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Non è un periodo facile per i curdi. In Turchia, il premier Erdogan ha assunto sempre più un comportamento autoritario e sta attuando una forte repressione verso la più importante coalizione di questa minoranza etnica, conosciuta come Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), in vista delle elezioni di domenica prossima. Tutto questo perchè il PKK potrebbe essere l'ago della bilancia decisivo per la prossima tornata elettorale. I rapporti tra il popolo curdo e il governo di Ankara non sono mai stati buoni e sono peggiorati ulteriormente, da quando gli estremisti islamici dell'Isis hanno preso il controllo di alcune città della Siria settentrionale.

Da allora i curdi, che hanno anche delle enclave nella stessa Siria, hanno cominciato a combattere costantemente i militanti dell'Isis e a gennaio scorso, sono riusciti a conquistare la città di Kobane caduta sotto controllo dello stato islamico nel settembre del 2014.

Durante la guerra tra i combattenti curdi dell'Unità di Protezione del Popolo (YGP) e la stessa Isis, il governo di Erdogan ha assunto un atteggiamento alquanto ambiguo. Tutti ricordano l'attentato dello scorso 20 luglio a Suruc, città della Turchia meridionale e roccaforte del partito curdo. Non si è mai arrivati ad una verità certa su chi ha compiuto tale strage: il governo di Erdogan subito accusò i militanti dell'Isis ma le perplessità che sia stata la stessa Ankara rimangono eccome.

Grande indignazione suscitano anche le notizie che arrivano negli ultimi giorni dallo stesso paese medio-orientale: circa 44 giornalisti contrari alla linea del presidente Erdogan sono stati incarcerati e la libertà di parola e di espressione, per il momento, cancellata. Si pensa che tra questi vi siano molte persone che, in un motivo o nell'altro, tentavano di dare voce anche agli sfidanti di Erdogan di domenica prossima.

Gli stessi numeri della censura fanno riflettere. Nell'ultimo mese su 66 ore totali dedicate alle elezioni del primo novembre, la tv di stato ne ha dedicate 59 al presidente o ai suoi alleati. Inoltre, lo scorso martedì, gli studi televisivi di due canali vicini all'opposizione: Bugun Tv e Kanal Turk, sono stati "occupati" dalla polizia nazionale che,oramai, è sotto controllo dello stesso Erdogan.

A Roma sabato 31 ottobre 2015, il giorno prima delle elezioni in Turchia, ci sarà una manifestazione in sostegno del popolo curdo. La partenza è fissata per le ore 15 a Piazza dell'Esquilino.