Putin e Lagarde
La guerra tra Russia e Ucraina continua senza sosta. In un crescendo di accuse per la situazione in Donbass, che rischia di esplodere nuovamente da un momento all'altro, il terreno dello scontro si è spostato sul rimborso del prestito da tre miliardi di dollari che Kiev deve a Mosca e che per il momento non pare voler rimborsare. «Potremmo anche prendere in considerazione questa ipotesi», ha detto qualche giorno fa il ministro delle Finanze ucraina, Natalia Yaresko, commentando la situazione.

Ieri, intanto, il presidente russo Vladimir Putin ha incaricato il ministero delle Finanze russo di citare in giudizio l'Ucraina in caso di mancato pagamento del debito. Secondo quanto riportato dalle agenzie russe, il leader del Cremlino, nel corso di un incontro con i membri del governo, tra i quali anche Anton Siluanov, ha definito «strano e non comprensibile» che Usa e Ue si siano rifiutati di fornire alla Russia garanzie sul debito ucraino «se sono così sicuri della solvibilità del paese». «A noi - gli ha fatto eco Siluanov - è arrivata una lettera del ministro delle Finanze Usa dove è scritto chiaramente che queste garanzie non possono essere date». Sul fatto che Kiev molto probabilmente rimarrà in una posizione di insolvenza, ne è certo anche Dmitri Medvedev. Il premier russo ha detto di aver il presentimento che «il governo ucraino non salderà il suo debito nei nostri confronti, perché è composto da imbroglioni. Noi sicuramente non tollereremo questo loro comportamento».

Ad avvalorare la tesi che vede Mosca rimanere con un pugno di cenere in mano, c'è anche la decisione del Fondo Monetario Internazionale di cambiare le proprie regole per dare una mano al governo di Kiev. L'organismo presieduto da Christine Lagarde ha deciso infatti di modificare una regola interna che avrebbe minacciato la continuazione del piano di aiuti economici all'Ucraina. Fino a ieri il Fondo non poteva garantire l'assistenza finanziaria a un Paese in default nei confronti di un altro Stato. Aspetto di non poco conto, che metteva a rischio l'Ucraina, Stato che attualmente sta beneficiando di un corposo piano di salvataggio di 17,5 miliardi dollari. Così il consiglio di amministrazione del FMI, secondo quanto riferito dal portavoce dell'organismo Gerry Rice, ha deciso di «cambiare la regola sul rifiuto di pagamenti arretrati a fronte di creditori ufficiali».

Le modalità e le clausole della modifica non sono state svelate e saranno precisate solo nei prossimi giorni. Questo nel tentativo di far sgonfiare le polemiche innescata dalle leadership russa. Il FMI sostiene che il dibattito su questa regola era in corso già dal 2013, ossia prima che scoppiasse la crisi in Ucraina, mentre Mosca è quasi certa che sia stata pensata e approvata solo ed esclusivamente in seguito alle pressioni dell'amministrazione Obama. «Questa decisione - ha commentato Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin - può creare un precedente molto pericoloso. D'ora in avanti molti Stati vorranno usare questa clausola presa appositamente per l'Ucraina».