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L'ex primo ministro britannico, Tony Blair, avrebbe dato il suo assenso a partecipare alla guerra in Iraq un anno prima dell'invasione del 2003, rivela un memo segreto della Casa Bianca. I documenti statunitensi ottenuti dal Daily Mail e pubblicati domenica sono parte del lotto di email dal server privato dell'ex Segretario di Stato, Hillary Clinton, che i giudici degli Stati Uniti hanno le hanno chiesto di rivelare. Tra le carte trapelate c'è un memo scritto nel marzo 2002 dall' ex Segretario di Stato americano Colin Powell per l'allora presidente George W. Bush, in cui dice: "Sull' Iraq, Blair sarà con noi nel caso in cui dovessero essere necessarie operazioni ... Egli è convinto su due punti: la minaccia è reale, e il successo contro Saddam produrrà successo regionale". Peccato che nel frattempo, Blair sosteneva che "questo è un problema che ci impone di considerare tutte le opzioni", e "non stiamo proponendo un'azione militare"

Il documento è stato scritto una settimana prima del famoso incontro tra Bush e Blair al ranch di Crawford in Texas, dove il premier inglese per la prima volta segnalò la sua disponibilità a sostenere l'azione militare in Iraq.

Bombshell memo shows Blair signed up for Iraq war a YEAR before the invasion http://t.co/Q8RjHZcX6I pic.twitter.com/QOcs385OHh
— Daily Mail U.K. (@DailyMailUK) 17 Ottobre 2015


Nella nota dal titolo "Secret ... Memorandum for The President" Powell ha anche detto che "il Regno Unito seguirà il nostro esempio in Medio Oriente. Cinque mesi dopo l'incontro al ranch di Crawford, il governo britannico ha pubblicato un dossier sulle presunte armi di distruzione di massa, sostenendo che Saddam Hussein possedeva armi chimiche e biologiche e aveva anche un programma di armi nucleari. Questo dossier è stato uno dei motivi che ha portto all'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e in seguito tutte le accuse sono state dimostrate essere false.

I documenti appena divulgati rivelano anche che Blair ha accettato di agire come il PR di fatto dii Bush e convincere i legislatori scettici e l'opinione pubblica che l'Iraq rappresentava una vera e imminente minaccia. In cambio, Blair voleva che gli Stati Uniti trattassero il Regno Unito come un partner alla pari in una "relazione speciale" con l'obiettivo di aumentare il suo sostegno tra la popolazione. In uno dei documenti, Powel ha scritto a Bush che Blair voleva ridurre al minimo "il prezzo politico" di unirsi agli Stati Uniti nella campagna irachena, aggiungendo che gli elettori del PM "avrebbero cercato i segni che la Gran Bretagna e l'America sono veramente partner alla pari."

Le nuove rivelazioni hanno suscitato un'ondata di critiche delle azioni di Tony Blair tra i politici britannici.

"Le note dimostrano in termini espliciti quello che molti di noi hanno creduto tutti insieme: Tony Blair ha effettivamente accettato di agire come un frontman per la politica estera americana prima di qualsiasi decisione da parte della Camera dei Comuni o del Gabinetto britannico", ha commentato il conservatore David Davis, citato dal Daily Mail.

"Era felice di riciclare la politica di Bush in Iraq e subappaltare la politica estera britannica ad un altro paese senza avere la possibilità remota di avere una reale influenza su di esso ... ", ha aggiunto.

L'ex primo ministro scozzese, Alex Salmond, ha detto che "le prove contro Blair si stanno accumulando" e la "il cerchio si sta chiudendo attorno a lui, riporta il Guardian.
"La nota contraddice le parole di Blair che sostiene che in tutto quel tempo era stato alla ricerca di modi diplomatici per evitare un'invasione. Si aggiunga anche il peso delle prove fornite da Sir Christopher Meyer, ex ambasciatore britannico negli Stati Uniti - per l'indagine Chilcot - che dimostrano come il calendario militare e la preparazione per l'invasione avevano la precedenza su qualsiasi diplomazia e in particolare sul calendario per gli ispettori guidati da Hans Blix, ", ha detto Salmond.
"L'invasione illegale dell'Iraq è stata inequivocabilmente dimostrata essere basata su una frode e un inganno enorme crato da Tony Blair e l'allora governo britannico laburista," ha detto, come citato da Mail.
I documenti appena divulgati potrebbero potenzialmente portare a richieste di riaprire l'inchiesta sulle circostanze dell'invasione dell'Iraq, anche se il presidente della commissione d'inchiesta, Sir John Chilcot ha recentemente annunciato che era pronto a pubblicare una relazione finale. Allo stesso tempo, continua adevitare di annunciare una data precisa pubblicazione.

Il mese scorso, Chilcot ha detto che si sarebbe consultato con il primo ministro David Cameron al fine di fissare un calendario per la pubblicazione.
Nel frattempo, i parenti dei soldati britannici che hanno perso la vita in Iraq minacciano di presentare una denuncia legale se il rapporto non veàà pubblicato entro dicembre, riferisce la BBC. Il Regno Unito ha partecipato alla coalizione guidata dagli Usa che ha invaso l'Iraq nel 2003 senza un mandato delle Nazioni Unite sulla premessa che avrebbero trovato armi di distruzione di massa, anche se tali armi non sono mai state rinvenute. L'invasione e la successiva occupazione sono costate la vita a più di mezzo milione di iracheni solo tra il 2003 e il 2011 e a 179 soldati britannici.