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© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi

Il giorno 14 dicembre a Torino è stato inaugurato il primo Centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia. È il secondo Centro di rappresentanza della DNR aperto in Europa. Il primo, nella Repubblica Ceca, è stato inaugurato nel settembre di quest'anno.


Un evento simbolico, una tappa importante nel cammino d'indipendenza della DNR verso la costruzione delle proprie istituzioni repubblicane, non solo sul proprio territorio ma ora anche all'estero, in modo particolare verso l'Europa.

È l'ennesima riprova del costante consolidamento della Repubblica autoproclamata. La DNR regge ormai un'amministrazione operativa, rilascia passaporti, targhe e patenti, ha costituito un proprio esercito, nel mese di ottobre ha organizzato le elezioni primarie amministrative che hanno visto una straordinaria partecipazione popolare.

Tutta la manifestazione si è svolta nel miglior dei modi. Un grande applauso ha seguito il taglio del nastro che finalmente sanciva l'apertura del Centro di rappresentanza.

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© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi Luca Bertoni, Maurizio Marrone, Palmarino Zoccatelli, Eliseo Bertolasi, Ginmatteo Ferrari.
Tra i numerosi partecipanti all'evento non potevano mancare anche personalità politiche della scena torinese: Gianna Gancia capogruppo regionale della Lega Nord, Gilberto Pichetto capogruppo regionale di Forza Italia e Augusta Montaruli dirigente nazionale di Fratelli d'Italia. Allo stesso modo erano presenti una rappresentanza dell'Associazione Veneto-Russia, il vice presidente Palmarino Zoccatelli e dell'Associazione Lombardia-Russia, il vice presidente Gianmatteo Ferrari e il segretario Luca Bertoni.

Maurizio Marrone, un giovane avvocato, capogruppo di Fratelli d'Italia — Alleanza Nazionale in Consiglio Regionale del Piemonte, recatosi sul posto per valutare la situazione in DNR con i propri occhi, senza il timore di mettersi in gioco in prima persona, ha gentilmente rilasciato l'intervista a Sputnik Italia:

— Sono l'unico consigliere regionale italiano che fino ad ora si è recato di persona nel Donbass. Sono stato invitato a Donetsk in qualità di osservatore internazionale alle primarie che si sono tenute nella DNR all'inizio di ottobre. A Donetsk con i miei occhi ho visto la distruzione dovuta ai colpi dei mortai dell'esercito ucraino contro le abitazioni civili del quartiere dell'Aeroporto, il monastero femminile di Sant'Iversky raso al suolo, le lapidi con peluche dedicate ai bambini uccisi dai bombardamenti nel quartiere di Oktyabrsky, ho sentito l'artiglieria e le armi leggere di Kiev martellare senza sosta il villaggio di Spartak. Ho visto un egual livello di distruzione anche nella Repubblica Popolare di Lugansk (LNR). È arrivata l'ora di informare l'opinione pubblica italiana su questa guerra già costata la vita a migliaia di cittadini del Donbass, uccisi solo per aver rifiutato con un referendum l'assimilazione nella nuova Ucraina, quella nata dal colpo di stato di Maidan filo UE e filo-NATO, non disposti a perdere la propria identità culturale e linguistica.

— Quali saranno le funzioni del centro di rappresentanza della DNR?

— La missione del Centro di rappresentanza è semplice: costruire il percorso per il definitivo riconoscimento internazionale della Repubblica Popolare di Donetsk, un percorso che passa dalle relazioni diplomatiche con le istituzioni italiane, dalle collaborazioni che siamo pronti a realizzare nel mondo della cultura e delle università, fino ai ponti che vogliamo costruire con l'imprenditoria italiana interessata a stringere partnership produttive e commerciali con la DNR. Parliamo di una regione storicamente molto ricca per le sue miniere di carbone e per il suo complesso industriale metallurgico. Sono tanti i settori produttivi in cui la rinascita economica del Donbass, può offrire valide opportunità d'investimento alle nostre imprese, a partire da quelle, e sono moltissime, ingiustamente colpite nell'export dalle sanzioni economiche contro la Federazione Russa firmate dalla UE e sottoscritte dal governo italiano.

— Non temete ora delle reazioni di ostilità?

— Sì! Ci sarà chi ci accuserà di separatismo o addirittura di terrorismo per questa iniziativa, come già capitato per le missioni diplomatiche in Crimea, ma non ci interessa, si va avanti! Il posto di chi crede nella difesa della sovranità dai poteri forti atlantisti è al fianco delle Repubbliche del Donbass e i risultati delle recenti grandi votazioni, dalla Brexit, alle presidenziali USA, fino al referendum italiano, ci dimostrano che il vento sta cambiando.