le risalite dai 900 metri di profondita' verso la superficie si sono fatte pero' relativamente sempre piu' frequenti, e gli scienziati stanno cercando di comprenderne le ragioni: dall'inquinamento acustico al surriscaldamento del mare, fino al rarefarsi delle prede di cui abitualmente si ciba.