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© AFP 2015/ Tobias Schwarz

Il gruppo automobilistico tedesco perde fino al 22% a Francoforte dopo la diffusione della notizia sulla possibile maxi multa da 18 miliardi dagli USA. L'azienda ammette e ritira i diesel dal mercato americano.

Tonfo in Borsa per il gruppo Volkswagen a poche ore dallo scoppio dello scandalo dei test USA in materia di emissioni, "aggirati" secondo l'accusa grazie ad un software, presente nei motori diesel delle auto dell'azienda tedesca, in grado di far figurare emissioni inferiori a quelle realmente prodotte. Dopo una disastrosa apertura sulla piazza di Francoforte, il titolo ha continuato a scendere fino al meno 22% fatto registrare a metà mattinata.

La multa che le autorità americane potrebbero infliggere all'azienda tedesca è infatti, nella peggiore delle previsioni, di 18 miliardi di dollari. Una cifra che andrebbe a disintegrare il "record" detenuto dalla nipponica Toyota, chiamata a pagare 1,2 miliardi dollari nel 2010 a chiusura di un contenzioso su un difetto al pedale dell'acceleratore che costrinse l'azienda a decine di migliaia di richiami.



L'amministratore delegato di Volkswagen ha ammesso, con un comunicato diffuso domenica, l'esistenza del software incriminato nella centralina ammettendo così la manipolazione da parte dell'azienda.
"Sono profondamente dispiaciuto di aver tradito la fiducia dei consumatori — ha poi aggiunto Martin Winterkorn questa mattina — e faremo tutto il necessario per riparare il danno che la vicenda ha causato. Non tollereremo altre violazioni dei nostri regolamenti interni e della legge".