Trump thumbs up
L'ultimo rapporto della CIA che coinvolge la Russia nella fughe di notizie di DNC e Podesta non si basa su alcuna prova evidente. Arrivato poche settimane prima dell'inaugurazione alla presidenza di Donald Trump, si tratta di una ulteriore e dannosa intromissione da parte della comunità di intelligence statunitense nel processo politico del paese.

Alla luce delle odierne accuse della CIA, che vengono assiduamente divulgate in forma anonima ai media dagli ufficiali dell'amministrazione Obama, che la Russia abbia materialmente assistito Donald Trump nel vincere le elezioni presidenziali USA, ripeterò in questa sede qualcosa che ho scritto il 31 ottobre 2016.

Notate che il pezzo era stato scritto una settimana prima delle elezioni presidenziali, e che il titolo dell'articolo era "Hillary Clinton ha appena messo una bomba sotto la Democrazia Americana"
"Di gran lunga la cosa più irresponsabile e dannosa, Hillary Clinton è andata avanti su questa linea per accusare una potenza straniera - Russia - di interferenze con le elezioni proprio per non vincerle lei stessa, imponendo così Donald Trump al popolo americano.

Affermazione irresponsabile e dannosa a molteplici livelli a tal punto che non si sa nemmeno da dove cominciare.

Per prima cosa, è falso. Non ci sono prove che Donald Trump sia un agente russo o che abbia delle particolari connessioni con la Russia, o che la Russia lo sostenga a certi livelli. Tutte le "prove" citate per dimostrarlo - dall'errata citazione di un singolo commento di Putin fino alle dicerie sui presunti business tra Trump e la Russia - si sono dimostrate essere così poco convincenti che persino Hillary Clinton ad un certo punto ha smesso di parlarne.

Secondo, è un deliberato inquinamento del sistema politico statunitense l'utilizzare delle agenzie governative per diramare una storia falsa.

Già in precedenza avevo esternato forti dubbi che la Russia fosse dietro alla fuga di notizie su DNC e Podesta. Ed ora Craig Murray - un ex ambasciatore britannico il quale (a differenza da me) è un amico personale di Julian Assange - se n'è uscito fuori dicendo che è sicuro al 100% come fatto riprovato che la Russia non c'entra niente con la fuga di notizie (vedi qui).

Craig Murray è unn uomo di comprovata integrità che in veste di diplomatico di esperienza ha operato spesso con materiale di intelligence classificato e che quindi sa come separare un fatto da una finzione. Se dice di essere a conoscenza al 100% che la Russia non è responsabile per le fughe di notizie su DNC e Podesta, considerando poi le fonti in suo possesso, il tutto è abbastanza per quanto mi riguarda, come dovrebbe essere per qualsiasi persona ragionevole.

Questo significa che la recente dichiarazione ad opera dell'intelligence USA che la Russia è dietro alla fuga di notizie non è falsa. Ho discusso in precedenza il linguaggio profondamente manipolativo utilizzato in questa dichiarazione, che difatti prova che l'intelligence USA non è in possesso di prove per sostanziare quello che dice.

Ho anche messo in evidenza che è un fatto che non ha precedenti questa maniera di interferire da parte dell'intelligence USA durante le elezioni presidenziali.

Ora che abbiamo la conferma di Craig Murray che la responsabilità russa non esiste, possiamo giudicare molto più chiaramente quanto profondamente disonesto sia questo documento.

La domanda più rilevante è cosa abbia persuaso l'intelligence USA a fare una tale dichiarazione? Basandoci su tutto quello che sappiamo, il sospetto ricade su Hillary Clinton e la sua campagna presidenziale, quasi certamente con l'aiuto di ufficiali in capo dell'amministrazione Obama che hanno in qualche modo persuaso l'intelligence a rilasciare questa dichiarazione per favorire le sua campagna.

Se così fosse allora bisogna dire chiaramente che utilizzare i servizi di intelligence nazionali per diffondere una storia falsa per sconfiggere un avversario politico in un'elezione democratica è una mossa di gran lunga peggiore dell'intero operato di Richard Nixon, sia durante la campagna del 1972 che in ogni altro frangente della sua carriera.

In terzo luogo, queste false dichiarazioni sulla Russia stanno corrompendo un dibattito pubblico, rendendo completamente impossibile una corretta discussione sulle vitali relazioni tra USA e Russia - una superpotenza nucleare.

