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La vista ai raggi X del più potente dei microscopi ha potuto vedere il tesoro nascosto in una scatola del '600 impossibile da aprire senza fare danni irreparabili. A penetrare all'interno della scatola senza rovinarla è stata la radiazione prodotta dalla struttura europea per la Luce di sincrotrone di Grenoble (Esrf), che ha svelato anche i minimi dettagli delle medaglie racchiuse nella scatola, irrimediabilmente ossidata.

La luce di sincrotrone ha permesso di ricostruire le incisioni su ognuna delle tre medaglie e di identificare anche le due perle che le accompagnavano all'interno della scatola. Il successo ottenuto apre ora le porte a un nuove possibilità nel mondo dell'archeologia.

Gli scavi condotti nel sito archeologico della chiesa di Siant-Laurent, ora diventata il museo archeologico di Grenoble, avevano riportato alla luce un gran numero di tombe e oggetti posti vicino ai corpi. Tra questi era stata ritrovata anche una enigmatica scatola, di 4 centimetri di lato, risalente al XVII secolo e fortemente danneggiata dal tempo.

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Le primissime ricerche avevno permesso di suabilire che la scatola racchiudeva alcune monete e, vista l'impossibilità di analizzarne il contenuto senza distruggerla, gli archeologi avevano deciso di preservare l'oggetto, restaurandolo per bloccare il processo di ossidazione che ne stava erodendo le pareti.
Per saperne di più è stato però chiesto un aiuto ai ricercatori del vicino Esrf, dove la luce di sincrotrone viene usata anche per fare diagnosi in medicina e per datare beni culturali. Quello che questo super-microscopio è riuscito a fare è però andato oltre tutte le previsioni: i raggi X prodotti dal sincrotrone hanno infatti svelato il tesoro che si nascondeva nella scatola.

Articolo originariamente pubblicato su Ansa.it