Diego Sabbi
© lastampa.itDiego Sabbi è medico di base dello studio 3 Valli di Arquata Scrivia

In un mondo sempre più spietato, intollerante e cinico personaggi come un medico di base di Alessandria che ha raccontato la sua storia a "La Stampa", lanciano un vero e proprio raggio di sole nell'oscurità. Il medico si è messo a disposizione per curare persone senza documenti e irregolari in ottemperanza alla propria coscienza.


Ogni tanto arriva anche qualche bella storia in una Italia sempre più contrassegnata dalla xenofobia, dagli odi, dalla diffidenza e dal cinismo. In un paese sempre più individualista un semplice gesto di altruismo è un atto rivoluzionario. D.S. , medico di base di uno studio in provincia di Alessandria ha deciso da almeno un mese di aprire le porte del suo ambulatorio a chiunque, anche ai clandestini e agli stranieri irregolari, dei veri e propri fantasmi in quanto per le autorità non esistono. Anche per questo il medico ha deciso di aprire ogni mercoledì sera le porte della sua clinica mettendosi a disposizione di queste persone. Il medico di base ha rilasciato una bella intervista a La Stampa nella quale ha esposto i motivi della sua scelta e a noi ha molto colpito il suo riferimento alla propria coscienza.

In un mondo in cui l'unica cosa che conta è il profitto un gesto molto semplice come quello del medico alessandrino rappresenta un gesto rivoluzionario, e la sua promessa di voler visitare chiunque ne abbia necessità, nella sua semplicità, rappresenta un esempio paradigmatico di quanto poco ci vorrebbe a fare del bene, se solo lo si volesse. "C'è una realtà sommersa di persone che necessitano di cure molto più degli italiani per la condizione in cui vivono, ma che, per timore, difficilmente escono allo scoperto", ha detto S. al quotidiano torinese, mettendo quindi in luce un problema molto netto, ovvero quello della realtà di persone che hanno bisogno di cure ma che non possono farsi vedere per paura delle ripercussioni. S. comunque ha fatto sapere di voler scrivere alla Caritas, al Banco alimentare e ad altre associazioni benefiche per mappare eventuali clandestini ammalati o bisognosi di cure nel territorio dell'alessandrino. Non solo, S. si è anche detto pronto a spendere di tasca propria per anticipare delle somme per acquistare medicinali, la speranza è che le autorità non lo lascino solo, o peggio non lo multino. Di questi tempi non ci si potrebbe nemmeno sorprendere.