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A Parigi giovedì è stata disposta la chiusura dell'ennesima moschea, considerata dalle autorità "un vecchio covo dell'islam radicale", frequentato da persone con "l'intento di preparare attacchi terroristici". Ma, mentre la capitale francese rimane sotto l'ombra del terrorismo, il sindaco della Ville Lumière, Anne Hidalgo, si dedica all'opposizione ai bus anti-gender che in questi giorni sfilano in città.


Il Consiglio comunale di Parigi ha infatti dichiarato che gli autobus di CitizienGo diffondono "slogan chiaramente omofobi", anche se sui pullman ci sarebbe stampata la semplice scritta "La mia identità non è un gioco".

L'organizzazione CitizenGo, che ha base a Madrid ed è legata all'associazione cattolica francese La Manif pour tous, sostiene che la scuola francese insegni teorie nocive, che puntano a diluire le differenze tra i sessi e sulla sessualità. Ma secondo il municipio della capitale francese, invece, definire il matrimonio come l'unione tra uomo e donna è alla base di "una visione oscurantista della società".

La campagna dell'organizzazione cattolica è partita in Spagna l'anno scorso, ed è poi stata replicata negli Stati Uniti, in quasi tutto il Sud America, In Germania e in Italia. Lo scopo, secondo quanto riportato a Gli Occhi della Guerra dal responsabile di CitizenGo Italia, Filippo Savarese, "è quello di chiedere una libertà educativa", e le "accuse di omofobia non hanno nulla a che fare con la nostra iniziativa".

A Bologna le tensioni non sono mancate. "Il nostro pullman portava la scritta 'I bambini sono maschi, le bambine sono femmine', ritrovarsi circondati dalla polizia tra volanti e camioncini e rischiare di essere assaliti dai manifestanti per il fatto di diffondere questo semplice messaggio è esagerato", ha aggiunto Savarese.

Inoltre,"le accuse di violenza, discriminazione e omofobia che continuiamo a ricevere sono infondate. Innanzitutto vanno contro la nostra libertà di pensiero, ma poi sono delle vere e proprie falsità: noi non discriminiamo nessuno. Ma una donna che è nata donna ha il diritto di sentirsi diversa da una donna che è nata uomo."

In Francia il fenomeno gender è iniziato molto prima che in Italia. Le manifestazioni della Manif pour tous iniziarono a farsi sentire già dal 2013, in seguito all'inserimento di corsi scolastici sulla sessualità volti alla ricostruzione degli stereotipi classici. Si è così iniziato a raccontare a ragazzi in età pre adolescenziale che si può scegliere l'identità sessuale, che è normale avere dubbi sulla propria, e che si può, in questo caso, intraprendere i passi per la transizione all'altro sesso.

"Vedremo come andrà in Francia in questi giorni - ha aggiunto il responsabile di CitizenGo Italia - ma sicuramente le proteste non marcheranno nemmeno lì".