Gentiloni e Soros

di Luciano Lago


Molti osservatori si sono chiesti quale sia stato il motivo della visita effettuata "riservatamente" da George Soros al premier Gentiloni lo scorso 3 di Maggio a Palazzo Chigi, proprio in un momento di polemiche e sospetti che coinvolgono, guarda caso, alcune delle ONG da "trasporto express" migranti, che sono finanziate da Soros attraverso la sua Open Society Foundations (OSF), capofila delle iniziative "filantropiche" del magnate.

Le visite fatte di Maggio potrebbero avere lo scopo di "fare coraggio", come recita un vecchio adagio e soprattutto, quando sono fatte dai grandi pluri miliardari (e Soros è uno di questi) ad un paese indebitato, privo ormai di sovranità e quasi in bancarotta come l'Italia.

Dopo il segnale di "dominio", vistosamente dato della mano di Trump sulla spalla di Gentiloni, in occasione della visita di questi a Washington, poteva mancare al conte Gentiloni, primo ministro (nominato) del Governo Italiano, una visita "di cortesia" di George Soros? No, certo che no. Puntualmente questa visita è avvenuta e non ci è dato sapere se dovuta ad un moto spontaneo del magnate di origine ungherese o se fosse un appuntamento prefissato nell'agenda del primo ministro italiano.

Bisogna sapere che George Soros, nonostante la sua veneranda età di 87 anni, è ancora molto attivo e, tra le sue attività, oltre ad aver cofinanziato (in perdita) la campagna di Hillary Clinton negli States, assieme ai sauditi ed alle banche di Wall Street, è da anni un personaggio centrale nella campagna di finanziamento dell'immigrazione clandestina in Europa, come da lui stesso ammesso pubblicamente, tanto che il premier ungherese Viktor Orban gli ha dichiarato apertamente guerra, trovando il sistema di imbrigliare le sue ONG che operano in Ungheria e mettendo sotto inchiesta l'Università di Soros, una Università privata da cui escono i "globe trotter" del globalismo radicale formati dai guru di Soros.

Possiamo immaginare che Soros, disponendo di un patrimonio valutato in circa 25,2 miliardi di dollari (ufficialmente), sia alla ricerca di buoni affari di investimento da realizzare in Italia, visto che risulta avere già in mano uno studio approfondito sull'Italia fatto dal suo advisor Shanin Vallèe, che riguarda non soltanto gli aspetti finanziari ma anche quelli economici, industriali e di assetto politico del paese.

Inoltre Soros non solo opera a titolo personale o con la propria struttura, ma risulta anche fondatore del fondo "Quantum Group of Funds" e, soprattutto, advisor di "Blackrock", uno dei colossi dell'investimento made in Usa, particolarmente esposto sull'Italia, che possiede di partecipazioni per quasi 2 miliardi nel sistema bancario come anche nelle società quotate sul listino principale, a partire da Eni, Enel, Generali, Telecom Italia, Mediaset e così via. Soros potrebbe essere stato interpellato da Gentiloni e da Carlo Calenda per quelle svendite del patrimonio pubblico che consentirebbero al Governo di fare un po' di cassa per ridurre il debito e rientrare nei parametri richiesti da Bruxelles. Una ipotesi molto probabile, secondo vari osservatori.

D'altra parte si sapeva che, prima o poi, con il ricatto del debito e del declassamento del rating, l'Italia dovrà cedere almeno qualcuno dei suoi "gioielli" rimasti, che sia l'ENI, l'Enel, le Poste Spa, la Telecom o altro. Questo prima di arrivare a parcellizzare anche le isole, le coste e parte del territorio italiano per ripagare il debito.

Territorio italiano sul quale stanno sbarcando centinaia di migliaia di migranti provenienti dalla Libia ed in buona parte trasportati sulle navi delle ONG di proprietà di Soros. Questo non può essere trascurato e sicuramente sarà al centro dei colloqui di Soros con il Governo Gentiloni che avrà cura di ringraziare Soros per la sua "preziosa" collaborazione nell'invio di tante importanti "risorse" che avranno il compito di ripopolare l'Italia, rialzare il tasso demografico del paese, pagare le pensioni agli anziani e omologare l'assetto sociale secondo le direttive delle centrali di potere sovranazionale a cui Soros è strettamente collegato.

A questo proposito possiamo immaginare che il Governo Gentiloni assicurerà a Soros tutta la collaborazione e prometterà, tramite il Ministero della Giustizia, il prossimo trasferimento del fastidioso magistrato, capo della Procura di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha osato metter in dubbio l'operato delle ONG di Soros e creato qualche intralcio alla "meritevole" attività di invasione migratoria che le ONG stanno così efficacemente svolgendo. Un trasferimento in Sardegna o un collocamento in pensione anticipata al dr. Zuccaro, possono essere i sistemi per neutralizzare il magistrato impiccione.

Se poi ci dovessero essere altri intralci a questo piano di invasione programmato da Soros e dalle centrali di potere transnazionali, allora ci sono altri metodi già sperimentati che consentono di eliminare gli elementi dissidenti (stesse attento Salvini e gli altri come lui).

Quindi ricapitolando, la visita di Soros ha molteplici obiettivi:
    1) assicurarsi del buon funzionamento del piano di invasione migratoria programmato sull'Italia,

    2) verificare possibilità di investimenti profittevoli (esentasse) da parte dei fondi finanziari di proprietà di Soros,

    3) articolare un "report" sulla situazione delle banche italiane e dei debiti irrecuperabili per valutare se acquisire alcuna delle banche più esposte, magari con pochi spiccioli (sembra che i Governo stia perorando la causa del Monte de Paschi di Siena).
Questi ed altri motivi hanno consigliato al premier Gentiloni di non dare troppa pubblicità alla visita del magnate/filantropo ed inoltre Gentiloni si riserva, nel caso qualche trattativa con i fondi di Soros andasse in porto, di dare lui per primo la buona notizia, cosa che servirebbe anche a fortificare la sua posizione politica di fronte ad un Matteo Renzi che già, come dicono voci di corridoio, avrebbe inviato strani messaggi al premier, del tipo "stai sereno" Paolo.