prof Luciano Vasapollo

Intervista al Prof. Vasapollo: "L'atteggiamento autoritario di Minniti e del Pd apre una nuova pagina delle relazioni istituzionali per una grande forza sociale di questo paese che è l'USB"


Come AntiDiplomatico vi abbiamo riportato diverse testimonianze delle ragioni dello sciopero di oggi. Ve le riproponiamo tutte in questo testo (ne seguiranno altre nella giornata di oggi), insieme all'intervista che il Prof. Vasapollo (Cestes, Usb) ci ha rilasciato davanti il Ministero dell'economia questa mattina.









Com'è andata la giornata di oggi? Siete soddisfatti?

E' stato un successo enorme. Oggi è stata una giornata di lotta importante. In tutta Italia Usb e altri sindacati confederali hanno scioperato per il diritto al lavoro e su parole chiavi chiare: contro il Jobs Act di questo governo che risponde agli interessi delle borghesie transnazionali contro gli interessi dei lavoratori. Contro la Legge Fornero e il decreto Minniti che reprime ogni forma di dissenso sociale.

Il corteo che doveva arrivare al Ministero dello sviluppo non è stato poi autorizzato. Cosa è successo?

Questa è l'ennesima dimostrazione di democrazia del governo Gentiloni con Minniti Ministro degli Interni. Da 50 anni organizzo manifestazioni, ma una cosa del genere non mi era mai successa. Avevamo l'accordo con la questura per il corteo dal Ministero dell'economia al Ministero dello sviluppo, ma all'ultimo momento ci è stato negato. La scusa avanzata ha dell'incredibile. Ci hanno detto che il numero dei manifestanti era inferiore alle previsioni. Siamo al ridicolo.

Un fatto grave a cui darete risposta?

Certamente. Siamo un sindacato serio e responsabile. E non abbiamo forzato la mano con un corteo prima autorizzato e poi negato. Ma l'atteggiamento autoritario di Minniti e del Pd apre una nuova pagina delle relazioni istituzionali per una grande forza sociale di questo paese che è l'USB. Tutti devono sapere che cosa è il Pd oggi. Che cosa sia questo governo oggi. E' la testimonianza di come nel paese oggi esista una democrazia reale, popolare e di partecipazione, quella dei lavoratori che subiscono un massacro sociale quotidiano e si ribellano. E, dall'altra parte una democrazia rappresentativa. Rappresentativa delle multinazionali e degli interessi delle corporazioni finanziarie imposte attraverso l'Unione Europea. Avviene lo stesso a livello internazionale.

Cioè?

Prendete il caso di Cuba e Venezuela. Due paesi in cui vide la democrazia popolare e i cui governi lavorano per la pace e la cooperazione solidale tra i popoli. Loro sono le dittature. Le democrazie sono quelle europee e gli Stati Uniti che massacrano lavoratori e sfruttati, uccidendo migliaia e migliaia di persone in giro per il mondo con le loro guerre giuste. E loro sono le democrazie. Questo si deve al regime mediatico in cui viviamo.

I media che infatti hanno censurato le ragioni dello sciopero e non hanno degnato una sola riga sulla manifestazione di domani...

La loro censura è un motivo di vanto: significa che la strada è giusta. Loro sono parte del problema dei nostri tempi. Anzi sono il Problema. E per questo lo slogan della manifestazione di domani sarà "Obiettivo verità". Ci vediamo domani alle 14 da Piazza Vittoria per la grande manifestazione nazionale indetta da Eurostop.

Che giornata sarà?

Sarà una giornata fondamentale contro le politiche dell'Unione Europea, per l'uscita dalla Nato e contro il massacro sociale della Torika. Qui dobbiamo intenderci con tutti quelli che a parole si riempiono la bocca di cambiamento, insostenibilità e bla bla bla. Basta parole, il paese è stufo di inutili slogan. Noi porteremo la verità nelle strade di Roma domani nel senso che diremo con forza che l'unico cambiamento possibile è quello che preveda la rottura con la Troika del male, Ue, euro e Nato. Solo così sarà possibile un cambiamento. E per farlo deve tornare al centro la lotta di classe tra il lavoro (le migliaia e migliaia di sfruttati) e il capitale (oggi principalmente internazionale e rappresentato da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale). Chi parla di cambiamento ma poi non mette in discussione euro e Unione Europea e ancora vi parla di riforme è allo stesso livello del PD.