Il risultato è che la posizioni "realiste" che vengono ora associate con Donald Trump - che hanno una storia lunga e rispettabile nelle politiche estere degli Stati Uniti (erano le politiche di John F. Kennedy nei mesi immediatamente prima che fosse assassinato, di Lyndon Johnson, di Nixon e Kissinger, di Ronald Reagan nel suo secondo termine, e di George H.W. Bush) - non vengono più prese seriamente, da quando sono associate con un uomo che è stato accusato di tutto oltre che di tradimento.

Quarto, queste false dichiarazioni complicano le relazioni con la Russi senza alcuna ragione.

Come possono Donald Trump o Hillary Clinton andare a negoziare adesso con Putin quando il primo è stato accusato di essere anche una spia di Putin e l'altra è presentata come il Presidente che Putin ha cercato di ostacolare? Come farà - se Hillary Clinton diventa Presidente e cerca di scendere a patti con Putin - a spiegarlo ai suoi elettori dopo tutte le cose che ha detto su di lui?

Quinto, e più pericoloso di tutti, fare dichiarazioni completamente false è come mettere una bomba sulla legittimità di chiunque diventi il prossimo Presidente degli Stati Uniti.

Se questa persona è Donald Trump, allora dovrà combattere col fatto che lui è il candidato di cui Hillary Clinton, la sua campagna, la maggior parte dell'establishment politico, la quasi totalità dei media, e la comunità di intelligence USA, hanno pubblicamente dichiarato che è stata la Russia ad averlo fatto vincere.

Come farà in questo caso, se Trump vincesse, sarà capace come presidente di aver sotto controllo il rispetto e la lealtà della burocrazia per gli affari esteri, della comunità d'intelligence, dei militari, dei media, e del Congresso, quando a tutti è stato detto che era il candidato preferito e il possibile agente di una potenza straniera? Non vedrebbero ancora come loro dovere l'ostruire ed il disobbedire alla sua persona ad ogni mossa, in modo da fermarlo nell'atto di vendere il paese al suo burattinaio straniero?

Come fa Trump a combattere contro l'insinuazione, che ricadrà sulla sua presidenza sin dal primo giorno della sua elezione, che è andata così solo grazie all'aiuto della Russia (fino all'hackeraggio delle voting machines), e che quindi lui non rappresenta la reale vera scelta del popolo americano? Dovrà Trump aver paura di possibili procedimenti di impeachment nel caso che commetta anche il minimo errore, con tanti americani ad osservare che ogni mossa era giustificata per rimuovere un Presidente di cui era stato detto fosse un agente di una potenza ostile?"
L'ultima storia circolata del rapporto della CIA sul ruolo della Russia nelle elezioni, conferma ogni mio punto.

Per essere ancora più chiari la CIA non dice niente di nuovo. Non sta infatti dicendo che la Russia abbia hackerato le macchine per il voto e manipolato il voto stesso, perché nonostante gli sforzi intrapresi da Jill Stein e da tutta la campagna presidenziale di Hillary Clinton per trovare prove del misfatto attraverso il riconteggio dei voti in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, di prove non ne sono state trovate.

L'intero caso si basa ancora interamente sulle accuse che la Russia fosse dietro alle fughe di notizie di DNC e Podesta. Nessun'altra prova è stata poi presentata che non fosse già stata presentata prima, per la semplice ragione che tale prova non esiste.

In precedenza ho fatto notare che il linguaggio manipolatorio utilizzato nella dichiarazione fatta durante le elezioni presidenziali, dove la comunità di intelligence USA accusava la Russia di stare dietro alla fuga di notizie sulle email DNC e Podesta, confermava che non c'erano prove esistenti contro la Russia.

Ho chiesto anche cosa ne pensasse l'FBI - l'agenzia con la competenza per determinare questa domanda - sulle "prove" su cui si affidava la comunità di intelligence e se gliele avevano mostrate. Successivamente si venne a sapere che l'FBI aveva mostrato le "prove" e che si rifiutò di dire di aver partecipato alla stesura di quella dichiarazione.

