grana padano

Da Desenzano del Garda a Washington per mettere fine alle sanzioni a danno della Russia. È il viaggio compiuto da un ambasciatore molto speciale del made in Italy: una forma di Grana Padano.


A prendere l'iniziativa, è stato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano. "Abbiamo inviato una forma di Grana Padano come grimaldello per scardinare l'embargo fortemente voluto dagli Stati Uniti nei confronti della Russia", spiega Berni. Il prodotto DOP più consumato del mondo con una produzione di oltre 4 milioni e 800mila forme annue, è stato fortemente danneggiato dalle sanzioni fortemente volute da Obama e soci a cui Putin ha risposto con l'embargo sui prodotti agroalimentari dell'Unione Europea.

La distensione dei rapporti con la Russia, promessa da Trump in campagna elettorale, potrebbe avere grossi benefici commerciali anche per l'Italia.

"La nostra iniziativa, oltre a essere un augurio in vista di questa importantissima avventura", aggiunge Stefano Berni, "vuole diventare un motivo di riflessione per eliminare barriere che stanno producendo gravi danni economici a chi, in Italia e nel resto d'Europa, esportava i propri prodotti in Russia. Nel nostro caso specifico stiamo parlando di circa 50 mila forme all'anno, per un valore economico al consumo di oltre 40 milioni di euro".

"Proprio perché siamo il prodotto DOP più consumato del mondo", conclude il direttore Berni, "riteniamo giusto diventare interpreti di chi, come noi, è ambasciatore del made in Italy di qualità a livello internazionale e subisce ripercussioni importanti dallo stop dell'export con la Russia".

Un plauso all'iniziativa del Consorzio Grana Padano è giunto da Viviana Beccalossi, assessore regionale lombardo al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana.

"L'azione del Grana Padano, prosegue Viviana Beccalossi, non solo è utile, ma necessaria. I danni economici causati da provvedimenti di questo genere sono infatti gravissimi e spesso irreparabili".

"Ci auguriamo dunque", conclude Viana Beccalossi, "che Trump, oltre ad apprezzare la bontà di un prodotto unico nel suo genere, faccia il possibile per porre fine a questa situazione".

Da uno studio della Cgia di Mestre del marzo scorso, è emerso che le sanzioni economiche introdotte nel 2014 nei confronti della Russia e le relative misure protezionistiche di Mosca sono costate al sistema del made in Italy 3,6 miliardi di euro, 1,18 dei quali a danno della Lombardia.