Il complesso megalitico di Stonehenge, datato 2800-1500 a.C. Ora nuove scoperte inducono a ritenere che sia molto più antico.
© Jason Hawkes/Corbis
Un'importante scoperta archeologica: i resti di un vasto sito neolitico con 90 monoliti sepolti e disposti a forma di arena sono stati individuati dai radar a meno di 3 km da Stonehenge. Gli aggiornamenti su un lavoro durato 5 anni (di cui vi avevamo già scritto).

Gli scienziati dello Stonehenge Hidden Landscaped Project hanno annunciato di aver individuato, a meno di 3 km da Stonehenge, i resti di 90 monoliti sepolti sotto l'erba, alcuni dei quali dovevano essere originariamente alti 4,5 m. Le strutture che risalgono forse a 4600 anni fa, si troverebbero sotto al complesso di Durrington Walls, e compongono una sorta di arena a forma di "C".

Un rendering della configurazione del nuovo sito neolitico trovato a poca distanza da Stonehenge.
© Ludwig Boltzmann Institute for Archaeological Prospection & Virtual Archaeology
I megaliti sono stati individuati con avanzate tecniche di scansione radar del sottosuolo ma non disseppelliti. Una trentina sarebbe ancora intatta ma rovesciata, mentre degli altri si conserverebbero solo i frammenti. Secondo gli scienziati del team, potrebbe trattarsi di un vasto sito neolitico complementare a quello di Stonehenge, ma c'è anche chi pensa che tra i due luoghi non ci siano collegamenti.

La scoperta è stata fatta all'interno di un progetto di scavi e analisi che va avanti da 5 anni e di cui vi avevamo aggiornato circa un anno fa, il 10 settmbre 2014.

Il sito neolitico di Stonehenge non finisce mai di sorprendere. Grazie all'utilizzo di tecnologie all'avanguardia in grado di scandagliare il terreno sono stati scoperti 17 nuovi monumenti nascosti sotto i sedimenti: in un'area di circa 10 chilometri quadrati, a poca distanza dal famoso cerchio di megaliti, gli studiosi dell'Università di Birmingham e dell'austrico Ludwig Boltzmann Institute for Archaeological Prospection and Virtual Archaeology hanno trovato e mappato canali, luoghi di sepoltura, fossati, cumuli artificiali, scavi e segni di antiche costruzioni.

ARCHEOLOGIA HIGH-TECH.

Per il progetto Stonehenge Hidden Landscaped Project, iniziato nel 2010, gli archeologi non sono scesi in campo con picconi e vanghe ma hanno utilizzato metodi innovati per l'archeologia, capaci di "vedere" anche a tre metri di profondità: georadar (GPR, da ground penetrating radar) per esaminare il sottosuolo e magnetometri per rilevare anomalie del campo magnetico terrestre causate dalla presenza di strutture artificiali. Dopo la ricerca sul campo, tutti i dati sono stati interpretati da software e trasformati in una mappa 3D, la più accurata finora realizzata.

Immagine
© Ludwig Boltzmann Institute
SEMPRE PIÙ COMPLESSO.

Che il sito di Stonehenge, patrimonio dell'umanità dell'Unesco dal 1986, fosse più articolato del solo monumento circolare e presentasse altre strutture correlate, era noto, ma gli scienziati non di aspettavano una così grande quantità di altre testimonianze antropiche e di approfondimenti su quelle già note. Per esempio, sotto uno dei numerosi tumuli è stata rilevata una costruzione di legno lunga 33 metri e larga 7, vecchia di 6.000 anni, forse usata per i riti di sepoltura. Anche il cursus, una distesa di cumuli e fossati, che a Stonehenge misura 3 chilometri di lunghezza e 100 metri di larghezza, ha riservato novità: è stata infatti trovata un'apertura che, secondo gli archeologi, veniva usata come porta per accedere ai monumenti. E a Durrington Walls, altro luogo appartenente al sito inglese, sono stati individuati 60 buchi, ora coperti, nei quali forse erano inseriti dei megaliti. Ancora una volta Stonehenge rinnova e alimenta il suo fascino.