Ora è evidente che la CIA non ha alcuna prova contro la Russia, e che l'intera questione contro la Russia è inferenziale, e che alcune sezioni della comunità di intelligence cominciano ad avere dei dubbi a riguardo. Che lo scenario sia proprio questo viene confermato dal seguente passaggio del Washington Post reportage, sul rapporto della CIA:
"La presentazione della CIA ai senatori sulle intenzioni della Russia non era all'altezza della valutazione formale richiesta negli USA prodotta da tutte le 17 agenzie di intelligence. Un ufficiale esperto ha detto che esistevano alcuni minori disaccordi tra gli ufficiali di intelligence sulla valutazione dell'agenzia, in parte per il motivo che alcune domande sono rimaste senza risposta.

Per esempio, le agenzie di intelligence non hanno a disposizione dei rapporti specifici che mostrano ufficiali del Cremlino che "direzionano" gli individui identificati mentre passano le email del partito Democratico a WikiLeaks, ha detto un secondo ufficiale esperto. Questi attori, secondo l'ufficiale, erano "ad un passo" dall'essere rimossi dal governo russo, piuttosto che esserne impiegati. In passato Mosca ha chiamato degli intermediari a partecipare a delicate operazioni di intelligence, quindi hanno dalla loro parte una "smentita plausibile".

Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, ha detto in un'intervista televisiva che "il governo russo non è la fonte".
Gli "individui identificati" - che non sono ufficiali del governo russo - sono ovviamente non identificati, sebbene la prudente collocazione del nome di Julian Assange alla fine del sopracitato passaggio, sembra intesa a suggerire che sia uno di loro. Se così fosse, anche il solo suggerire che Julian Assange possa essere "ad un passo dall'essere rimosso dal governo russo" è un insulto non veritiero ed oltraggioso.

In ogni caso questo passaggio conferma che gli "individui identificati" - chiunque essi siano - non sono ufficiali del governo russo e - visto che si riferisce a loro come "intermediari" - che non hanno una riprovata connessione. L'uso delle parole suggerisce che potrebbero anche non essere dei russi.

Tralasciando tutto questo, Donald Trump ovviamente non ha vinto le elezioni grazie all'aiuto della Russia, ed il rapporto della CIA fallisce nell'intento di dire che sia andata così.

Come ho detto in precedenza, Donald Trump ha vinto perché Hillary Clinton era un candidato terribile e perché un gran numero di americani crede che lui riuscirà a migliorare le loro vite.

La dichiarazione della CIA mostra comunque a cosa stia andando incontro Donald Trump.

La Campagna di Hillary Clinton stava già facendo pressione sugli elettori del Colleggio Elettorale per spostare il consenso da Donald Trump verso Hillary Clinton. Sebbene la campagna abbia avuto in apparenza poco successo, la CIA ed i media ora la sostengono, proprio come prima delle elezioni quando la comunità di intelligence USA cercava di aiutare Hillary Clinton a vincere.

In entrambi i casi il metodo utilizzato è il medesimo: diffondere false storie e paranoia sulla Russia. L'implicazione è che in qualche modo Donald Trump sia un agente russo, e si cerca in tutti i modi di far passare come atto patriottico il prevenire la sua elezione come Presidente.

Posso anche omettere di dire che qui vale a giocare col fuoco. Mai prima d'ora nella storia americana si era vista un campagna orchestrata contro un presidente eletto con l'obiettivo di prevenire la sua inaugurazione. Mai prima d'ora era successo che la comunità di intelligence venisse coinvolta in una tale campagna.

Sebbene mi aspetti il fallimento di tale attentato, nessuno avrebbe dubbi sulla enorme ondata di rabbia che emergerebbe dalle decine di milioni di persone che hanno votato per Donald Trump nel caso della riuscita della campagna denigratoria.

Sebbene mi aspetti il fallimento di tale attentato e che Donald Trump sarà finalmente inaugurato presidente il 20 gennaio 2017, non c'è dubbio che la campagna per destabilizzarlo dipingendolo come un agente della Russia continuerà anche dopo la sua inaugurazione.

Probabilmente l'unico modo in cui lui può fermare tutto questo è se rinunciasse pubblicamente alla sua politica di riavvicinamento con la Russia, proprio come qualcuno sta già chiedendo.

Indipendentemente da cosa accadrà, è sinistro quanto inedito per l'intelligence USA interferire con i procedimenti politici statunitensi in questa maniera.

Come ho detto alla fine del mio articolo del 31 ottobre 2016, la Repubblica Americana sta vivendo periodi bui. Forse, visto che la situazione politica a Washington sta cominciando a mostrare i segni di quello che altrove verrebbe considerato una situazione pre-golpista, non desta sorpresa che Donald Trump abbia scelto di circondarsi di generali.