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Mentre la Russia europea si prepara alla discesa della prima vera ondata di freddo della stagione, che causerà nevicate fino a quote prossime la pianura
, dall'Atlantico occidentale cominciano ad affacciarsi quel che rimane dell'uragano "Joaquin". Il ciclone tropicale che oltre a causare drammatiche alluvioni fra South e North Caroline (per piogge torrenziali prodotte dal flusso di umidità tropicale dell'uragano) si è reso protagonista dell'affondamento di una grossa nave cargo che navigava poco a nord delle Bahamas (troppo vicino all'occhio di "Joaquin"). Fra meno di 48 ore questo uragano, continuando a muoversi verso nord-est, comincerà a comparire all'interno dei pannelli dei vari modelli matematici che prendono in esame l'area euro-atlantica.

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Come abbiamo già avuto modo di anticiparvi nei precedenti articoli il ciclone tropicale salendo l'Atlantico occidentale comincerà a scorrere su acque superficiali sempre meno calde, intraprendendo un tipo di traiettoria, verso nord-est che spingerà la tempesta in mezzo all'Atlantico settentrionale, dopo che quest'ultima verrà prontamente agganciata dal flusso perturbato principale delle medie latitudini, piuttosto ondulato in questo periodo, che esce dal Canada orientale e dal nord degli USA. Come accade con tutti gli uragani e le tempeste tropicali che risalgono l'East Coast degli USA anche in questo caso i resti di "Joaquin", dopo aver superato i 36° - 37° di latitudine, inizieranno a perdere gran parte delle loro caratteristiche tropicali ("barotropicità"), nel corso della giornata di domani. Una volta agganciati dalle intense "Westerlies" in uscita dal nord degli States questa profonda depressione, che dovrebbe cominciare ad assumere caratteristiche più sub-tropicali (insomma un ciclone "ibrido"), si spingerà verso l'Atlantico settentrionale, sopra acque superficiali decisamente più fredde che inibiranno la convezione all'interno del nucleo centrale della struttura.

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Con molta probabilità, come indicato dal modello inglese (uno dei più affidabili per quel che riguarda la traiettoria degli ex uragani atlantici), "Joaquin" già entro il tardo pomeriggio di domani, giungendo sopra i 40° di latitudine nord e i 39° di longitudine ovest, dovrebbe cominciare a perdere le caratteristiche di ciclone tropicale (anello di convezione attorno l'occhio centrale e "barotropicità") assumendo più la tipica forma di un profondo ciclone dalle caratteristiche sub-tropicali, con una fascia di convezione molto blanda attiva solo su un quadrante della circolazione depressionaria, ben identificata dalla profondità del minimo barico nei bassi strati (UKMO stima un minimo di ben 960 hpa). Dall'analisi del modello statunitense GFS invece si nota come i resti di "Joaquin", pur raggiungendo i 40° di latitudine nord, la stessa latitudine delle regioni meridionali italiane, presenti un "warm core" alla quota di 500 hpa che evidenzia la differente struttura dell'uragano rispetto ai tipici cicloni extratropicali del nord Atlantico e del Mediterraneo. Segno inequivocabile anche della presenza di una certa quantità di vapore acqueo tropicale, lo stesso vapore aspirato pochi giorni prima nel tratto di oceano a nord delle Bahamas.

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Vapore acqueo tropicale che continuerà, seppur in maniera effimera, a supportare una spiccata attività convettiva anche durante il passaggio del ciclone sopra le ormai fredde acque superficiali dell'Atlantico settentrionale. Da giovedì i resti di "Joaquin", spostandosi fra i 44° nord e i 30° di longitudine ovest (sempre più vicino alle coste europee), dovrebbero definitivamente evolvere in un profondo ciclone dalle caratteristiche extratropicali, con un minimo barico sui 978 hpa e un elevato "gradiente barico" molto ristretto, che punterà in direzione dell'Irlanda. Entro il weekend pero a contatto con le masse d'aria fredde polari marittime che dall'Islanda scivolano in mezzo all'Atlantico settentrionale, esso assumerà tutte le caratteristiche tipiche di un ciclone dalle caratteristiche extratropicale, con tanto di sistema "baroclino" e un intenso "gradiente barico orizzontale" (ereditato dallo status di uragano) ormai molto ristretto.

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Anche se con molta probabilità questa depressione, figlia dei resti dell'ex uragano, ancor prima di avvicinarsi domenica mattina alle coste sud-occidentali dell'Irlanda verranno definitivamente assorbiti dalla saccatura facente capo alla depressione d'Islanda, il ciclone, ormai extratropicale, rischia di causare una severa ondata di maltempo su buona parte del territorio irlandese, con venti forti dai quadranti meridionali e forti piogge che potrebbero provocare allagamenti.