Turchia
© AP Photo/ Emrah Gurel
Un reporter siriano, tra i primi a portare alla luce i crimini del Daesh ad Aleppo e Raqqa, freddato a colpi di pistola alla testa vicino alla redazione della rivista da lui diretta.

Freddato con dei colpi di pistola alla testa mentre si stava recando a lavoro. E' morto così Naji Jerf, giornalista siriano direttore del mensile Hentah e reporter impegnato sul delicatissimo fronte della lotta al Daesh. Jerf, che con il suo collettivo "Raqa is Being Slaughtered Silently" aveva vinto importanti importanti premi giornalistici per il documentario che raccontava il controllo del Daesh su Aleppo, è il secondo esponente del gruppo a rimanere vittima di attentati in Turchia, dove la libert di stampa continua ad essere minacciata, dopo i recenti casi di censura governativa e incarcerazione di giornalisti ritenuti scomodi.

"I giornalisti siriani fuggiti in Turchia per la loro sicurezza non sono affatto sicuri. Invitiamo le autorità turche a portare gli assassini di Naji Jerf alla giustizia rapidamente e in modo trasparente, e per rafforzare le misure per proteggere tutti i giornalisti siriani in territorio turco".

Così si è espresso Sherif Mansour, direttore per il Medio Oriente del Commitee to Protect Journalist, a proposito di un Paese in cui l'assassinio di giornalisti sta diventando pratica estremamente preoccupante.

Syrian #journalist & #filmmaker #NajiJerf who exposed #ISIS #Aleppo atrocities assassinated in #TurkeyRT News https://t.co/qewIATGtx2
— Olga Semenova (@Ollissya) 28 декабря 2015

Jerf è infatti il quarto giornalista del collettivo RBSS ad essere ucciso dall'aprile 2014, periodo in cui il blog di controinformazione siriana aveva iniziato le pubblicazioni. Ultimo in ordine di tempo era stato Ahmad Mohamed Almossa, ucciso al confine turco-siriano di Idlib, con analoghe modalità all'agguato che ha tolto la vita a Naji Jerf.