Alternativa per la
Germania, il partito ascrivibile al populismo tedesco, è dato dagli ultimi sondaggi attorno al 12%dei consensi. Nato nel febbraio 2013 per mano di
Bernd Lucke, professore di macroeconomia dell'università di Amburgo, ottenne alle prime elezioni federali in cui si presentò, quelle del 2013, il 4,7% dei consensi. La crescita, come si vede, è abbastanza esponenziale, minore rispetto ad altri fenomeni similari, ma comunque presente, un po' come tutti i populismi occidentali.
Il bacino di utenza di
Alternative für Deutchland, inoltre, sembrerebbe pescare nell'elettorato tradizionale di
Angela Merkel, visto il calo che oggi la
Cdu è costretta a registrare. Si sta concretizzando, infatti, la possibilità che a guidare il prossimo governo sia una coalizione formata da
Spd, Linke ed
Ecologisti, ponendo di fatto la parola fine al dominio del quadro politico tedesco della Merkel e del suo partito.
La competizione tra Cdu e Alternative für Deutchland, in fin dei conti, si svolge a destra ed è dal bacino degli elettori cattolici e tradizionalisti che potrebbe venir fuori un'inaspettata sorpresa. Nel Länder del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, peraltro, è già avvenuto un precedente significativo: la Cdu venne superata dagli euroscettici di Alternativa per la Germania durante le regionali del 2016. La Pomerania, tra l'altro, è sempre stata una regione molto favorevole alla Cancelliera Merkel. La Cdu, allora, arrivò a prendere il 19% per cento dei voti, venendo sorpassata dall'
Afd che invece prese il 20,8%.
Una manifestazione contro l’Afd: “Mantieni pulito l’ambiente”
La
questione degli immigrati, insomma, è entrata prepotentemente nel dibattito politico tedesco e le politiche della Merkel in materia sembrano aver lasciato il fianco scoperto, utile alla nascita di un ennesimo partito politico catalogabile nel sempre più ampio macro-insieme dei populismi europei. Da segnalare, per onore del vero, che la Merkel ha avuto spesso alti e bassi nelle elezioni intermedie per poi riprendersi alle politiche.
La leader dell'Afd è
Frauke Petry, nata a Dresda, nel 1975, ma cresciuta in Sassonia e trasferitasi assieme alla famiglia in Vestfalia. Laureata in farmacia, è stata sposata con il pastore tedesco Sven Petry, col quale ebbe quatto figli. Oggi, invece, si è risposata. Chiamata "Adolfina" dai suoi avversari, è riuscita a far sì che emergesse un partito considerabile di destra nella Germania contemporanea, formazione assente dallo scacchiere politico a causa e dai tempi della seconda guerra mondiale.
L'Afd originariamente dava priorità alla
questione monetaria: il fondatore voleva mettere in discussione l'
euro e l'appartenenza della Germania all'Ue. Le altre posizioni, genericamente, venivano descritte come liberali. Le prime adesioni, del resto, arrivano da settori principalmente legati alla sfera del dibattito culturale attorno alla moneta unica: intellettuali, manager e professori di economia.
Una manifestazione contro l’Afd
Nel tempo, però, l'Afd si è inserito all'interno della dialettica tra alto/basso, popolo/élite, populismi/establishment. Lo prova il fatto che l'Afd , sotto la guida di Frauke Petry, è riuscito ad entrare in
10 parlamenti regionali dei 16 complessivi. Tra le problematiche messe in evidenza da questo schieramento c'è certamente l'immigrazione e, nello specifico, una forte critica alla
numerosa presenza salafita in Germania.
Al fine di non restare ingabbiata solo nel consenso che contesta le politiche della Merkel sull'immigrazione, la Petry sta indirizzando l'Afd verso un tentativo di ampliamento del consenso, secondo le linee guida di un "partito del popolo". Il primo risultato che la Petry potrebbe conseguire è proprio quello di estendere il suo bacino di utenza tra gli elettori della Merkel, costringendo la Cdu all'opposizione.
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