L'Atlante di Save the Children fotografa una situazione drammatica: per la povertà sempre più piccoli vivono in abitazioni senza riscaldamento, mangiano male, non fanno sport e cresce l'abbandono scolastico. L'appello di papa Francesco perchè vengano difesi i loro diritti mentre lo Stato spende per il minori la metà delle altre nazioni europee. I ragazzini? Sognano i Super Eroi per cambiare il mondo.

Poverty
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ROMA.
L'Italia non è un paese per bambini. E lo è ogni anno di meno: qui un minore su 3 è a rischio di povertà ed esclusione sociale. E un rapporto Eurostat quantifica questa allarmante percentuale: sono 3 milioni e mezzo. E ancora: i figli di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d'inverno perché vivono in case non riscaldate, umide, mentre 1 ragazzino su dieci abita in luoghi non abbastanza luminosi. I ragazzi con problemi economici vanno meno a scuola e abbandono più spesso gli studi, fanno meno sport e si ammalano di più. E la cosa più grave è che rispetto agli altri paesi europei lo Stato spende molto meno per il loro futuro. Siamo agli ultimi posti, prima solo di Romania a Grecia.

A fotografare la situazione di un paese in crisi economica dove le famiglie in difficoltà sono triplicate negli ultimi dieci anni, è il 7 Atlante dell'Infanzia a rischio di Save the children, a cura di Giulio Cederna e con gli scatti di Riccardo Venturi, che da quest'anno viene pubblicato da Treccani ed è stato presentato questa mattina.

Papa Francesco e i diritti dei bambini. E proprio ieri da papa Francesco ha parlato dei più piccoli, dei loro diritti troppo spesso traditi: "Faccio appello alla coscienza di tutti, istituzioni e famiglie, affinché i bambini siano sempre protetti e il loro benessere venga tutelato, perché non cadano mai in forme di schiavitù, reclutamento in gruppi armati e maltrattamenti. Auspico che la comunità internazionale possa vigilare sulla loro vita, garantendo ad ogni bambino e bambina il diritto alla scuola e all'educazione, perché la loro crescita sia serena e guardino con fiducia al futuro" ha detto in vista di domenica prossima quando si celebrerà la Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

La ricerca di Save the Children. Ma guardiamo nel dettaglio cosa succede da Milano a Palermo secondo i dati raccolti dalla Onlus che lavora nel mondo da quasi cent'anni in difesa dei più piccoli. Nelle nostre case 1 bambino su 20 non possiede giochi per passare il tempo o da usare all'aria aperta, mentre più di 1 su 10 non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici. E la situazione non migliora per quanto riguarda quello che è sempre stato considerato come un ascensore sociale: la scuola, l'istruzione. La percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che si fermano alla licenza media, tocca infatti il 14,7%, mentre 1 alunno di 15 anni su 4 non raggiunge le competenze minime in matematica e 1 su 5 in lettura. 6 bambini e ragazzi su 10 i cui genitori hanno un titolo di studio basso sono a rischio di povertà ed esclusione sociale.

"L'infanzia è un tesoro e va difeso e protetto ad ogni costo: per far questo occorre conoscerlo, comprenderne i problemi e mappare in controluce ciò che si può e si deve fare per rimettere a posto le cose, come raccontano le pagine e le mappe del nostro Atlante", ha detto Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. Un tesoro sempre più piccolo in italia: il 2015 ha fatto registrare il record negativo di nati registrati all'anagrafe: 485.780 bambini.

Le conseguenze della povertà. I bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d'inverno perché i loro genitori non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la casa, rischiando così di contrarre bronchiti o malattie cardiovascolari. Un dato di ben 15 punti superiore alla media europea (39% contro 24,7%). Più di 1 minore su 4 abita in appartamenti umidi, con tracce di muffa alle pareti e soffitti che gocciolano, un dato più elevato della media europea (25,4% contro il 17,6%), mentre l'abitazione di oltre 1 bambino su 10 in famiglie a basso reddito non è sufficientemente luminosa. In Italia più di 1 bambino su 20 (tra 1 e 15 anni) non riceve un pasto proteico al giorno e non possiede giochi a casa o da usare all'aria aperta. Più del 13% dei bambini non ha uno spazio adeguato dove fare i compiti e non può permettersi di fare sport o corsi extrascolastici. Quasi 1 bambino su 10 non può indossare abiti nuovi o partecipare alle gite scolastiche e 1 bambino su 3 non sa cosa voglia dire trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa.

Sempre più bambini poveri al sud. Secondo dati Istat, oggi più di 1,1 milioni di minori vivono in povertà assoluta, una condizione che tra il 2005 e il 2015 ha visto triplicare la sua incidenza sulle famiglie con almeno un minore, passando dal 2,8% al 9,3%. La povertà assoluta è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno, dove colpisce più di una famiglia con bambini su 10 (10,9% contro l'8,6% di famiglie in povertà assoluta al Nord), mentre nelle regioni settentrionali questa condizione investe in modo particolare le famiglie immigrate, sono il 41% delle famiglie in povertà assoluta al Nord.

Il nostro Paese, del resto, presenta livelli di povertà minorili superiori alla media europea: quasi 1 minore di 17 anni su tre (32,1%) è a rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia, ben 4 punti e mezzo sopra la media europea (27,7%). Olanda e Germania, grazie a un sistema di welfare efficace, riescono ad esempio a contenere tale rischio sotto la soglia del 20%.

L'impatto della povertà sulla riuscita scolastica e sulla salute dei ragazzini. L'assenza di opportunità e stimoli ha forti ripercussioni anche sulla riuscita scolastica di bambini e ragazzi. In Italia 1 alunno di 15 anni su 4 non raggiunge le competenze minime in matematica e 1 su 5 in lettura. Nel nostro Paese, la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, supera la media europea (14,7% contro 11%) Livelli di abbandono preoccupanti nelle regioni del Sud, in particolare in Sicilia e Sardegna che superano la soglia del 20%.

Bambini SuperEroi. Dai laboratori fatti da Save the Children emerge che se i ragazzi potessero vestire i panni di veri e propri Supereroi, utilizzerebbero i loro SuperPoteri per dar voce ai propri bisogni. Tra i SuperEroi, c'è infatti chi propone di "clonare il materiale scolastico cosicché gli studenti non abbandonino la scuola" - sottolineando la scarsa dotazione didattica delle scuole -, chi vorrebbe il potere di "trasformare le materie a scuola e utilizzare metodi più concreti" per imparare e chi vorrebbe avere il potere di "manipolare la mente per rendere i prof più divertenti e fare in modo che capiscano cosa vogliamo". E, ancora,chi vorrebbe "manipolare il pensiero e la mentalità della gente per sconfiggere la camorra", chi vorrebbe il teletrasporto "per viaggiare senza problemi economici", chi vorrebbe poter vedere nel futuro "per combattere bulimia e ogni disturbo alimentare".