Immagine
Anche gli homeless hanno diritto ad avere un animale domestico. Parte da questa idea il successo di un'organizzazione non profit statunitense, la Pets of the homeless, che lavora da anni per permettere a chi non ha casa di tenere con sè un cane o un gatto, preziosi alleati per non perdere la dignità e alleviare la solitudine. La novità è che ora le istituzioni e i cittadini non ritengono più questa casua una stravaganza, ma iniziano ad aiutare l'organizzazione con donazioni in denaro e cibo per animali, in modo da permetterle di aiutare concretamente i cuccioli dei senza tetto. La Pets of the Homeless coordina oggi una rete di 260 soggetti pubblici e privati che contribuiscono al mantenimento degli animali, alle cure veterinarie gratuite, alle vaccinazioni e ai rifugi alle migliaia di cani e gatti i cui padroni non riuscirebbero da soli a garantire cibo e salute. Negli Stati Uniti ogni notte circa 580mila persone dormono fuori casa, ma si stima che almeno 3,5 milioni di persone facciano questa esperienza almeno una volta nella vita. Di queste, circa il 25 per cento possiede un animale domestico. Un bacino enorme.

Il problema, sottolinea l'associazione, è che la quasi totalità dei dormitori per homeless non accetta animali. I senza dimora quindi preferiscono dormire all'addiaccio, con i conseguenti rischi per la salute, pur di non abbandonare i loro amici a quattro zampe. «Il rapporto con gli animali è molto positivo per chi non ha casa», sostengono i responsabili di Pets of the Homeless. «Protegge il loro equilibrio mentale e permette loro di mantenere delle relazioni, spesso difficili con gli umani, ma che possono a volte scaturire proprio dal fatto di possedere un cucciolo». Per le donne senza dimora, inoltre, avere un cane può aumentare il senso di sicurezza e la protezione contro le aggressioni.

L'associazione si incarica quindi di sollevare gli homeless dalle spese che la cura di un animale comportano, e che possono essere calcolate in circa 7,5 dollari al giorno. Una bella cifra per chi non ha nulla. «Ho visto gente piangere disperatamente perchè costretta ad abbandonare il proprio animale che non poteva mantenere», testimonia la presidente dell'organizzazione, Genevieve Frederick. «E' una sofferenza che cerchiamo ogni giorno di evitare».